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Oggi è difficile “frequentare” un social come Facebook e non fare confronti con quello che accade agli altri “amici”, riportandone inevitabilmente una conseguenza emotiva.

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Secondo una ricerca condotta da esperti di informatica presso l'Indiana University, la conclusione cui la maggior parte di noi arriva quando accede a Facebook, Twitter o Instagram è la seguente: tutti gli altri sembrano divertirsi di più di me.

Selezionando casualmente 4,8 milioni di utenti di Twitter, Johan Bollen, professore associato presso la IU School of Informatics and Computing, e i suoi colleghi, hanno analizzato l’insieme degli utenti cercando persone che si seguivano in rete reciprocamente, isolando alla fine un social network di circa 102.000 utenti con 2,3 milioni di connessioni.

Il team ha quindi ristretto la propria attenzione alle persone con 15 o più "amici" sulla rete, il che ha portato alla creazione di un gruppo di 39.110 utenti di Twitter. Hanno poi analizzato i sentimenti espressi dai tweet di questi utenti, un metodo comune sia in informatica che nel marketing per valutare se i post online siano complessivamente positivi o negativi nel loro tono. Gli utenti con un tono positivo più elevato sono stati definiti "felici".

Ai fini dello studio, che utilizzava i dati pubblicamente disponibili da Twitter, coloro che si seguivano reciprocamente sono stati definiti come "amici" e gli utenti con il maggior numero di connessioni sono stati definiti come "popolari".

Un'analisi statistica del gruppo finale ha rilevato che il 94,3% di questi utenti aveva meno amici in media rispetto ai propri amici. Significativamente, ha anche rilevato che il 58,5% di questi utenti non erano, mediamente, felici quanto i loro amici.

Il professor Bollen lo spiega in questo modo. "Detto in altre parole, la maggior parte degli utenti può ritenere di essere meno “popolare” rispetto a quanto non lo siano, mediamente, i propri amici. Potrebbero anche avere, di conseguenza, l'impressione di essere meno felici, in media, dei loro amici.

Questa analisi contribuisce a una crescente quantità di prove del fatto che i social media possono essere dannosi per gli utenti che eccedono nel loro utilizzo, poiché è quasi impossibile sfuggire ai confronti negativi con la popolarità e la felicità degli amici".

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Parte del problema, specialmente con Facebook, è il cosiddetto “paradosso dell'amicizia”, che rileva che la maggior parte delle persone su un social network ha meno contatti, in media, rispetto ai propri amici, poiché gli utenti più popolari si incrociano con un numero superiore alla media dei gruppi social. Questo studio è il primo a rivelare che questi utenti più popolari sono anche mediamente più felici, ingigantendo il livello generale di felicità della “cerchia sociale” di un utente - un effetto che Bollen chiama il "Paradosso della felicità".

"Gli utenti dei social media non sono solo mediamente meno popolari dei loro amici, ma anche meno felici. Questo studio suggerisce che la felicità è correlata alla popolarità, e anche che la maggior parte delle persone sui social network non sono felici come i loro amici, a causa di questa correlazione tra amicizia e popolarità".

"Gli utenti dei social media possono sperimentare livelli più alti di insoddisfazione e infelicità sociale a causa del confronto negativo tra la felicità e la popolarità loro e quella dei loro amici".

È interessante notare che lo studio ha anche rilevato che gli utenti dei social media tendono a dividersi in due gruppi: utenti più felici con amici più felici e utenti più infelici con amici più infelici - e gli utenti più infelici erano ancora suscettibili di essere meno felici dei loro infelici amici, il che implicherebbe che sono più fortemente influenzati dall'infelicità dei loro amici.

Bollen conclude: "Gli utenti felici dei social media potrebbero pensare che i loro amici siano più popolari e leggermente più felici di loro - e gli utenti infelici dei social media probabilmente avranno amici infelici che però sembrano tuttavia ancora più felici e popolari di quanto siano in media".

In sostanza, siccome può sembrare che tutti gli altri siano più felici (e si divertano di più) su Facebook, per coloro che cercano lodi e convalide eccessive, questa risulta la piattaforma perfetta.

Sono considerazioni interessanti soprattutto se riferite a un utenza di adolescenti, il cui stato d'animo risulta ancora più vulnerabile ed esposto a quanto i ragazzi “vivono” nelle loro interazioni sui social media.


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