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L’influenza delle disuguaglianze sociali sulla salute inizia da molto giovani. Dall'età di 10 anni, i bambini delle classi popolari (figli di operai e impiegati) hanno il doppio delle probabilità di essere sovrappeso e fino a quattro volte più probabilità di soffrire di obesità, rispetto ai bambini di manager e professionisti di alto livello.

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Questo è il risultato di uno studio condotto su oltre 8000 studenti di quinta elementare, e pubblicato nel mese di febbraio 2017, dall’ufficio statistico del Dipartimento di Salute (Drees) francese.

Secondo questa ricerca nazionale sulla salute dei bambini realizzata in Francia, con riferimento agli studenti di quinta elementare, la tendenza al sovrappeso si è stabilizzata a partire dal 2002, riconfermando forti disuguaglianze sociali.


Il 18,1% dei bambini è in sovrappeso

Secondo questo studio nazionale sulla salute degli studenti della scuola dell’obbligo, che viene effettuato a intervalli regolari, l'obesità rimane stabile e addirittura tende a diminuire leggermente rispetto al 2002 tra gli studenti di quinta elementare in Francia (di età compresa tra 9 e 10 anni) contrariamente ad una tendenza generale opposta in Europa.

Quasi un bambino su cinque (18,1%), tuttavia, ha un problema di sovrappeso e, tra questi, il 3,6% risulta obeso.


Forti disuguaglianze sociali

L'indagine non ha rilevato alcuna differenza significativa tra i ragazzi e le ragazze di questa età.

Tuttavia, quando gli operatori sanitari hanno chiesto agli studenti la professione dei loro genitori, hanno trovato grandi differenze: solo l'1,3% dei bambini dei dirigenti sono obesi all'età di 10 anni, contro il 5,5% dei figli degli operai, quattro volte di più.

In riferimento a un sovrappeso meno grave, la differenza è proporzionalmente meno rilevante: l’11% dei figli dei manager contro il 16% tra i figli degli operai.

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Meno bevande zuccherate e più sport

Difficile avere un’unica spiegazione per questo fenomeno, legato a fattori di rischio familiari, ma anche ad abitudini alimentari particolari o alla quantità di attività fisica svolta.

Tuttavia, l'indagine della Drees  ha rilevato che gli studenti che vivono in famiglie di una categoria professionale superiore hanno un "comportamento più favorevole alla conservazione della loro salute".

Fanno tutti i giorni, regolarmente, la prima colazione (l’88% contro il 79%), mangiano più verdure (il 42% contro solo il 27% degli operai) e praticano di più lo sport (il 78% contro il 67%). Hanno anche meno probabilità di consumare bevande zuccherate durante il giorno (il 15% contro il 26% dei bambini figli di operai).


Uno studente su tre ha un televisore o un computer nella sua stanza

Tra i fattori che favoriscono l’eccesso di peso, rilevante è quello del tempo trascorso davanti agli schermi, la cui possibilità si è moltiplicata negli ultimi anni: TV, DVD, videogiochi , tablet, computer, smartphone...

Secondo il sondaggio, il 35% degli studenti hanno un pc desktop o un televisore in camera. Con situazioni ancora una volta molto contrastanti in riferimento al ceto sociale: questo fattore incide per il 43% in riferimento ai figli degli operai, contro solo il 26% dei figli dei quadri.

Prendendo in considerazione l’insieme dei bambini della ricerca, senza suddivisione di categoria, più di uno su otto trascorre, ogni giorno, due ore davanti a uno schermo nei giorni feriali, dopo la scuola.

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I risultati di questa ricerca sembrano fotografare una situazione comune a molti paesi europei, compreso il nostro.

L'educazione alimentare non può certo essere fatta dall'industria alimentare, che persegue altre logiche. Si sente la mancanza di mirati interventi pubblici e di una regia complessiva.

La prevenzione e l'informazione sembrano essere demandate a interventi effettuati a livello volontario nelle singole scuole, ad esempio in riferimento alla presenza dei distributori di alimenti e bevande, e alla qualità dei prodotti offerti ai ragazzi.

Una situazione di cui tendono a soffrire maggiormente i giovani appartenenti a famiglie più vulnerabili rispetto alle logiche del marketing, e con meno tempo e strumenti per guidare il comportamento alimentare dei figli.

 


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