Per entrare in un gruppo di pari, e per restarci, un ragazzo deve sostenere la cosiddetta pressione dell’appartenenza, fatta di atteggiamenti come l’essere d'accordo, il conformarsi, l’adattarsi, il seguire, lo stare al passo con gli altri.
Questa pressione a volte può mettere in pericolo o portare fuori strada un adolescente, può tuttavia anche essere un contributo essenziale per la crescita personale di un giovane, con un valore sia educativo che evolutivo.
Aspetti positivi dei gruppi di pari
L'appartenenza a un gruppo di pari può rendere più saldo un adolescente in diversi modi. Anzitutto in quanto garantisce un senso di partecipazione sociale, poi permette di avere supporto e può anche aumentare la libertà di un singolo, che con gli altri può fare cose che da solo non riuscirebbe a fare.
Porta poi a un incremento delle abilità sociali, conferisce identità e testimonia dell'indipendenza di avere una vita sociale separata dalla famiglia.
Al di là di questo, però, l'appartenenza a un gruppo di pari può complicare l’esercizio della genitorialità di un figlio adolescente.
Due nuclei sociali
La maggior parte degli adolescenti è come se crescesse in due famiglie, non in una: la famiglia dei genitori e la famiglia di amici, il gruppo dei pari, gruppo che acquisisce potere sociale man mano che il giovane cresce.
Di conseguenza, un compito importante dei genitori nell'adolescenza è quello di creare una connessione positiva con la “famiglia sociale” del loro ragazzo. Questo può significare includere, a volte, gli amici di un adolescente in un'occasione conviviale della famiglia, di creare un luogo confortevole dove il ragazzo e i suoi amici possano riunirsi.
Non è che, come genitore, in questo modo si stia cercando di diventare amici degli amici di un figlio, quasi facendo parte del loro gruppo. Tuttavia ci si può dimostrare interessati e accoglienti, facendo della propria casa un luogo sicuro e rilassante dove riunirsi. Ovviamente, stabilendo le necessarie regole di comportamento. L’accettazione e la benevolenza verso gli amici può avere un effetto forte su un figlio, perché mostra quanto gli si vuole bene.
I timori dei genitori
I genitori restano comunque estranei al gruppo del figlio e possono sentirsi minacciati dalla sua influenza competitiva. Hanno paura che il ragazzo, sotto la spinta dei compagni, possa mettersi nei guai.
I genitori accusano il fatto di sentirsi meno influenti di quando non siano i componenti del nucleo sociale del loro ragazzo adolescente.
Ma se criticano o attaccano l'amico o il gruppo, possono compromettere la vicinanza del figlio, che potrebbe sentirsi obbligato a difendere la lealtà sociale con il gruppo. Devono pertanto sforzarsi di porre la questione in modo che diventi comprensibile il loro timore e che il ragazzo ci rifletta anziché rifiutarlo.
Nel gruppo vive una cultura
Spesso i gruppi di coetanei sono culturalmente carichi di somiglianze condivise tra i membri. I genitori possono ora desumere qualcosa sui valori attuali e sulle convinzioni del loro ragazzo, a partire dalle caratteristiche del gruppo di giovani di cui fa parte.
I gruppi di pari possono fornire un'identità collettiva in cui il singolo riconosce un interesse, un'identità e un'appartenenza comune che contano molto anche personalmente.
Tuttavia, per quanto preoccupante, l’appartenenza e l’eventuale influenza culturale negativa che il gruppo produce non è mai molto duratura. Verrà superata man mano che i giovani cresceranno e si allontaneranno socialmente tra di loro. Così pure verranno abbandonati i valori e i comportamenti che preoccupavano.
Retrocessione sociale
Man mano che gli amici diventano più importanti nel corso dell'adolescenza, poiché l'appartenenza al gruppo dei pari ruba sempre più l'attenzione degli adolescenti, i genitori possono sentirsi socialmente retrocessi. Gli amici vengono sempre prima e loro sempre per ultimi. Anche quando è in casa il loro ragazzo resta sempre in contatto online con i compagni.
Tuttavia, questo secondo “nucleo familiare” di amici ha solo un valore di transizione. Consente una crescente separazione sociale dai genitori che sostiene quella crescita verso l’indipendenza che è l'adolescenza. Il ragazzo, attraverso il gruppo, sta creando e gestendo un mondo sociale adatto lui.
Solo perché il tempo trascorso con i genitori non è una priorità non significa che i genitori non siano ancora fondamentalmente importanti, per il loro amore, per l’interesse e il sostegno costante che forniscono.
È solo che gli amici sono sempre di più una dimensione sociale preferibile a quella dei genitori. I coetanei hanno interessi che i genitori non hanno, le esigenze e i piaceri di creare una vita sociale separata attirano sempre più fortemente rispetto a quanto non accada con la vita familiare.
La fine e l'inizio
Da qui, l'ultimo compito di essere genitori di un adolescente che si sta rendendo indipendente: mentre continuano a tenersi in contatto emotivamente con amore, allo stesso tempo devono ritrarsi per lasciarli andare socialmente. Ora inizia una nuova fase nella loro relazione, che culminerà nell’indipendenza completa, una volta raggiunta la giovane età adulta.