In un’epoca in cui la verità viene facilmente distorta e aggirata dalle fake news attraverso un uso improprio dei social media e grazie anche delle nuove risorse messe a disposizione dall’intelligenza artificiale, i più giovani sono sempre più esposti al rischio della disinformazione e diventa cruciale saperli educare a riconoscerla.
Un fenomeno soprannominato "effetto di verità illusoria" rileva che le informazioni ripetute sono percepite come più veritiere delle informazioni nuove.
Questo si estende alla disinformazione, anche se sembra incredibile, e alle storie che sono state pubblicamente contestate dai cosiddetti fact-checker. Sia gli adulti che i giovani sono suscettibili a questo effetto di distorsione.
In uno studio realizzato su questo tema, tre gruppi di persone di diversa età hanno giudicato più spesso vere le affermazioni ripetute, e qualsiasi conoscenza precedente non li ha protetti dal credere a falsità ripetute.
Nel 2019 tre ricercatori del MIT hanno scoperto che le notizie false si diffondono più rapidamente sui social media rispetto alle notizie vere, con un margine di vantaggio sostanziale, perché gli utenti di Internet le apprezzano e le condividono con gli altri.
Hanno scoperto che "le storie vere impiegano circa sei volte più tempo per raggiungere 1.500 persone rispetto alle storie false per raggiungere lo stesso numero di persone.
Questa è una pessima notizia, soprattutto se si pensa ai più giovani, che si stanno ancora formando.
Cosa si può fare?
Le piattaforme dei social media non hanno alcun incentivo a frenare la disinformazione quando questa genera coinvolgimento sui loro siti.
In molti paesi i legislatori hanno difficoltà a definire la sottile linea di demarcazione tra libertà di parola e censura, mentre le organizzazioni giornalistiche si affannano per tenere il passo con le informazioni online che si muovono alla velocità della luce.
Nel frattempo, personaggi pubblici con una vasta audience, gettano spesso benzina sul fuoco dando visibilità ulteriore a informazioni dubbie, che potrebbero o meno essere vere.
Considerato tutto ciò, esistono pochi modi efficaci come l’educazione di tutti e dei più giovani in generale a affrontare questa situazione, in modo da fermare la diffusione di disinformazione dannosa.
Questo significa dotarli delle competenze per individuare e fermare le falsità. Queste competenze, note come "alfabetizzazione mediatica", possono e dovrebbero essere praticate dagli adulti, i quali dovrebbero fare da esempio, e insegnate ai più giovani.
Da quello che si vede a anche livello internazionale, non si esagera dicendo che la stessa democrazia dipende da questo.
Cosa dovrebbe fare un giovane esperto di media
Considerare la fonte. Chiunque può postare qualsiasi cosa online. Questa è una delle grandi ma anche pericolose opportunità delle tecnologie digitali. Pertanto, qualunque ragazzo che utilizzi Internet dovrebbe essere educato a assumersi la responsabilità delle informazioni che acquisisce, verificandone la fonte.
In altre parole, dovrebbe imparare a chiedersi: chi è il creatore di queste informazioni? Questa persona o questa organizzazione è competente e credibile e fornisce informazioni di prima mano? Cita le fonti? Fornisce prove?
La cosa bella di Internet, affermano gli esperti di comunicazione, è che la capacità di fare questa ricerca è letteralmente a portata di mano.
Controllare le sue emozioni. Le informazioni false sono spesso progettate per suscitare reazioni estreme per spingere gli utenti di Internet a mettere "mi piace" e condividere il contenuto. Bisognerebbe resistere alla tentazione di reagire immediatamente. Chiedendosi: questa informazione mi sta facendo arrabbiare? Mi sta facendo sentire spaventato? Se è così, questa potrebbe essere una tattica usata per far reagire e condividere l'informazione. Occorre dunque fare attenzione e controllare le proprie emozioni e poi verificare la fonte prima di fidarsi di ciò che si vede.
Fare attenzione alla qualità della scrittura. Parole tutte in maiuscolo, titoli con evidenti errori grammaticali, potrebbero essere prova che il contenuto è stato creato dall'intelligenza artificiale, affermazioni audaci senza fonti, immagini sensazionalistiche e meme ridicoli sono tutti indizi che le informazioni potrebbero non essere affidabili.
Resisti all’impulso di cliccare immediatamente. Prendersi del tempo per leggere effettivamente un articolo intero. Non lasciare che il "clickbait" (un titolo sensazionalistico o fuorviante progettato per attrarre clic su un pezzo di contenuto) inganni a condividerlo prima di sapere di cosa si tratta. Un giovane dovrebbe, in altre parole, imparare a comprendere che questa è un'altra tattica volta a cercare di far fare proprio questo.
Prepararsi all'Intelligenza Artificiale. Gli strumenti di intelligenza artificiale gratuiti e facili da usare rendono pericolosamente semplice per chiunque creare siti web, articoli, immagini, foto e audio convincenti in pochi istanti.
Sta diventando sempre più difficile anche rilevare i contenuti creati dall'IA. E non sono solo i malintenzionati a usare questi strumenti. Anche utenti di Internet ben intenzionati, entusiasti di provare questi nuovi strumenti, li usano per creare e condividere meme divertenti e altro ancora.
La possibilità di condividere con facilità informazioni su internet è una cosa sorprendente, ma comporta una grande responsabilità. Le storie che provengono da angoli oscuri del web possono avere un impatto e potenziali conseguenze che semplicemente si sarebbero potute immaginare solo poco tempo fa.
Per dare ancora valore alla verità, occorre assumersi la responsabilità di quello che si legge, apprezza, condivide e pubblica online, educando anche i più giovani a farlo.