Per gentile concessione del curatore e dell'editore, pubblichiamo l'introduzione di "Crescere nonostante. Un romanzo di formazione", a cura di Stefano Laffi (edizioni dell'asino).
Se la maturità forse è sempre stata un mito, è di oggi la piena coscienza che siano in crisi gli adulti, come modello e come traguardo a cui naturalmente tendere: i cambiamenti degli ultimi anni sono stati invero radicali e spesso mortificanti; e il domani è tutto da inventare. Il loro romanzo di formazione, i ragazzi, invece di leggerlo e imitarlo, se lo stanno scrivendo da soli. Crescere nonostante racconta un “romanzo” in cui gli adulti sono invitati a porsi in modo nuovo rispetto ai ragazzi, in ultima analisi rispetto a se stessi.
Introduzione
I testi che seguono sono scritti da alcuni dei membri di Codici, che è una cooperativa di ricerca e intervento sociale di Milano. In questa collana di “arti e mestieri”, non è facile dire di quale professione qui si rende conto, abbiamo sempre fatto fatica a definirci e dire quale fosse esattamente il nostro mestiere, come accade ad altri in questi tempi di flessibilità: ricercatori, operatori, consulenti, formatori, facilitatori, valutatori, relatori… Volendo stare sul campo, col desiderio di conoscere direttamente e non attraverso il filtro dei libri fenomeni e problemi sociali, e di tentarne delle trasformazioni, ci siamo trovati a fare cose diverse, seguendo le necessità e i ruoli richiesti, di volta in volta. Immaginando la nostra funzione a partire non da un profilo di competenze ma dal risultato ovvero come “agenti di cambiamento” – la sfera sociale è quella in cui vedi le disuguaglianze, le ingiustizie, la prevaricazione, la violenza, la fragilità, ecc., come fai a non reagire, a volerle solo misurare e renderne conto? – abbiamo fatto ciò che serviva, reinterpretando di continuo questo mestiere.
Questo non è quindi il manuale dell’operatore sociale, per usare la dizione più generica, ma una raccolta dei suoi possibili punti di vista attorno ad un tema, quello sul quale abbiamo lavorato di più negli ultimi tempi. E per festeggiare 10 anni di attività della cooperativa abbiamo deciso di scrivere, per la prima volta in modo corale. Spesso chi agisce non scrive, ma lo fa chi studia e insegna, ed è un peccato. L’esposizione all’esperienza e l’aderenza ai fenomeni danno la sensazione che la scrittura sia sempre un fotogramma sfuocato del film delle cose, un compromesso rispetto alla ricchezza degli incontri e degli accadimenti in diretta… Ma ci sono dei momenti in cui senti di aver intuito qualcosa, capisci che le osservazioni e i dati raccolti hanno raggiunto la massa critica per poter annunciare la scoperta, sempre parziale ma pur sempre scoperta.
Di cosa si tratta? Se la lezione di questi anni per noi è che l’agente di cambiamento fa “quel che serve” – partecipa a tavoli istituzionali, raccoglie dati e interviste, allestisce spazi per incontri pubblici, valuta risultati, studia, forma altre persone, facilita gruppi, scrive report, ecc. – l’apprendimento che vogliamo qui condividere è altro, è il cambiamento osservato, il mutamento sociale in corso nelle fasce di età giovanili. Il nostro mestiere è solo all’inseguimento di quel che sta già succedendo.
la fortuna del lavoro con bambini e ragazzi è questo sguardo critico che si acquista
verso la realtà tutta e non solo intorno alla loro condizione
Intorno all’infanzia, all’adolescenza e all’età giovanile è diffuso un pensiero che oscilla dalla sacralizzazione al compatimento, dalla demonizzazione alla patologizzazione: oggetto di infinite proiezioni da parte degli adulti, bambini e ragazzi diventano geni e talenti, angeli e eroi, oppure vittime e piccoli criminali, ingrati e violenti. Costellata di infiniti palchi e prove di competenze, di una coazione al casting e alle esibizioni, la loro vita è diventata una corsa continua, a mostrare e dimostrare, senza mai un esordio sociale vero, senza poter incidere mai nel mondo, senza contare nulla fra gli adulti. Eppure crescono, fanno scelte, sperimentano: quali sono allora le esperienze trasformative, i luoghi dove è ancora possibile sentire di diventare grandi? E come questo sta avvenendo, qual è il nuovo romanzo di formazione che i ragazzi stanno scrivendo, nonostante gli adulti, le istituzioni, la crisi, ecc.?
La scuola, il lavoro, l’attivismo, il volontariato, il viaggio esperienziale, la condizione di straniero o di rom, lo specifico femminile: questi ci sono sembrati punti di vista interessanti e attuali per cominciare a costruire un repertorio dei modi in cui oggi si cresce, si transita verso la vita adulta, si costruisce la vita spesso in silenzio e un pezzo alla volta, quasi un controcanto alla retorica della fine del futuro. Questi sono i nostri personali appunti, le ipotesi che vogliamo condividere, ma anche un invito aperto a tutti a dialogare su questo quando si parla di ragazzi, sulla loro formidabile reinvenzione del presente.
Stare coi bambini e coi ragazzi, osservarli e dialogare con loro ci ha insegnato il mestiere, ci ha portato verso le ipotesi di un cambiamento possibile che qui esplicitiamo, è stato questo affiancamento la nostra guida politica. Partiti come agenti di cambiamento dei loro contesti di vita per arricchirli di opportunità e guidarli verso un riscatto, ci siamo ritrovati a riflettere sul mondo, a pretendere diversi rapporti fra le generazioni, a proporre una trasformazione del lavoro educativo e dei mestieri che lo includono. Ecco, la fortuna del lavoro con bambini e ragazzi è questo sguardo critico che si acquista verso la realtà tutta e non solo intorno alla loro condizione, è l’urgenza che si sente di un cambiamento a beneficio non solo loro ma nostro, è la ricchezza dei nuovi immaginari che si aprono. Inutile dire che i primi a cambiare siamo stati noi.
il libro si può acquistare qui