Per gentile concessione dell'editore pubblichiamo, dopo la presentazione editoriale, la nota del curatore Luca Attanasio del volume "Giovani al centro" (Albeggi editore).
Il secondo libro della raccolta di Albeggi Edizioni dedicata all'Italia post Covid, dal titolo Giovani al centro raccoglie una serie di contributi sul tema, che riteniamo possano essere di utilità in questo momento.
L'aumento dei disturbi psichici, alimentari e comportamentali di bambini e adolescenti, l'esclusione de ragazzi delle fasce sociali più deboli dall'insegnamento a distanza, l'isolamento di ragazzi con disabilità, le difficoltà legate all'ingresso nel mondo del lavoro sono tutti temi di altissima rilevanza, dalle ripercussioni a lunga gittata, che però non raccolgono l'attenzione che meriterebbero e soprattutto non sono ad oggi presi in seria considerazione nell'elaborazione delle soluzioni anti Covid.
Presentazione del curatore, Luca Attanasio
“Nei ragazzi – scriveva Gianni Rodari – ci sono già tutte le soluzioni”.
È forse proprio da questa semplice e visionaria affermazione del grande scrittore che il progetto ‘Giovani al Centro’ muove i suoi passi. Dalla fiducia, cioè, che possano essere proprio i giovani a dover tornare al centro, non tanto per political correctness, quanto per la loro propensione a capire dall’interno i problemi e fornire la soluzione. O, almeno, perché possono rappresentare quella voce che apre prospettive e che, spesso – proprio lei – manca dal dibattito.
Gli studi e le riflessioni attorno agli effetti della pandemia sulla popolazione evidenziano, in alcuni casi in modo davvero allarmante, quanto i bambini, gli adolescenti, i giovani siano la fascia più duramente colpita. Naturalmente, in quanto a danni fisici o decessi, gli anziani hanno pagato un prezzo altissimo. Immaginando però la nostra società nel periodo di transizione che ci condurrà fuori dall’incubo o quando ne saremo fuori del tutto, non si può fare a meno di pensare alle macerie psicologiche, affettive, psico-fisiche, umane nel complesso che il covid-19 lascerà dietro di sé tra i giovani e i giovanissimi. Un quadro esauriente, all’interno del Quaderno, lo offre il contributo Isolamento, uso dei social media e possibili conseguenze, della giovane psicologa Emanuela Suriano.
Nei mesi di duro lockdown prima, delle fasi successive, fino all’inizio del nuovo anno, però, ci è sembrato di vedere i nostri ragazzi periferici nel dibattito. Nella ridda di voci di virologi (o sedicenti tali), esperti, tecnici, politici e personaggi dello spettacolo, abbiamo percepito una marginalità delle loro visioni, se non un’assenza. Come se non fosse importante ascoltarli o, ancora peggio, non fossero in grado di indicare proposte, soluzioni, piste da seguire, così come fare emergere sentimenti, ferite, mancanze e al tempo stesso sogni, speranze, prospettive, voglia di ripartire.
Che la loro voce conti poco o nulla, poi, come evidenzia in alcuni passaggi della sua introduzione Ilaria Catastini, fondatrice di Albeggi Edizioni e ideatrice del progetto, lo dimostra il dibattito attorno all’apertura della scuola. La maggioranza dei ragazzi di ogni età e fascia, ha utilizzato i mezzi a disposizione per ribadire che le classi andavano riaperte al più presto, che non è pensabile chiuderle ogni qual volta la curva epidemica risalga anche minimamente, che il loro funzionamento è vitale come e quanto gli ospedali, i supermercati, le centrali elettriche. Se si chiudono, infliggiamo una ferita al Paese profonda e non rimarginabile. Ma la richiesta, per quanto di massa, è rimasta clamorosamente inevasa. In realtà, le soluzioni ci sarebbero: classi sia al mattino che al pomeriggio, uso di luoghi complementari, trasporto con pullman privati fermi da mesi, presidio medico o infermieristico dentro la scuola per controllare eventuali sintomi, uso di dispositivi etc.
Il Quaderno, quindi, è un tentativo semplice quanto determinato di rimettere i giovani al centro del dibattito. Di dar loro voce, oltre che fiducia. Di lanciare un grido di allarme: non si può progettare nulla senza di loro.
Nella strada che ha portato alla stesura del testo, ci siamo imbattuti in due realtà di giovani, appunto, che hanno aderito con entusiasmo alla nostra proposta e offerto contributi preziosi che, speriamo, attraverso il Quaderno, circolino e divengano riferimenti nel dibattito attorno alla ripartenza. Il Consiglio Nazionale dei Giovani – l’organo consultivo cui è demandata la rappresentanza dei giovani nell’interlocuzione con le Istituzioni per ogni confronto sulle politiche che riguardano il mondo giovanile – con l’articolo La visione dei giovani, e Officine Italia - un’associazione nata in pieno primo lockdown, che vuole essere un interlocutore di istituzioni, privati e terzo settore e favorire il dialogo intergenerazionale, con il contributo Facilitare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro puntando sul sistema scolastico: proposte per la ripartenza dell’Italia del post pandemia, offrono spunti di riflessione imprescindibili per un sano ed efficace dibattito. Entrambe le realtà, da prospettive e con dati e analisi differenti, propongono vie concrete da seguire per affrontare il periodo post-Covid e suggeriscono piste da battere per attuare al meglio il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children, con il suo L’impatto dell’emergenza sanitaria sul diritto all’educazione delle bambine, dei bambini e degli adolescenti, fa un’analisi puntuale della situazione dell’infanzia e dell’adolescenza, già seriamente provate dal fenomeno della povertà educativa, ora alle prese con una situazione aggravata e sempre meno riferimenti stabili. Forte dell’esperienza della nota Ong, però, Milano, per uscire dall’empasse, propone programmi già sperimentati che aprono spiragli e speranze.
Anche Elisabetta Melandri, presidente del CIES, nel suo Il Recupero post Covid di ragazzi adolescenti e giovani, propone piste e riflessioni maturate dall’esperienza ultratrentennale dell’associazione nel campo dell’intercultura, l’educazione alla globalità e l’integrazione. Le esperienze di MateMù – un centro per adolescenti italiani e non, dove si studiano e praticano gratuitamente musica, teatro, rap, break dance e si attuano piani di recupero scolastico – e i progetti di artEducazione nelle scuole, rappresentano metodi innovativi ed efficaci per affrontare il post-pandemia.
Interessante, poi, sempre nel campo della povertà educativa e dei metodi per aggredirla, ora che la pandemia ha addirittura approfondito il fenomeno, l’esperienza di ‘Di Bellezza Si Vive’, il progetto di contrasto al disagio educativo attraverso la cultura, l’arte, il paesaggio e l’ambiente, selezionato nell’ambito del bando ‘Un passo in avanti’ dall’impresa sociale Con I Bambini.
Ripartire dall’ambiente, il recupero del rapporto con il territorio, allargare il concetto di comunità educante. Sono alcuni dei temi sviluppati in Una scuola resiliente, da Rossella Muroni, deputata, ecologista, vicepresidente della Commissione Ambiente della Camera e membro della Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza. L’idea alla base del suo intervento è che la pandemia, dopo la catastrofe, offra anche una grande opportunità, non solo per rafforzare e qualificare le risorse umane, ma anche per ridisegnare lo spazio della scuola, in un rapporto nuovo e sinergico con l’ambiente esterno e la natura.
Variegati, rappresentativi di mondi e sensibilità diverse, tutti operativi e di proposta, oltre che di analisi, i contributi del Quaderno offrono un quadro di riferimento e si pongono, nelle nostre intenzioni, quali suggestioni originali per allargare il dibattito e, soprattutto, includere, anzi, mettere i Giovani al Centro.
Nessuno si sogna di proporre un testo esaustivo. Al contrario, pensiamo che il Quaderno sia un piccolo contributo per innescare una riflessione e offrire ragionamento. Come illustra in modo puntuale, nella sua postfazione Sebben che siamo giovani… Epidemia, bellezza e possibilità generative, Ugo Morelli, noto psicologo e saggista, ideatore della Scuola per il governo del territorio e del paesaggio di Trento.
Luca Attanasio, scrittore, giornalista
Roma 4 gennaio 2021