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Per sostenere il benessere mentale degli adolescenti alcuni terapeuti consigliano di tenere un giornale della gratitudine; all’opposto, e sempre con analoghi benefici, secondo gli esperti, si posiziona la scrittura come sfogo.

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Una lettera scritta a un professore, a un amico con cui si è avuto un diverbio, anche a un genitore, senza poi inviarla. Secondo alcuni psicologi può avere un effetto davvero positivo per la salute mentale e le relazioni interpersonali.

La scrittura di sfogo, spiegano, implica essenzialmente lo scrivere tutti i pensieri rabbiosi e le frustrazioni represse, l’esatto opposto del diario della gratitudine, che invece fa riflettere sulle cose per le quali si è grati, come la famiglia, gli amici o un’esperienza positiva vissuta.

La scrittura di sfogo mira a parlare di tutto ciò che sta riempiendo di rabbia, un'opportunità per condividere qualcosa che ha ferito, esprimendo i propri pensieri senza esclusione di colpi.

Secondo alcuni terapeuti, costringersi a guardare costantemente il lato positivo delle cose può essere dannoso per la salute mentale e può portare a una positività tossica: una forzatura non autentica al buon umore che nega e reprime le emozioni negative.

L’idea di fondo è che bisognerebbe aiutare i giovani a convivere con i propri sentimenti, anche quelli più difficili. La rabbia in sé non sarebbe una cosa negativa ma un'emozione sana, la cosa più importante è il modo in cui la si esprime.

Molte ricerche hanno dimostrato i notevoli benefici di tenere un diario per la salute mentale. Una scrittura continuativa può essere terapeutica e avere un impatto positivo sulla nostra elaborazione cognitiva e sulle capacità di risoluzione dei problemi.

La pratica del diario, spiegano, ha molto potere nel dare chiarezza, smorza le emozioni intense e accende la parte logica del cervello, offre un momento per riflettere e forse pensare alla situazione che si sta vivendo in modo diverso.

La scrittura diaristica crea uno spazio sicuro per l'espressione personale e promuove la regolazione delle emozioni, risparmiando così le persone vicine, i familiari, da uno sfogo dannoso e alleviando il giovane dall'angoscia mentale.

Quando non li si esprime, dice la psicologia, i propri sentimenti vengono fuori in altri modi. Alcuni ragazzi finiscono per avere una grande esplosione emotiva quando li reprimono, altri iniziano a vivere attacchi di ansia o rabbia.

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Aiuta inoltre il fatto che il diario sia completamente privato, il che significa che si può dire quello che si vuole, senza censure. Si può esprimere quello che si ha in mente senza che qualcun altro ne rimanga ferito.

Gli esperti di questo genere di “terapia” consigliano anzitutto di seguire una traccia per guidare i propri pensieri, senza lanciarsi in un semplice flusso di insulti. Dire che si odia qualcuno o di essere arrabbiati per una certa cosa, infatti, non fa necessariamente sentire meglio.

Occorre fermarsi a riflettere sulle situazioni specifiche che fanno stare male, chiedersi perché si odia una certa situazione o cosa abbia dato fastidio di una certa persona, descrivere il momento in cui qualcuno ci ha messi in imbarazzo. E da lì approfondire e comprendere meglio il proprio stato d’animo.

Occorre poi, per avere un beneficio, non censurarsi, concedendosi la libertà di totale autoespressione, ricordando che non esiste un destinatario reale dei propri scritti e, quindi, che nessuno ne verrà offeso. È un’occasione di dire quello che si vorrebbe a qualcuno che si ha caro nella vita reale, senza farlo davvero per il rispetto o l’affetto che si ha nei suoi confronti.

Non bisogna poi aver paura di lamentarsi anche di cose piccole che nella vita reale potrebbero sembrare meschine. Anche fastidi che possono sembrare piccoli, suscitano comunque emozioni negative e meritano di essere indagati. Di per sé sono poca cosa ma tutti insieme alla fine creano un peso emotivo non trascurabile.

Bisogna poi rileggere e riflettere su quanto si è scritto, chiedendosi cosa ha messo in luce la pagina di diario su quella certa situazione, su di sé. Chiedersi quali fattori hanno davvero portato a quella emozione negativa.

Questo passo importante fatto con la scrittura è quello che consentirà di affrontare i conflitti futuri con una conoscenza più profonda di ciò che scatena il negativo e perché.

Gli esperti aggiungono che lo sfogo scritto può anche rivelare quale è stato il proprio ruolo nel conflitto, aiutando a modificare il modo in cui si affronteranno le divergenze in futuro.

Occorre infine conservare il proprio diario in un luogo sicuro, che non sia facilmente accessibile ad altre persone della famiglia, affinché quanto si è scritto in un momento così privato non arrivi, nella vita “reale”, a ferire qualcuno.


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