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Il 9 luglio, Torino si colorerà di arcobaleno per accogliere migliaia di persone che festeggeranno l’orgoglio di essere chi si è. Un atto di forte coraggio da supportare, viste le ancora ingiuste azioni discriminatorie alle quali le persone LGBT debbono sottostare.

L’indagine Istat “La popolazione omosessuale nella società italiana” (anno 2011) descrive un paese in cui l’orientamento sessuale è causa di esclusione, discriminazione, sofferenza, vulnerabilità. Il 53,7% delle persone riferisce di aver subito discriminazioni (e dichiaratamente riconducibili all’omosessualità/bisessualità degli intervistati) nella ricerca di una casa (10,2%), nei rapporti con i vicini (14,3%), nell’accesso a servizi sanitari (10,2%) oppure in locali, uffici pubblici o mezzi di trasporto (12,4%).

Cifre che non possono non farci riflettere, in qualità di professionisti dell’aiuto, di agenti favorenti il cambiamento, e di semplici cittadini.

Il Consiglio degli Assistenti Sociali del Piemonte è convinto, così come auspicato dall’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) all’interno del testo “DisOrientamenti. Discriminazione ed esclusione sociale delle persone LGBT in Italia”, che sia necessario operare per il rafforzamento della governance e delle modalità attuative di inclusione sociale e di contrasto alla discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere, creando partnership e una forte interazione fra amministrazioni pubbliche e realtà associative della comunità LGBT, in tutta la Regione Piemonte.

Dal punto di vista normativo molti passi in avanti sono stati compiuti. Come ad esempio la legge regionale 23 marzo 2016, n. 5, rubricata “Norme di attuazione del divieto di ogni forma di discriminazione e della parità di trattamento nelle materie di competenza regionale”. Nel documento, vengono spiegati i concetti quali parità di trattamento, discriminazione diretta ed indiretta.

Ci sembra opportuno ricordare che la parità di trattamento è l’assenza (e non la riduzione) “di qualsiasi discriminazione diretta o indiretta fondata su nazionalità, sesso, colore della pelle, ascendenza od origine nazionale, etnica o sociale, caratteristiche genetiche, lingua, religione o convinzioni personali, opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, appartenenza ad una minoranza nazionale, patrimonio, nascita, disabilità, età, orientamento sessuale e identità di genere, ed ogni altra condizione personale o sociale.

Gli assistenti sociali, nella quotidianità operativa, si impegnano a rispettare la legge 5 del 2016 e tutte le indicazioni che vanno in questa direzione, promuovendone gli obiettivi.

Il CROAS Piemonte è parte attiva nel combattere per i diritti sociali e civili.

Il CROAS Piemonte

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