24 gennaio, Torino. Si celebra la Giornata internazionale dell’educazione: una giornata proclamata nel 2019 dall’Assemblea generale delle Nazioni unite per riconoscere all’educazione la sua centralità per il benessere umano e lo sviluppo sostenibile. Il diritto all’educazione è sancito dall’articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti umani, che prevede un’istruzione elementare gratuita e obbligatoria, come si legge nella Costituzione Italiana.
L’Ordine Assistenti Sociali del Piemonte interviene promuovendo l’importanza di una comunità educante capace di sostenere il benessere di bambini e ragazzi attraverso la collaborazione e la sinergia di tutti gli attori di un territorio.
“I dati ISTAT relativi al Piemonte ci dicono che le persone con età tra 0 e 19 anni nel 2019 sono più di 700.000 - afferma Barbara Rosina (Presidente Ordine Assistenti Sociali del Piemonte) - Per noi sono 700.000 storie importanti, tutte diverse, anzi uniche. Storie che vanno comprese e tutelate. Oggi la differenza è fatta dal contesto all’interno del quale crescono i nostri bambini e i nostri giovani. Che si tratti di un quartiere popolare o di una zona montana, la differenza è fatta dalla possibilità di accedere ai servizi e alle opportunità di socializzazione o di fare sport. Per questo diventa fondamentale il ruolo di una comunità sociale coesa nell’intento di creare opportunità. Una comunità capace di considerare tutti, e consapevole che educare non significa portare tutti ad eccellere ma aiutare ognuno a crescere nel migliore dei modi. Per questo ci piace ricordare lo slogan “Nella vita si può anche non capire”, riportata sulla t-shirt di un docente il giorno degli scrutini per rivendicare il diritto a non capire da parte degli studenti. La maglietta è stata un dono dei suoi allievi per sottolineare il rispetto della diversità e dei tempi di ognuno, anche se differenti dai propri. La cultura (come ci richiama Umberto Galimberti) non è soltanto un’educazione intellettuale, ma soprattutto educazione delle emozioni e quindi dei comportamenti. Se si vuole operare un contrasto efficace e preventivo alla povertà educativa e all’abbandono scolastico occorre integrare e valorizzare gli studenti che, pur impegnandosi, non brillano e magari non riescono ad ottenere grandi risultati”.
Il report di dicembre 2020 sullo stato dell’istruzione nel mondo redatto dalla Banca Mondiale evidenzia il drammatico aumento del numero di minori privati dalla pandemia della possibilità di istruirsi. Su 720 milioni di bambini afferenti alla fascia d’età del ciclo delle elementari, la povertà educativa, intesa anche come mancanza di opportunità non meramente scolastiche come il diritto al gioco e alle attività sportive, colpisce 382 milioni di loro.
Sabrina Anzillotti (Consigliera Ordine Assistenti Sociali del Piemonte) precisa: “L’emergenza sanitaria farà innalzare ulteriormente sino a 454 milioni il totale di bambini che presentano problematiche connesse alla difficoltà di apprendimento, di lettura e comprensione di un testo. La situazione è aggravata inoltre dal blocco delle attività in presenza e dalla perdita di reddito delle famiglie. Le ragazze pagano il prezzo più alto. Il 63% è costretto a dedicare più tempo alle faccende domestiche, ostacolando il diritto allo studio. La pandemia ha evidenziato e acuito le disuguaglianze precedenti: 1 studente su 8 non possiede un laptop, 2 minori su 5 vivono in case prive di spazi adeguati per studiare, soprattutto nelle aree più svantaggiate del nostro Paese”.
A dettagliare un quadro già brutale è l’indagine Ipsos “I giovani ai tempi del coronavirus”, che fa emergere che ben 34 mila studenti italiani sono a rischio di abbandono scolastico per gli effetti della pandemia e della didattica a distanza. Il 46% degli studenti definisce l’anno che sta vivendo “un anno sprecato”.
Anzillotti prosegue: “Risulta necessario promuovere interventi per dar voce e visibilità alle giovani generazioni, combattendo così un orizzonte che si preannucia cupo e con poche prospettive. Occasioni come il Learnig planet festival 2021, che propone una conferenza online sul tema: “Recuperare e rivitalizzare l’educazione per la generazione Covid-19”, servono ad ispirare e responsabilizzare gli studenti di tutte le età affinché contribuiscano alla creazione di un futuro migliore e più a loro misura, per renderli capaci di invertire quel senso di “inutilità” sperimentato in questo periodo di emergenza. Occorre inoltre tornare alla mission di contrastare la povertà partendo proprio da quella educativa, arginando così il circolo vizioso che muove da quella materiale a quella delle opportunità di crescita, favorendo il protagonismo dei giovani e il consolidamento di una comunità educante che attivi percorsi di cittadinanza attiva per ascoltare, accogliere, sostenere nella pratica quotidiana la ostruzione del futuro delle nuove generazioni”.
Rosina conclude: “Apprendiamo dai mass-media che la Giunta di Rivoli ha presentato una mozione dal titolo “I rischi della cultura gender”. Sul tema siamo già intervenuti nel 2017 e se si fanno passi avanti, in alcuni contesti e istituzioni, c’è sempre il rischio dietro l’angolo che si vada indietro. Nei giorni moderni, dove le criticità e le fragilità sociali sono maggiori, sta capitando più spesso del previsto. Per questa ragione, è importante presidiare, oggi più di prima, perché i diritti di tutti vengano tutelati. La povertà educativa è generata anche da una comunità che non è in grado di insegnare valori umani fondamentali quali l’accettazione delle diversità, l’integrazione sociale, la tolleranza e l’uguaglianza”.