L’utilizzo massivo dell’incarcerazione è una delle grandi questioni che riguarda i diritti del nostro tempo. Non si tratta solo di milioni adulti, ma anche di un numero impressionante di minori che vengono trascinati all’interno del sistema della giustizia penale.
Le battaglie per i diritti civili negli Stati Uniti sono state storicamente guidate da coloro che erano più discriminati. Ora le madri di ragazzi detenuti stanno facendo la storia, dando vita a un movimento di grande impatto sociale.
Questo rapporto nasce dal primo tentativo di dare una fisionomia a un movimento composto da familiari - in particolare le madri - che mirano a denunciare sia le condizioni in cui vengono trattenuti i loro cari, sia l’utilizzo indiscriminato della carcerazione in sé. Il report intende riassumere e diffondere l’esperienza e il pensiero condiviso dagli esponenti di punta del movimento.
Mothers at the Gate, prodotto con il sostegno finanziario della Annie E. Casey Foundation, analizza e parla di questo movimento emergente per mettere a fuoco e proporre resoconti di prima mano, strategie e esigenze dei familiari di ragazzi detenuti, nel loro impegno individuale e collettivo per trasformare un sistema di giustizia minorile ingiusto.
"Se si vuole produrre un cambiamento nella società civile, occorre rivolgersi alle donne" sostiene la stusiosa Michelle Alexander. Questo è ciò che hanno fatto gli autori nella ricerca presentata in questo rapporto.
Mentre da lungo tempo è in corso nel Paese un dibattito sul crimine e sulla giustizia, la società sta iniziando a prestare attenzione all'impatto della carcerazione sulle famiglie. E da qualche tempo anche le famiglie stanno lottando per ottenere visibilità. Resta da da raccontare la storia di questo crescente movimento guidato dai familiari dei giovani. È una storia di lotta collettiva che sfida la pressione schiacciante di istituzioni con un potere quasi illimitato – con l’intento di essere ascoltati sia dal livello politico sia dalla comunità sociale.
I punti chiave sono i seguenti:
1. L'attivismo dei leader del movimento per la riforma della giustizia dà forza alle famiglie dei giovani incarcerati e fornisce loro una voce con la quale sostenere i bisogni dei loro cari, raggiungendo questi obiettivi:
- allargare il punto di visione singolare dei singoli membri delle famiglie, garantendo loro di avere voce in capitolo nel dibattito pubblico su questi temi;
- lavorare con le famiglie per contrastare la stigmatizzazione dei giovani che siano stati arrestati o incarcerati, così come dei loro familiari;
- resistere alle spinte interne di frantumazione delle famiglie.
2. I membri delle famiglie che guidano il movimento, sfidano il sistema giudiziario a un cambiamento che renda effettive e durature misure di miglioramento delle condizioni di vita dei giovani detenuti, piuttosto che il contrario, come spesso accade. Perseguono iniziative e obiettivi politici concreti, in particolare:
- promulgare la riforma del sistema di condanna; lavorare con le famiglie per contrastare lo stigma contro i giovani che siano stati arrestati o incarcerati;
- alzare l'età in cui i minori possono essere trasferiti alle strutture carcerarie per adulti;
- mettere fine alla carcerazione senza possibilità di uscita condizionale per i minori;
- rompere il sistema automatico di trasferimento dalla scuola alla prigione;
- mettere fine all’isolamento in carcere dei minori;
- miglioramento delle condizioni di vita nelle strutture detentive per giovani;
- rafforzare i legami familiari, migliorando le regole per le visite ai ragazzi e la possibilità di telefonare;
- implementare le misure di investimento della giustizia finlizzate alla riduzione della recidiva e al reinserimento sociale.
3. I leader del movimento si impegnano in una serie di strategie organizzative per ottenere consapevolezza pubblica e raggiungere i loro obiettivi di riforma legislativa e di nuove politiche giudiziarie, tra cui:
- formazione al patrocinio giudiziario;
- assistenza pratica alle famiglie e incremento del loro coinvolgimento;
- attivismo e iniziative collettive.
4. Per sostenere e promuovere il loro lavoro, i leader del movimento hanno bisogno di assistenza in tre aree decisive:
- servizi di comunicazione - includendo risorse per la narrazione, formazione per lo sviluppo editoriale e la presenza nel sistema di comunicazione, la messaggistica multimediale, assistenza per un sito web e gestione dei social network, coordinamento da parte di un direttore della comunicazione;
- maggiore sensibilizzazione per costruire il movimento di riforma della giustizia minorile;
- aumento della raccolta fondi.