Sempre più diffusa l’abitudine tra gli adolescenti di fare un pesante consumo di alcolici, in modo magari non continuativo e ristretto solo ad alcuni giorni della settimana. Si tratta di ragazzi non necessariamente considerati, per stile di vita, a rischio o rientranti nelle categorie di coloro che hanno superato le soglie dell’abuso.
A lungo termine l'uso massiccio di alcolici nel corso dell’adolescenza, altera l’eccitabilità corticale e la connettività funzionale del cervello, secondo un nuovo studio della University of Eastern Finland e del Kuopio University Hospital.
Queste alterazioni sono state osservate in adolescenti sani fisicamente e mentalmente ma pesanti bevitori di alcolici, i quali tuttavia non soddisfano i criteri diagnostici che potrebbero far attribuire loro un disturbo da abuso di sostanze. I risultati sono stati pubblicati nella rivista Addiction Biology a fine 2016.
Lo studio ha analizzato gli effetti del bere pesante in adolescenza sulla attività elettrica e sull'eccitabilità della corteccia. È stato effettuato un follow-up di 27 adolescenti che erano stati forti bevitori durante la loro adolescenza, mettendoli in confronto con 25 ragazzidi pari età, sesso e con un livello di educazione corrispondente, i quali facevano poco o per niente uso di alcool. I partecipanti avevano dai 13 ai 18 anni di età al momento dell’avvio della ricerca.
All'età di 23-28 anni, l'attività cerebrale dei partecipanti è stato analizzata utilizzando la stimolazione magnetica transcranica (TMS) in combinazione con l’elettroencefalogramma (EEG) in registrazione simultanea. Nella TMS, gli impulsi magnetici sono stati diretti alla testa per attivare le cellule neuronali corticali.
Questi impulsi magnetici passano attraverso il cranio e gli altri tessuti, e sono sicuri e non dolorosi per la persona sottoposta all’esame. Il metodo consente di analizzare come le diverse regioni della corteccia rispondano alla stimolazione elettrica e quali siano le connettività funzionali tra le diverse regioni. Indirettamente, il metodo permette anche di analizzare la trasmissione chimica.
Gli effetti del consumo di alcol a lungo termine non sono stati mai studiati tra gli adolescenti in questo modo prima d'ora.
La risposta corticale all'impulso TMS era più forte tra i bevitori di alcol. Questi hanno dimostrato una maggiore attività elettrica complessiva nella corteccia nonché una maggiore attività associata con l'acido gamma-aminobutirrico, GABA, sistema di neurotrasmissione. Ci sono state anche differenze tra i gruppi nel modo in cui questa attività si è diffusa nelle diverse regioni del cervello.
La prima parte della ricerca ha dimostrato che a lungo termine, l'uso a livello di alcolismo di alcool altera la funzione del sistema di neurotrasmissione GABA. GABA è il neurotrasmettitore inibitore più importante del cervello e regolatore della funzione del sistema nervoso centrale. È risaputo che il GABA svolge un ruolo per i fenomeni dell’ansia, della depressione e della patogenesi di numerose malattie neurologiche.
Lo studio ha trovato che l'uso dell’alcol ha causato alterazioni significative sia alla neurotrasmissione elettrica sia a quella chimica tra i partecipanti allo studio, anche se nessuno di loro soddisfaceva i criteri diagnostici di un disturbo da uso di sostanze.
Inoltre, in uno studio precedente realizzato presso l'Università della Finlandia orientale, relativo al rapporto tra adolescenti e alcol, l’assottigliamento corticale era osservabile nei giovani che erano stati forti bevitori durante la loro adolescenza.
Per i giovani il cui cervello è ancora in via di sviluppo, l'uso pesante di alcol è particolarmente dannoso. I risultati dello studio giustificano la richiesta di una maggiore restrittività, per gli adolescenti, dei criteri diagnostici per rilevare i disturbi da abuso di sostanze, e pongono la questione se non sia il caso che vengano più sollecitamente indirizzati al trattamento. L'uso di alcol può essere più dannoso per un cervello in via di sviluppo di quanto si pensi, anche se ci vuole tempo perché gli effetti negativi connessi all'alcol si manifestino nella vita di una persona.
I materiali disponibili sul sito della Università della Finlandia orientale.
Riferimento bibliografico :
Outi Kaarre, Elisa Kallioniemi, Mervi Könönen, Tommi Tolmunen, Virve Kekkonen, Petri Kivimäki, Noora Heikkinen, Florinda Ferreri, Eila Laukkanen, Sara Määttä. Heavy alcohol use in adolescence is associated with altered cortical activity: a combined TMS-EEG study. Addiction Biology, 2016.