Se un genitore fa uso di droga, lo faranno anche i loro figli quando cresceranno? Quando, nella loro vita, i genitori ne hanno fatto utilizzo e quando i figli?
I genitori che fanno uso di alcol, marijuana e droghe pesanti, hanno frequenze più alte di figli che raccolgono le loro abitudini, secondo uno studio della Sam Houston State University.
La ricerca, denominata "Intergenerational Continuity of Substance Use", ha rilevato che, in confronto a genitori che non hanno mai fatto uso di sostanze, quelli che hanno consumato abitualmente alcol, marijuana e altre droghe hanno una maggiore probabilità che i loro figli ne diventino loro stessi consumatori.
Più precisamente, la ricerca sostiene che le probabilità di contrarre abitudini di consumo di alcol per questi ragazzi sia cinque volte superiore se i loro genitori ne fanno uso; le probabilità di uso di marijuana o di altre droghe sono due volte superiori. Oltre a questo, anche l'età e altri fattori demografici sono stati inoltre importanti predittori di uso di sostanze.
"Si tratta di uno studio particolarmente prezioso in quanto valuta la misura secondo la quale l'utilizzo delle sostanze nei genitori permette di prevedere l'utilizzo da parte dei loro figli, all'interno di periodi di età equivalenti e in momenti evolutivi specifici nel corso di vita", ha detto il dottor Knight del Dipartimento di Giustizia Criminale e Criminologia.
Sembra che esista una relazione intergenerazionale in questa abitudine. L'effetto non è così forte come si potrebbe credere a partire da quanto ritiene il senso comune, ma quando lo si misura in relazione alle fasi di sviluppo, può fornire importanti informazioni sul suo impatto nell'adolescenza e nella prima età adulta".
Lo studio ha esaminato i modelli di consumo di sostanze da parte di un gruppo famiglie, nell'arco di un periodo di 27 anni. Documenta l'uso delle sostanze nel corso del tempo, dando una più completa comprensione di quando si verifica dell'uso di sostanze, quando si riduce o si conclude, e l'influenza dei genitori in questo processo.
Secondo l'indagine nazionale sul consumo di droga e la salute nel 2011, circa 22,6 milioni di americani dai 12 anni in su ha dichiarato di aver fatto uso di sostanze illecite nell'ultimo mese.
Altri studi mostrano che l'uso di droghe è associato a difficoltà scolastiche, a livelli di occupazione più bassi, a cattiva salute, a dipendenza dall'assistenza pubblica, a responsabilità nella disorganizzazione della zona di residenza, e a un aumento del rischio di coinvolgimento in attività criminali, comportamenti violenti e incarcerazione.
Il costo del consumo di droga, negli Usa, calcolato dalla perdita di produttività, costi sanitari e della giustizia penale è di quasi 600 miliardi dollari.
Tracciando l'andamento nel tempo dell'uso di sostanze all'interno delle famiglie, si può ottiene anche un prezioso strumento per lo sviluppo di programmi di intervento. Lo studio suggerisce che, se si riesce a ridurre l'uso della sostanza in adolescenza, questo può contribuire a frenare il permanere del comportamento nelle generazioni future.
Lo studio aiuta anche a individuare i periodi critici nell'arco della vita per l'uso di diverse sostanze illecite, compresa l'emergenza rappresentata dall'adolescenza e quando tale uso potrebbe diminuire. Ad esempio, la marijuana e le altre droghe prevalgono nell'adolescenza e in generale declinano prima o all'età di 24 anni.
L'uso di alcol continua ad aumentare per tutta l'adolescenza e la giovane età adulta, e poi rimane relativamente stabile nel corso della vita.
Sono risultati che provengono dal National Youth Survey Family Study, che ha raccolto i dati relativi a tre generazioni su un periodo di 27 anni. L'analisi si è basata su 655 genitori e 1.227 figli, dal 1977 al 2004.