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Vi sarebbero tassi più elevati del cosiddetto "binge drinking" (l'”abbuffata alcolica”, fatta di bevute di grandi quantità di liquore in poco tempo, finalizzata allo stordimento e alla perdita di controllo) da parte degli adolescenti lesbiche e gay  rispetto ai loro coetanei eterosessuali. Secondo un recente studio, questo dato sarebbe da riferirsi a uno stress cronico causato da una situazione sociale e relazionale più difficile rispetto agli altri ragazzi.

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{xtypo_quote_right}Esistono molti studi sugli adolescenti che parlano di sessualità o di identità sessuale, ma sono spesso generici e non considerano esperienze più particolari quali lo stress adolescenziale in riferimento all'orientamento sessuale di minoranza{/xtypo_quote_right}

 

La ricerca ha dimostrato che lesbiche e gay sperimentano maggiori problemi di salute fisica e mentale. Una spiegazione per questa differenza è lo “stress da minoranza”. Secondo questa teoria, lo stress cronico causato da discriminazione, rifiuto, persecuzione, dissimulazione dell'orientamento sessuale, omofobia interiorizzata (atteggiamenti interiori negativi nei confronti della propria omosessualità) e altre esperienze negative conducono a una cattive condizioni di salute.

 

Gli autori dello studio hanno cercato di stabilire se la teoria dello “stress da minoranza” possa spiegare perché gli adolescenti gay e lesbiche si dedicano al “binge drinking” più di quanto non facciano i giovani eterosessuali. Per fare questo, hanno analizzato le risposte di 1232 giovani di età compresa tra i 12 e i 18 anni, i quali hanno preso parte a un sondaggio online condotto da OutProud (la Coalizione Nazionale a favore di Gay, Lesbiche, Bisessuali e Giovani Transgender). Il 16 per cento dei giovani si sono presentati come femmine lesbiche e l'84 per cento come maschi omosessuali. L'indagine è stata incentrata su domande riferite a esperienze sessuali di minoranza ed ha incluso più di 260 variabili. Rappresenta l'unica ricerca nota su questo argomento.

"Esistono molti studi sugli adolescenti che parlano di sessualità o di identità sessuale, ma sono spesso generici e non considerano esperienze più particolari quali lo stress adolescenziale in riferimento all'orientamento sessuale di minoranza” ha detto il professor Schrager, che ha condotto la ricerca.

Coerentemente con la teoria dello stress da minoranza, i partecipanti hanno riferito un maggior disagio psicologico quando hanno sperimentato violenza o vittimizzazione, nel caso avessero interiorizzato l'omofobia o reso pubblico il loro orientamento sessuale. L'omofobia interiorizzata è risultato un predittore significativo del binge drinking, mentre l'esperienza di violenza o di vittimizzazione è stata solo marginalmente associata al bere grandi quantità di alcol in un breve periodo di tempo. I giovani che ancora vivono con i loro genitori, sono risultati meno propensi a segnalare pratiche di binge drinking. Sentirsi collegati alla comunità gay è stato associato sia positivamente che negativamente al binge drinking. I ragazzi che si sentono connessi hanno riferito più frequentemente di praticare il binge drinking. Tuttavia, il legame con la comunità crea, per altri versi, una protezione contro l'omofobia interiorizzata e, quindi, indirettamente produce una difesa contro il consumo eccessivo ed episodico di alcol.

"Stabilito che gli interventi di prevenzione e di sostegno risultano più efficaci quando recepiscono adeguatamente le esperienze culturali dei partecipanti, studi come quello di cui stiamo parlando" ha concluso il dottor Schrager, "possono potenzialmente favorire approcci terapeutici personalizzati sulla base delle esperienze specifiche vissute da adolescenti lesbiche e gay".


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