Da quando le scuole hanno sospeso le attività in presenza a seguito dell’emergenza coronavirus, molti genitori si sono chiesti e hanno domandato agli insegnanti quale effetto possa avere il radicale cambiamento nella didattica sull’apprendimento dei figli.
La risposta è che nessuno lo sa per certo. La ricerca non ha mai studiato una tale, prolungata interruzione, in quando non si è mai verificata prima. Gli esperti possono solo fare previsioni in base a ciò che sanno su come gli studenti hanno reagito a chiusure più brevi o più localizzate in passato.
Sembra indiscutibile che la mancanza della scuola, sia volontaria che involontaria, abbia generalmente conseguenze negative per l'apprendimento degli studenti. Per valutarle, andrebbero forse consultate le ricerche esaminano la chiusura delle scuole causata da focolai di malattie infettive, calamità naturali o condizioni meteorologiche avverse; oppure da eventi personali che hanno portato gli studenti a forzate interruzioni della frequenza scolastica.
Come indicano molti studi, le stesse chiusure scolastiche programmate ogni estate possono rallentare - e persino fa regredire – l’apprendimento degli studenti, quella che viene definita come “perdita di apprendimento estiva".
È prevedibile, come sono in molti ad affermare oggi sulle pagine dei giornali, che la chiusura delle scuole a causa dell’epidemia sarà dannosa in particolare per gli studenti delle famiglie a basso reddito e delle minoranze etniche.
L'impatto delle chiusure scolastiche varierà in base al contesto socioeconomico e alla posizione geografica dei ragazzi. I giovani meno abbienti e che vivono nelle aree più periferiche non hanno la stessa probabilità di disporre di Internet, o almeno non della connessione Internet a banda larga veloce necessaria per trasmettere video didattici e partecipare ad attività di apprendimento remoto, quali incontri online con insegnanti e compagni di classe.
È più probabile che i ragazzi provenienti da famiglie a reddito più elevato possono contare anche su tutor privati o almeno su un genitore a domicilio che può dedicare più tempo alla supervisione e all’aiuto durante le dimissioni scolastiche.
È facile prevedere che in una casa con genitori laureati di cui uno in smart working, in grado di pagare insegnanti privati, accada qualcosa di molto diverso rispetto ad altre famiglie in cui i genitori non hanno la stessa istruzione o tempo o accesso alle risorse finanziarie.
Molte realtà scolastiche pubbliche hanno spostato le lezioni dall'aula alle case dei ragazzi, ma in modo diversificati, affidandosi all’aiuto dei genitori e, soprattutto, in base alla buona volontà e alle capacità degli insegnanti.
La mancanza di accesso alla scuola e all'istruzione formale non è l'unico fattore che influenza l'apprendimento degli studenti in questo momento. Le famiglie devono affrontare numerosi fattori di stress, tra cui l'ansia per il virus, la perdita di posti di lavoro e di reddito. La sicurezza personale, inoltre, in questa situazione per i ragazzi costretti a trascorrere tutto il giorno, tutti i giorni, in famiglie abusanti, diventa un’emergenza.
Lo stato fisico dei giovani, che non possono uscire, incontrarsi, esercitarsi o giocare con libertà con i pari, diventa un ulteriore fattore critico per l’apprendimento.
Occorre poi ricordare, riferendosi all’apprendimento, che gli insegnanti stanno cercando di riconvertire rapidamente un metodo di insegnamento basato sulla presenza in classe in un'esperienza di apprendimento online interattiva, dovendo anche aiutare i genitori a gestire l'istruzione in remoto.
Allo stesso tempo, a loro volta, stanno anche affrontando sfide personali, come lavorare a casa a tempo pieno mentre si prendono cura dei loro figli o magari di genitori anziani.
Anche gli insegnanti andrebbero consultati in merito ai loro timori. Ad esempio, mentre ci auguriamo che al più presto riaprano le scuole, molti di loro più anziani hanno probabilmente preoccupazioni per la propria salute in quanto sono più vulnerabili. Per alcuni di loro, probabilmente, esistono maggiori preoccupazioni per la sicurezza del loro lavoro.
Le difficoltà economiche prodotte dalla crisi potrebbero portare a tagli pesanti sui bilanci degli istituti, compromettendo la possibilità di affidare incarichi ad esterni per il supporto, il tutoraggio, il recupero, ruoli fondamentali a sostegno dell’apprendimento degli studenti più disagiati.
Tuttavia, esistono anche elementi positivi nell’attuale situazione di emergenza scolastica. Si è attivata una discussione per rinnovare e migliorare l'educazione pubblica. Potrebbe essere l’occasione di un grande rilancio della centralità della scuola, strutturata su modalità e in contesti inediti.
In altre parole, a partire da questa interruzione, ci si deve chiedere: Cosa si può fare di nuovo e di diverso? Esiste una possibilità di reinventare le scuole per affrontare le disuguaglianze strutturali e sistematiche che esistono in tante realtà? Un’occasione pubblica di rinnovamento che non deve essere persa.