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I bambini che subiscono maltrattamenti e traumi, quali l’abbandono o l’abuso fisico o sessuale, hanno maggiori probabilità di assumere comportamenti delinquenziali o aggressivi nell'adolescenza e nella giovane età adulta.

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È quanto risulta da uno studio recentemente pubblicato dalla rivista BMC Public Health.

L’autrice, Hannah Lantos, esperta di sviluppo giovanile presso Child Trends, un'organizzazione di ricerca non-profit a Bethesda, nel Maryland, ha presentato la ricerca dicendo: "Maltrattamenti ed esperienze di violenza, come dimostrato, hanno un impatto a lungo termine sul benessere dei bambini, che prosegue a lungo nella loro vita.

Esiste un forte rischio che si crei un collegamento tra le esperienze di maltrattamento e il coinvolgimento, quando saranno diventati adolescenti, in comportamenti delinquenziali.

La nostra ricerca suggerisce che molti giovani che sono entrati nel sistema giudiziario minorile per aver commesso dei reati, sono alle prese con gli effetti del trauma e dei precedenti maltrattamenti. Questo indica che dovremmo, come sistema, fornire sostegno ai giovani che hanno subito maltrattamenti in modo che si possano recuperare e indirizzare il loro comportamento alla socialità".

L’espressione "comportamenti devianti", continua l’esperta riferendo la situazione del suo Paese, si riferisce a comportamenti nei giovani di età inferiore ai diciotto anni che costituirebbero reati condannati in modo molto più pesante se commessi da adulti, come danneggiare la proprietà di un'altra persona o rubare, sparare o ferire qualcuno, usare minacciosamente un'arma per ottenere qualcosa da qualcuno o l’essere coinvolti in una rissa.

Per esaminare se e in che modo la relazione tra questi comportamenti e il maltrattamento subito nell'infanzia variava in relazione al sesso, all’etnia e all’orientamento sessuale, gli autori hanno utilizzato i dati di 10.613 partecipanti al National Longitudinal Study of Adolescent to Adult Health (Add Health). L’indagine dell’Add Health include un campione rappresentativo a livello nazionale di adolescenti statunitensi che frequentavano la scuola dalla seconda media alla fine delle superiori nell'anno scolastico 1994-95, i quali sono stati seguiti per due decenni e mezzo da allora.

"La maggior parte delle ricerche precedenti in questo ambito utilizzavano dati sul benessere dei minori o le informazioni del sistema di giustizia minorile, l’inclusione in entrambi i sistemi era legata all’appartenenza etnica.

Utilizzando un campione ampio e rappresentativo a livello nazionale, abbiamo invece ottenuto un quadro più obiettivo rispetto all'associazione tra maltrattamenti e devianza, grazie a un campione più diversificato e preso in considerazione per un periodo di sviluppo più lungo".

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Gli autori hanno scoperto che oltre i tre quarti dei partecipanti inclusi nella ricerca (il 77%) hanno riferito di aver subito almeno una forma di maltrattamento nell'infanzia. Quasi un terzo dei partecipanti (il 32,5%) ha riferito di aver commesso reati non violenti e il 30% ha commesso reati violenti durante l'adolescenza.

Rispetto a coloro che non hanno riferito di aver subito maltrattamenti, gli adolescenti che hanno subito maltrattamenti avevano una probabilità molto più alta di assumere comportamenti violenti e hanno mostrato una crescente e precoce responsabilità in reati non violenti durante la prima adolescenza.

I reati non violenti hanno raggiunto il picco negli ultimi anni dell'adolescenza per tutti gli adolescenti, ma l'aumento è stato più marcato e il picco più elevato quando la frequenza dei maltrattamenti subiti nell’infanzia era stata più elevata.

Tra i bambini che hanno subito maltrattamenti, i maschi hanno mostrato una frequenza significativamente più elevata di comportamenti devianti non violenti rispetto alle femmine. Gli autori non hanno riscontrato differenze invece nell'associazione tra maltrattamenti e comportamenti offensivi violenti o non violenti per etnia o orientamento sessuale.

Osservano gli autori dello studio: "Questa mancanza di differenza indica che non esiste una particolare etnia o un orientamento sessuale per i quali il maltrattamento sia associato a successivi comportamenti devianti, violenti o non violenti, una scoperta che contraddice la ricerca precedente che ha trovato un legame in base all’etnia.

Inoltre, che l'associazione sia più forte per i maschi sfida anche l'idea che i ragazzi siano intrinsecamente più inclini a comportamenti a rischio. Questo potrebbe invece suggerire che i ragazzi sono più inclini a esternalizzare in seguito a esperienze di maltrattamenti e che supporti adeguati potrebbero ridurre il rischio di questi comportamenti negativi. "

Gli autori avvertono che, poiché gli intervistati inclusi in questo studio sono ormai trentenni e anche freschi quarantenni, le loro esperienze di maltrattamenti sono avvenute molto tempo fa.

Le relazioni tra maltrattamenti e comportamenti devianti possono differire nei giovani che subiscono oggi maltrattamenti. Esplorare i collegamenti tra specifici abusi e frequenza di maltrattamenti e devianza successiva, variante che non è stato esplorata in questo studio, può essere un importante passo successivo per capire se alcuni tipi di maltrattamento hanno una relazione più forte con determinati tipi di reato o di comportamento deviante.

Hannah Lantos conclude affermando: "Le nostre scoperte rafforzano la necessità di riesaminare quelle aree dei risultati in cui nella traiettoria dal maltrattamento alla delinquenza minorile e ai reati, persistono delle irregolarità. Aggiungendosi a quanto già sappiamo sulla devianza, la relazione tra maltrattamento e devianza può aiutare a mettere a fuoco più efficaci opportunità a supporto dei giovani e può dar vita a miglioramenti nei sistemi della giustizia minorile e anche in quella degli adulti".

 

I materiali della ricerca sono disponibili sul sito BMC (BioMed Central).

Riferimento bibliografico:
Hannah Lantos, Andra Wilkinson, Hannah Winslow, Tyler McDaniel.
Describing associations between child maltreatment frequency and the frequency and timing
of subsequent delinquent or criminal behaviors across development:
variation by sex, sexual orientation, and race.
BMC Public Health, 2019.


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