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Il livello di coesione sociale all’interno di una comunità e la qualità dei rapporti di vicinato, può avere effetti a lungo termine sulla salute mentale degli adolescenti e sui loro comportamenti sociali. Lo ha messo in luce una nuova ricerca realizzata presso l'Università di Ottawa.

20150716 coesione sociale

Lo studio, pubblicato su Psychological Medicine, ha esaminato i modelli e le caratteristiche delle attività e dei processi che promuovono coesione sociale nei quartieri in cui vivono 5.577 ragazzi, i quali sono stati monitorati dall’età della prima scolarizzazione fino all'adolescenza. Utilizzando i dati dell’ufficio nazionale di statistica relativi a giovani e ragazzi, i ricercatori hanno poi collegato questi modelli ai riscontri in merito alle modalità di comportamento e alle condizioni di salute mentale di questi giovani nella prima adolescenza, dai  12 ai 15 anni di età. I risultati hanno indicato che coloro che vivono in quartieri altamente coesi nella prima infanzia - quelli che promuovono attività sociali di supporto e diffondono un senso di appartenenza comunitaria tra i residenti - hanno fatto riscontrare un maggior livello di socievolezza e una superiore propensione a impegnarsi in attività "pro-sociali", adottando comportamenti che avvantaggiano gli altri o la società in generale, come ad esempio aiutare persone in difficoltà, condividere con gli altri le proprie cose, svolgere attività di volontariato.

Viceversa, i ragazzi che hanno vissuto in quartieri con un basso tasso di coesione sociale per tutta la loro infanzia, accusano un ben più rilevante livello di sintomi di ansietà e depressione, oltre che manifestare una marcata iperattività nel corso della loro adolescenza.

La diminuzione della coesione è infatti stata associata alla progressiva manifestazione di una maggiore iperattività, mentre miglioramenti nel quartiere nei fattori di coesione sociale, sono risultati associati a una più ridotta iperattività e aggressività sociale.  

"Gli studi hanno dimostrato che il contesto e le condizioni ambientali di un quartiere possono incidere sulla salute di una persona e sul suo benessere, includendo anche la loro salute " spiega il dottor Ian Colman, professore associato presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Ottawa.

"Vivere in una comunità non sicura o instabile può avere esiti negativi per la salute portando a depressione, ansia e uso di sostanze".

I risultati dello studio suggeriscono che gli sforzi per migliorare la coesione sociale nelle comunità possono avere un impatto positivo sulla salute mentale e sul comportamento di  bambini e adolescenti.

"Una più alta coesione sociale può aumentare il livello di interazione tra un ragazzo e gli adulti di fiducia nella comunità, oltre che con gli altri ragazzi del quartiere, fattori che possono contribuire ad un sano sviluppo sociale ed emotivo" dice la dottoressa Mila Kingsbury, psicologa e ricercatrice.

Questo studio può costituire uno strumento utile per orientare le politiche di investimento e intervento sulla qualità della vita sociale. Le iniziative volte a rigenerare socialmente ed economicamente le comunità svantaggiate possono avere un impatto positivo sulla salute generale di chi ci vive, sui tassi di mortalità e anche sulla salute mentale. In particolare è stato verificato che i programmi che aumentano le possibilità di spostamento delle famiglie dai quartieri svantaggiati, portano a un miglioramento della salute anche mentale dei singoli. Sono fattori già presi in esame da diverse ricerche.

I risultati di questo nuovo studio, però, suggeriscono che il  miglioramento della salute mentale può essere dovuto, in parte, ai processi in atto nel quartiere per promuovere la coesione, e che tali programmi possono anche avere un impatto sulla salute mentale e sul comportamento degli adolescenti. Si evidenzia che interventi a livello locale volti a migliorare la socialità e l'ambiente fisico di un quartiere possono essere più convenienti rispetto le strategie di delocalizzazione, con il potenziale ulteriore vantaggio di produrre benefici per l’intera comunità.

Lo studio


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