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Sofia ha 26 anni e ha da poco concluso il suo anno di Servizio Civile Nazionale presso la comunità educativa della Coop. Arimo “Casa di Camillo”, con sede a Carpignago.
Casa di Camillo accoglie fino a 10 ragazzi tra i 14 e i 18 anni, italiani e stranieri, inseriti in comunità con misure penali o con provvedimenti di affido all’Ente Pubblico e collocamento in comunità.
Per Sofia è stato anno intenso che l’ha messa alla prova più volte.
Quella che segue è la sua testimonianza, con cui cerca di farci comprendere cosa ha significato, per lei, questa esperienza di vita.

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Fare servizio in Casa Camillo è stato come fidanzarsi con una leonessa stravolgente.

Un’intensa relazione iniziata con cautela e piccoli passi, una di quelle storie che ti prendono e ti portano via. Ora che ci dobbiamo salutare quasi il magone sale.

Ho fatto quelle scale infinite volte, ho portato un mazzo di chiavi potenti con pazienza e sicurezza, mi sono seduta in giardino, in ufficio, in camera, ad ascoltare e raccontare e ascoltare e parlare e nuovamente ascoltare, fiumi di parole, emozioni, propositi, fiumi di vita in tortuose giovani vite, così sagge e ignoranti allo stesso tempo da far tremare le pareti dell’anima, oltre ovviamente a quelle della casa.

Ho lavato milioni di lenzuola, ho fatto bollire chili infiniti di pasta, ho percorso chilometri e chilometri di ferrovie, ho dato un miliardo di ordini, ho passato interminabili ore in piedi in coda, in biglietteria, in questura, e ancora in questura, ho fatto andare un pedale dopo l’altro con la pioggia e con il sole, con la grandine e con l’arsura, ho passato seduta incontrollabili ore di fronte allo studio dello psicologo, sono sopravvissuta a sconvolgenti scorci di degenze psichiatriche, ho resistito a noiosissime domeniche di un grigio inverno, ho fatto di me una volontaria al servizio di una comunità rieducativa per minori, dedicando tempo, apprendimento, pericoloso entusiasmo e uno strano fascino per l’impossibile.


lavorare in comunità è così,
sai cosa lasci quando vai via
ma non sai cosa trovi quando ritorni


Casa Camillo è tanto.

Casa Camillo è stato uno tsunami di vita e di realtà.

Porto con me tutto ciò che considero un successo: il mio bagaglio è stracolmo. Vedo i volti dei ragazzi oggi in casa Camillo, li vedo camminare con me ai piedi del Monte Rosa, li vedo sorridere quando conquistano fiducia, li vedo guardarmi male a ogni rimprovero.

Porto con me, forse con ancora più gusto, tutto ciò che è andato storto, tutte quelle strade che si sono allontanate, le dimissioni e i bruschi saluti. Porto con me i loro volti, le loro fatiche, le loro speranze. Porto con me il valore delle relazioni intrecciate, anche se poi interrotte.

Lavorare in comunità è così, sai cosa lasci quando vai via ma non sai cosa trovi quando ritorni.

L’importante è trovare se stessi sia dentro che fuori da essa.

La testimonianza di Sofia è stata pubblicata dal Centro Servizi Volontariato di Pavia http://www.csvpavia.it/blog/?p=1820

 

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Una nota di Luca Natili, responsabile di Casa Camillo, sull'esperienza di Sofia e del servizio civile


Come Sofia mi sono avvicinato al mondo delle comunità educative tramite il Servizio Civile , nel 1997 , quando era un'alternativa al servizio militare. Avevo vent'anni ed ero incompetente , arrogante, curioso e pieno di energie.

Mi sono riconosciuto nella sua descrizione dello spendersi in compiti quotidiani, ripetitivi, semplici ed essenziali in un contesto comunitario. Grazie.

 In quel rapporto così emotivamente intenso con le persone, che mi mise duramente a confronto con i miei limiti, con i miei desideri, in sostanza con quello che ero allora.


la comunità ti espone
ad un'intensità relazionale
che a volte scalda ed altre scotta


La comunità ti espone ad un'intensità relazionale che a volte scalda ed altre scotta. Ad un confronto con l'altro che obbliga a quello con se stessi, che è decisamente più faticoso.

Dalle sue parole  risuona la bellezza di questa esperienza, la mia, la sua, so per certo quella di tanti altri . Casa di Camillo è tanto, talvolta troppo. Il senso finale del mio Servizio Civile io l'ho trovato  nelle mie scelte successive, credo che sia l'augurio migliore che si possa fare  a chi ha concluso il suo percorso.

Mi hanno fatto sorridere le parole di questa ragazza “fare servizio civile in Casa di Camillo è stato come fidanzarsi con una leonessa stravolgente”

Mi hanno fatto pensare di essere ancora innamorato di questa leonessa e sono quasi dieci anni che mi stravolge.

 


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