Studi interrotti improvvisamente, tirocini e lavori estivi annullati, feste con gli amici vietate, ricerche di lavoro compromesse o almeno sospese. Sebbene vari fattori stessero già precedentemente ostacolando i percorsi verso l’autonomia dei giovani, come la difficoltà di inserimento dei ragazzi senza formazione (in Italia sono circa due milioni i ragazzi che non studiano e non lavorano), la crisi sanitaria rappresenta un ostacolo inaspettato al percorso dei giovani verso l'età adulta e l'indipendenza.
L’indipendenza corrisponde al periodo di passaggio verso l'età adulta, contraddistinto dall’autonomia in tutte le sue forme: economica, residenziale, legale e anche psicologica.
Dall'indipendenza materiale all'autonomia psicologica
Diverse discipline riconoscono l'indipendenza come un tema fondamentale e rilevante per definire la giovinezza. La sociologia tradizionale definisce un individuo indipendente se è maggiorenne e se non dipende più dai suoi genitori per garantire i suoi mezzi di sussistenza. L'indipendenza è stata essenzialmente analizzata in sociologia da una visione specificamente orientata all'emancipazione finanziaria dei giovani. Essere finanziariamente responsabili, con il proprio alloggio, avere un'attività stipendiata in modo sufficiente a soddisfare le proprie esigenze sono criteri determinanti per l'indipendenza.
Tuttavia, i giovani che entrano nel mercato del lavoro stanno subendo tutto il peso della crisi e della disoccupazione in aumento causata dall'epidemia di Covid-19, che sta sconvolgendo i loro progetti e offuscando i loro orizzonti.
In psicologia, l'indipendenza dei giovani viene analizzata più a livello emotivo, come separazione dai genitori.
Per lungo tempo l'autonomia è stata sinonimo di indipendenza, in relazione alla scala macrosociale, a quella della società e ai suoi eventi cardine verso il passaggio all'età adulta, come avere un lavoro, una casa o essere sposati. Questa definizione di autonomia è oggi insufficiente per spiegare il passaggio all'età adulta.
I giovani possono avere una certa autonomia, ad esempio affettivamente nei confronti dei genitori (il fatto di smettere di proiettare su di loro tutte le difficoltà e l’inesperienza), senza essere del tutto indipendenti perché non hanno le risorse, in particolare finanziarie e materiali, che lo consentono.
Lo stigma che arriva dal momento in cui il modello consisteva nel lasciare assolutamente e non tornare dai propri genitori per marcare la propria indipendenza oggi non sembra più valido, di fronte a una realtà economica completamente diversa, che richiede il ritorno di un gran numero di giovani dai genitori perché si ritrovano senza altre alternative.
La crisi sanitaria legata al coronavirus sta amplificando questo fenomeno, con motivazioni ancora nuove e configurazioni diverse che si stanno innestando da entrambe le parti.
Il confinamento di ritorno a casa può quindi essere vissuto dai giovani come una sorta di regressione imposta al mondo dell'infanzia, un confronto con una promiscuità inquietante che sconvolge il processo di emancipazione dei giovani che, per mancanza di occupazione, hanno dovuto tornare dai genitori.
Riti di passaggio
Avere 18 anni significa in genere avere il diploma di maturità. Questi eventi fanno parte di una proiezione e di una rappresentazione del futuro e sono alcuni degli elementi che compongono il rito iniziatico di passaggio all'età adulta.
L'annullamento dei riti legati al raggiungimento del diploma di maturità, la prima vera prova sulla strada della giovinezza, può sembrare un primo ostacolo al raggiungimento dell'autonomia. Mentre gli altri riti di integrazione hanno perso il loro valore (come la patente di guida, il servizio civile, ecc.), il diploma di maturità ha quasi un valore iniziatico. Segna l'ingresso nell'età adulta.
La mobilità è un altro trampolino di lancio verso l'emancipazione. Al momento del Covid-19, molti giovani avevano un progetto di mobilità internazionale e non sono stati in grado di realizzarlo.
Secondo gli antropologi, siamo di fronte a un indebolimento dei riti di iniziazione poiché non esistono più momenti ritualizzati che segnano consapevolmente il passaggio dallo stato di bambino allo stato di adolescente, quindi allo stato di giovane adulto.
Il passaggio dall'adolescenza all'età adulta ammette possibili movimenti avanti e indietro, una sorta di processo per prova ed errore.
L'importanza dei coetanei
La maggiore età è un punto di svolta quando si cerca di emanciparsi, spesso lasciando la zona di comfort familiare per incontrare altri gruppi e iniziare la propria vita sociale.
Poiché i giovani sono di natura profondamente sociale, uno dei mezzi per raggiungere l'autonomia dei giovani in relazione alla loro famiglia consiste nell'integrarsi in un altro gruppo: il gruppo dei coetanei, gli amici.
Tuttavia, con l'implementazione della formazione a distanza nelle scuole superiori e nelle università, i giovani seguono i corsi attraverso schermi dalle loro stanze, separati fisicamente dai loro coetanei, questi essenziali fattori di attivazione e modelli di individuazione. La chiusura di palestre, palazzetti dello sport, fast-food e tutti quei luoghi dove i giovani si confrontano e socializzano è stata di conseguenza vissuta male.
Con il confinamento e il coprifuoco, i giovani si sono trovati immersi in un mondo di divieti che li portano a sentirsi vittime di decisioni arbitrarie o ingiustizie, che limitano la loro vita quotidiana e il loro processo di emancipazione. Dove possono rifugiarsi i giovani per trovare mezzi di affermazione ed espressione di emancipazione?
In particolare, se le nuove tecnologie di comunicazione (tablet, cellulari, uso dei social network digitali) stanno diventando così importanti nella vita dei giovani di oggi, questo può essere spiegato dal fatto che mancano spazi alla socialità, aree di espressione per la loro crescita offerti dalla società?
Le nuove tecnologie consentono ai giovani di sfuggire a una vita quotidiana ristretta e possono quindi servire da supporto per l'apprendimento dell'autonomia dei giovani, poiché sono un nuovo modo di uscire dalla sfera genitoriale per ritrovarsi con i loro coetanei attraverso i social network digitali.
La speranza è che i giovani possano quanto prima riprendere il loro percorso verso la vita adulta, senza che questo momento di crisi lasci troppe ferite. Gli adulti e la società dovranno dare priorità ai loro bisogni e alla necessità di ricostruire occasioni di sviluppo e di affermazione per il loro ingresso nell’età adulta.