Uno dei segnali che indicano che l’adolescenza sta iniziando è quando i genitori iniziano a sentire i figli lamentarsi in modo più frequente di mancanze di attenzione, errori e distrazioni che hanno commesso. I cambiamenti legati alla crescita, infatti, all'inizio dell'adolescenza, possono disorganizzare e distrarre.
In questa fase dello sviluppo, un giovane può sentirsi senza capacità di controllo, inefficace e ansioso. Sente di non riuscire a mantenere ordine nelle sue cose, a ricordare quello che gli è stato detto, a concentrarsi, a concludere quello che ha iniziato, e così via.
I genitori, frustrati, in genere si lamentano della crescente disorganizzazione e distraibilità del figlio.
La spiegazione, osservano gli psicologi, risiede nel fatto che l'inizio dell'adolescenza sta complicando la vita del ragazzo in molti modi mutevoli che rendono più difficile mantenere la concentrazione. Concentrarsi significa avere la capacità di focalizzare l'attenzione.
Sono molti i cambiamenti che un adolescente deve affrontare. A scuola ora ci sono più insegnanti e tutti assegnano simultaneamente compiti. L’impegno scolastico richiede ora di tenere presenti molte più scadenze e lavori da affrontare.
La pubertà cambia poi il corpo in modi inaspettati, creando maggiori occasioni di riflessione su di sé e di insicurezza.
Man mano che i gruppi di amici con cui si gioca diventano gruppi di pari, c'è una maggiore pressione competitiva per adattarsi, tenersi al passo degli altri, rimanere aggiornati e socialmente richiesti. Il desiderio di mostrarsi grandi cresce, il mondo più ampio in cui si fa esperienza di vita diventa molto più complicato da comprendere.
A queste richieste esterne di adattamento si aggiungono quelle che vengono descritte dagli esperti di psicologia dello sviluppo come le due “spinte” più forti della crescita adolescenziale: il distacco e la differenziazione.
Il distacco consente al giovane di separarsi dall'infanzia e dai genitori per sviluppare un'autonomia più funzionale. La differenziazione consente al giovane di ridefinirsi e di sviluppare un'individualità più adeguata alla nuova situazione in cui si trova.
All'inizio dell'adolescenza (di solito tra i 9 e i 13 anni), si verifica una convergenza evolutiva molto impegnativa, secondo la psicologia. Mentre una miriade di cambiamenti inerenti al diventare grandi richiede un adattamento, allo stesso tempo il giovane deve fare i conti con una perdita dolorosa. Deve lasciar andare la relativa sicurezza, stabilità e riparo dell'infanzia, che deve essere lasciata alle spalle.
Perché il giovane adolescente può essere così dispersivo? La risposta è che spesso sembra prestare la massima attenzione a tutto ciò che cambia dentro e fuori di sé. Questo impegno può sovraccaricare l’impiego di energia (il proprio potenziale di pensiero e di azione) che occorre spendere.
Un giovane può sentire di stare facendo tutto quello che può e che questo non è abbastanza.
Sebbene comunemente viene trattato come se fosse in una sorta di deficit di attenzione, in realtà, il giovane è spesso in sovraccarico di attenzione.
Con così tante cose da fare, è molto difficile mantenere la concentrazione. Per la mancanza di tempo che sente, concentrarsi solo su una cosa, ricordare il passato o considerare il futuro può sembrare impossibile da fare.
Un genitore, consigliano gli esperti, per sostenere un figlio in questa fase, dovrebbe anzitutto sapere cosa evitare di fare: esprimere frustrazione, impazienza e critica non sono risposte costruttive. Punire il giovane per qualsiasi problema rende solo più difficile intraprendere un'azione costruttiva.
Al contrario, occorre anzitutto comprendere che man mano che il giovane adolescente si sviluppa, si svilupperà anche la sua capacità cerebrale di elaborare più complessità della vita. Quindi bisogna avere fiducia in questo potenziale crescente. Poi, in secondo luogo, per essere di supporto, bisogna aiutare il giovane a esercitare le capacità di autogestione che consentono di tenere sotto controllo i molteplici, crescenti impegni della sua vita.
Spesso i genitori non vengono ringraziati per questo tipo di supporto, che viene percepito dal giovane come pressione e ingerenza nella sua vita.
In definitiva le abilità che occorre supportare affinché vengano acquisite e gestite in autonomia, sono quella di saper portare a termine, di ricordare, di analizzare per aver capacità di risoluzione dei problemi. E poi quella di organizzare, che rafforza la fiducia, di pianificare, di saper supervisione quello che si sta facendo per aumentare il controllo.
Infine, il saper assegnare priorità ai propri impegni, saper correggere gli errori, e quindi l’assumersi responsabilità attraverso l’essere protagonisti dei propri impegni, e il senso di onestà che porta ad attenersi alla realtà delle cose e delle proprie possibilità.
Queste capacità di gestione possono aiutare il giovane a impegnarsi in modo più efficace nella crescente complessità della vita.
Gli psicologi sostengono che quando i genitori allenano queste abilità e quando l'adolescente le mette in pratica, la capacità di autogestione e la fiducia in tale capacità, possono aumentare considerevolmente.
Questo, in definitiva, porta il ragazzo a costruire più potere di attenzione e concentrazione.