La curiosità, ovvero la spinta ad avvicinarsi a idee ed esperienze nuove e stimolanti per un desiderio di conoscenza, è stata a lungo associata alla ricerca intellettuale, all'impegno verso il mondo e la società, alla memoria e all'apprendimento. Le ricerche più recenti suggeriscono che la curiosità può anche svolgere un ruolo nelle nostre relazioni sociali. Sembra dunque un atteggiamento da promuovere nei più giovani, a livello educativo, per favorirne il positivo sviluppo.
Studi sul tema hanno scoperto che le persone curiose sono spesso viste negli incontri sociali come più interessanti e coinvolgenti e sono più propense a raggiungere una più ampia varietà di conoscenze. Inoltre, essere curiosi sembra proteggere da esperienze sociali negative, come il rifiuto e l’esclusione, portando nel tempo a una migliore connessione con gli altri.
Dato che la curiosità implica la motivazione a sperimentare la novità, è intuitivo che qualcuno che è curioso possa essere più bravo a mettersi in relazione con gli estranei.
In una ricerca realizzata pochi anni fa, i partecipanti sono stati messi in coppia con una persona che aveva il compito di avviare una conversazione che creasse intimità. Le coppie, a turno, hanno chiesto e risposto a una serie di domande di natura meno intima o più intima: ad esempio, se potessi invitare qualcuno, vivo o morto, a cena e a conversare, chi sarebbe e perché? Quando è stata l'ultima volta che hai pianto davanti a un'altra persona?
I partecipanti hanno compilato questionari prima e dopo la conversazione che misuravano la curiosità, le emozioni positive e negative e i livelli di ansia sociale (quanto si sentivano a proprio agio nelle situazioni sociali). Successivamente, hanno valutato quanto si sentivano attratti e vicini ai loro interlocutori
I risultati hanno mostrato che i partecipanti erano più attratti e si sentivano più vicini ai compagni curiosi rispetto a quelli meno curiosi. Inoltre, i curiosi hanno previsto meglio quanto bene sarebbero stati accolti dal compagno che non conoscevano. Anche considerando quante emozioni positive e negative e ansia sociale provavano – tutti fattori che si presume influenzino le interazioni sociali – la curiosità aveva ancora un rapporto unico con i punteggi sull’intimità, suggerendo che la curiosità è un tratto che potrebbe aiutare la vicinanza sociale.
“Essere interessati è più importante nel coltivare e mantenere una relazione che essere interessanti; questo è ciò che fa andare avanti il dialogo” hanno affermato i ricercatori. "È il segreto delle buone relazioni."
In un altro studio ai partecipanti è stato chiesto di avere conversazioni intime oppure di semplicemente dialogare con altri partecipanti che non avevano mai incontrato prima. Dopo aver effettivamente intrapreso questo tipo di conversazioni, le persone più curiose si sono sentite più vicine al proprio compagno in entrambe le situazioni, mentre le persone meno curiose no.
"Quando mostri curiosità e fai domande e scopri qualcosa di interessante su un'altra persona, le persone rivelano di più, condividono di più e restituiscono il favore, facendoti domande. Si crea una spirale di dare e avere, che favorisce l'intimità".
Le persone curiose potrebbero anche essere più brave a “leggere” e comprendere gli altri. In uno studio, 96 partecipanti hanno compilato questionari valutando i tratti della propria personalità e quanto fossero socialmente curiosi, ovvero quanto fossero curiosi su come pensano, sentono e si comportano le altre persone. Quindi, sono stati accoppiati in modo casuale e è stato detto loro di interagire per dieci minuti prima di indovinare i tratti della personalità del loro compagno. Coloro che erano molto curiosi erano in grado di prevedere meglio i livelli di estroversione e apertura dei loro compagni nello studio rispetto a quelli che non erano molto curiosi, presumibilmente perché erano più accurati nel raccogliere segnali verbali e non verbali.
Per i giovani, che si avviano a sviluppare sempre di più le loro relazioni sociali, la curiosità potrebbe anche aiutare ad affrontare meglio le situazioni negative.
In uno studio condotto in Giappone, i ricercatori hanno intervistato i giovani di età compresa tra i 20 e i 39 anni sulla loro curiosità generale, nonché sulla loro soddisfazione di vita, sulla sensibilità al rifiuto sociale e sulle esperienze di rifiuto e inclusione sociale. Per misurare la sensibilità al rifiuto, ai partecipanti è stato chiesto di leggere nove situazioni ipotetiche e di riferire quanta ansia o preoccupazione avrebbero provato in esse e quanto era probabile che l’altra persona le accettasse. Per quanto riguarda l'inclusione e l'esclusione sociale, i partecipanti hanno riferito quanto spesso hanno sperimentato cose come ricevere inviti o avere amici che negano le loro richieste.
Le analisi hanno mostrato che, anche quando si trovavano ad affrontare il rifiuto sociale, i partecipanti curiosi avevano meno probabilità rispetto ai loro coetanei meno curiosi di sperimentare una riduzione della soddisfazione di vita o un aumento della depressione. Nel caso della soddisfazione di vita, ciò valeva anche per coloro che erano socialmente più ansiosi. In altre parole, restare curiosi potrebbe permettere di riprendersi più rapidamente dal rifiuto sociale, un’esperienza che può risultare devastante.
Oltre al rifiuto, l’aggressività è un altro comportamento che può essere distruttivo per le relazioni, e la curiosità sembra poter aiutare anche in questo.
Uno studio ha confrontato il comportamento delle persone curiose in varie situazioni emotivamente intense. In un esperimento di due settimane, i partecipanti sono stati valutati sui tratti della personalità (inclusa la curiosità) e è stato loro chiesto di riferire quotidianamente su eventuali esperienze sociali che hanno provocato sentimenti di dolore, come hanno risposto al dolore e quanto si sentivano vicini alla persona che li aveva feriti. I partecipanti più curiosi hanno espresso risposte meno aggressive verso coloro che avevano causato sentimenti di ferita rispetto ai partecipanti con scarsa curiosità, mentre altri fattori della personalità come l’apertura e la coscienziosità non hanno influenzato i livelli di aggressività.
Secondo gli studiosi, ciò potrebbe avere a che fare con la connessione tra curiosità e assunzione di prospettiva. Poiché le persone curiose sono motivate ad apprendere e comprendere punti di vista diversi, piuttosto che giudicare gli altri, essere curiosi può aiutare nelle situazioni di conflitto.
"L'autoregolamentazione è fantastica: si possono controllare le proprie reazioni negli incontri emotivamente impegnativi. Ma se non ci si impegna ad assumere il punto di vista dell’altro, il conflitto continuerà a restare sottotraccia”.
Essere curiosi non solo potrebbe aiutare a riprenderci dalle esperienze sociali negative, ma sembra anche favorire quelle più positive.
In una serie di esperimenti , i partecipanti con livelli elevati o bassi di ansia sociale sono stati accoppiati con partner dello stesso sesso per impegnarsi in conversazioni progettate per costruire intimità, o accoppiati con partner di sesso opposto per conversazioni mirate a costruire intimità o brevi conversazioni. I partecipanti hanno riferito le loro emozioni positive e negative in diversi momenti delle conversazioni e queste sono state confrontate con i loro punteggi di ansia sociale.
I partecipanti che erano molto ansiosi tendevano a provare emozioni più negative durante le conversazioni superficiali che nelle conversazioni più intime. Tuttavia, quelli con un alto livello di curiosità hanno sperimentato emozioni più positive nelle loro conversazioni rispetto ai partecipanti meno curiosi, indipendentemente dal contesto: stesso sesso o opposto, conversazione intima o chiacchiere. Ciò suggerisce che la curiosità genera positività nelle situazioni sociali, anche per coloro che sono socialmente ansiosi.
Di fatto, sottolineano gli studiosi, le persone curiose vengono generalmente valutate in modo più positivo negli incontri sociali. In uno studio, i partecipanti curiosi che erano stati videoregistrati mentre conversavano con uno sconosciuto per cinque minuti — con l'unico suggerimento: "parla di quello che vuoi"— hanno mostrato più "espressività emotiva positiva, umorismo e giocosità, pensiero non convenzionale, e un atteggiamento non difensivo e non critico” rispetto alle persone non curiose.
La curiosità sembra aiutare nelle relazioni sentimentali a lungo termine, nelle quali mantenere vivo l'interesse è la chiave per prevenire le rotture. Secondo diverse ricerche la maggior parte delle relazioni non finisce a causa di conflitti o difficoltà finanziarie, ma a causa della noia. Impegnarsi insieme in attività nuove e interessanti può essere fondamentale per rendere più strette anche le relazioni a lungo termine.
Le persone curiose, in altre parole, apportano molte qualità positive alle loro interazioni sociali, rendendole più piacevoli per tutti.
Ma è possibile, per un genitore o un educatore, allenare alla curiosità i ragazzi o questa è una caratteristica di natura e non acquisibile?
Non esistono studi che diano una risposta certa, ma molti tratti sociali positivi – come la generosità, la compassione e l’empatia – sembrano essere migliorabili, e questo suggerisce che lo sia anche la curiosità. Dato che la curiosità fluttua naturalmente durante la giornata, probabilmente può essere stimolata da azioni deliberate o contesti di supporto.
Quando si tratta di interazioni sociali, i ricercatori suggeriscono di porre domande aperte – quelle in cui la risposta è veramente sconosciuta a chi chiede – e di mostrare interesse e porre domande conseguenti, il che probabilmente spingerà chi risponde ad approfondire, fatto che a sua volta produrrà più curiosità in chi chiede.
"Se riesci a porre una domanda aperta, la persona spesso si emoziona così tanto e rivela così tanto di più che si finisce per interessarsi spontaneamente".
La curiosità può essere anche un atteggiamento difficile da assumere, ovviamente. A volte si ha paura di interagire con coloro che sono diversi o che potrebbero sembrare intimidatori in qualche modo: magari sono molto attraenti, intelligenti, esperti o simpatici. Ma farsi fermare da questi ostacoli porterà più probabilmente al rimorso che alla felicità, spiegano gli esperti.
“Ciò che sappiamo dalla scienza è che i nostri più grandi rimpianti non derivano dal provare e fallire, ma dal non provarci affatto. Questa inazione disturba molto di più”.
Invece, la strada verso una buona vita è fatta di curiosità. Se si cerca di scoprire ciò che c’è di più interessante l’uno nell’altro, si aumenteremo le proprie relazioni e questo a sua volta porterà a maggiore benessere.
Un ragazzo potrebbe non essere in grado di cambiare di colpo il proprio umore in un istante, ma può cambiare la sua mentalità e il suo atteggiamento verso gli altri– si può rendere più curioso - e questo farà una grande differenza per la sua vita e il suo benessere.