Info: info@ubiminor.org  |  Segnalazioni: notizie@ubiminor.org  |  Proposte: redazione@ubiminor.org

 facebook iconinstagram iconyoutube icon

Da diversi anni i giovani sono tra i maggiori protagonisti delle lotte ambientaliste per il contrasto dei fenomeni di cambiamento climatico; per altri versi, sono anche quelli che subiscono di più, a livello psicologico, paure e angosce per quello che riserva il futuro delle condizioni di vivibilità del pianeta.

20240222 viv 2

Questo impatto sulla vita dei ragazzi viene studiato sia da un punto di vista sociologico, sia da quello psicologico. Comprendere il modo in cui gli adolescenti affrontano questa situazione è infatti fondamentale per sostenere in loro benessere e resilienza.

Il cambiamento climatico è una realtà permanente, insieme allo stress climatico e alle potenziali insidie e opportunità correlate. Gli adolescenti, di conseguenza, sono a rischio di problemi di salute mentale legati a questo e, allo stesso tempo, la loro azione è cruciale per assicurare un futuro sostenibile.

Il cambiamento climatico è una delle minacce più rilevanti del nostro tempo, insieme alle conseguenze distorte dell’uso dell’Intelligenza Artificiale, della sovrappopolazione, della riduzione delle risorse, senza trascurare ovviamente quelle legate ai fenomeni geo-politici che conducono a conflitti e sofferenze. Sono minacce sia materiali che esistenziali.

Quasi ogni giorno si legge ovunque di una crisi climatica senza precedenti. Non è infatti insolito ormai notare stranezze nel clima, rispetto a quello che ricordano coloro che sono abbastanza anziani da ricordare "inverni normali".

Tutti negli ultimi anni hanno vissuto eventi piuttosto stressanti legati a particolari situazioni climatiche, black-out, allagamenti, calore eccezionale e una serie di altri "eventi climatici estremi", tra i quali piogge di entità eccezionali che hanno messo in difficoltà il contenimento di fiumi e provocato frane.

Il cambiamento climatico, compreso il calore estremo, l'inquinamento e altri fattori tra cui lo spostamento umano delle migrazioni, la minaccia di estinzione di intere specie animali e, in una prospettiva apocalittica, dell’umanità stessa, la riformulazione involontaria della geografia, con il disgelo dei ghiacci, l'innalzamento delle acque e il ritiro delle coste, sono tutti fattori associati a un aumento dei problemi di salute mentale e fisica,

La ricerca fatta per ora in merito alle conseguenze psicologiche individua quattro profili di base che descrivono come gli adolescenti affrontano la sfida del cambiamento climatico.

Come gli adolescenti  stanno affrontando tutto questo

I ricercatori Veijonaho, Ojala, Hietajärvi e Salmela-Aro (2024), basandosi su lavori precedenti, hanno condotto un'analisi delle attitudini climatiche e del benessere nell'arco di un anno. Si sono concentrati su adolescenti dai 11 ai 15 anni, con dati raccolti da un gruppo totale di oltre 3.000 adolescenti nel 2020 e un anno dopo, nel 2021.

Gli studiosi avevano precedentemente identificato diversi fattori centrali, tra cui lo stress climatico, l'"eco-ansia" o "ansia climatica", con componenti cognitive/emotive e comportamentali, notando che una parte delle persone, di fronte alla crisi climatica, potrebbe sperimentare esaurimento emotivo e sensazioni di inadeguatezza. Molti infatti si sentono esausti emotivamente o provano impotenza e disperazione, o sentono la necessità di fare qualcosa per salvare il mondo ma non vedono un modo efficace per contribuire.

Il comportamento pro-ambientale (PEB) è un'altra variabile importante: in quali condizioni le persone fanno ciò che possono fare in modo significativo? Lo stress climatico è una risposta razionale a minacce reali, e il modo in cui le persone rispondono può essere più o meno utile e adattivo e associato a un maggiore o minore benessere.

I ragazzi partecipanti allo studio hanno quindi completato misure dello stress legato ai cambiamenti climatici e delle misure di esaurimento emotivo e inadeguatezza legate ai cambiamenti climatici; negazionismo climatico; una misura del benessere generale; una misura dei sintomi della depressione clinica; e una scala che esamina diversi comportamenti pro-ambientali come fare docce più brevi, riciclare per bene i rifiuti o spegnere le luci per risparmiare elettricità.

Quattro profili di stress climatico

Il set finale di dati è stato analizzato per individuare specifiche categorie ("classi latenti") di come gli adolescenti affrontano il cambiamento climatico in base alle misurazioni. Sono stati identificati quattro profili diversi, con un grado molto elevato di accuratezza.

- Normativo-spirito libero (50 percento). Questo gruppo ha riportato livelli più bassi di stress e bassi livelli di “negazionismo”. I più giovani di questo gruppo erano più propensi a impegnarsi in comportamenti pro-ambientali. Insieme ai negazionisti, avevano i punteggi di soddisfazione della vita più alti. Gli adolescenti in questo gruppo tendevano a rimanere in questo gruppo per tutta la durata dello studio, suggerendo stabilità.

- Negazionista (20 percento). Gli adolescenti in questo gruppo avevano bassi livelli di stress e alti livelli di negazionismo climatico. Erano i meno propensi a impegnarsi in attività pro-ambientali. Come nel gruppo normativo-spirito libero, i punteggi di soddisfazione della vita erano elevati. Più della metà si è spostata nel gruppo normativo-spirito libero al secondo punto temporale, e circa un terzo è rimasto nel gruppo negazionista, con solo pochi percentuali che si sono spostate negli altri gruppi.

20240222 viv 8

- Emotivamente coinvolto (20 percento). Le persone in questo gruppo hanno ottenuto punteggi più alti nello stress climatico su elementi legati a difficoltà cognitive/emotive, ma erano le più propense a impegnarsi complessivamente in comportamenti pro-ambientali. Gli adolescenti più grandi avevano più sintomi depressivi, ma solo al primo punto temporale, suggerendo uno spostamento nel tempo verso una minore depressione. Circa il 40 percento è rimasto in questo gruppo e circa il 50 percento si è spostato nel gruppo normativo-spirito libero.

- Sovraccaricato (10 percento). In questo gruppo, lo stress climatico era più elevato, il benessere era più basso e c'erano maggiori difficoltà comportamentali. Erano più propensi a riportare sintomi depressivi significativi. Il 22 percento è rimasto in questo gruppo e oltre il 60 percento si è spostato nel gruppo normativo-spirito libero.

Sviluppare la resilienza al cambiamento climatico per gli adolescenti

I quattro profili del cambiamento climatico hanno un'attrattiva intuitiva, affermano gli autori dello studio. Hanno senso nel modo in cui si suddividono in normativo-spirito libero, negazionista, emotivamente coinvolto e sovraccaricato, riflettendo una stratificazione da una gestione più efficace, e possibilmente sperimentando crescita e sviluppo di fronte allo stress ("crescita post-traumatica"), a una difficoltà con segni di esaurimento e depressione nel gruppo più gravemente colpito.

Da rilevare positivamente che tra normativo-spirito libero ed emotivamente coinvolto, circa il 70 percento del campione stava abbastanza bene, e coloro nel gruppo emotivamente coinvolto tendevano a spostarsi nel gruppo normativo-spirito libero, meno depresso ma comunque coinvolto.

Nel tempo, i partecipanti possono imparare a gestire più efficacemente le ansie, con una significativa transizione verso gruppi meno stressati e più efficaci. Allo stesso tempo, per coloro nei gruppi che hanno più difficoltà, c'era anche una sostanziale minoranza che è rimasta tale.

Sarebbe molto utile per la ricerca futura esaminare quali fattori sono associati a una gestione più adattativa, maggiore resilienza, minore negazione, maggiore benessere e comportamenti pro-ambientali più efficaci.

Gli autori fanno una considerazione importante, derivante dalla prospettiva del "pensa globalmente e agisci localmente". È difficile che una singola persona possa fare una grande differenza. Cercare di farlo, credendo di avere la responsabilità di salvare il mondo da soli, probabilmente predisporrebbe a sentimenti di inadeguatezza e esaurimento. Piuttosto, osservano, coinvolgersi in azioni comunitarie è più probabile che sia efficace e anche benefico per la salute personale e il senso di autoefficacia.

Come possono i gruppi affrontare lo stress climatico per promuovere azioni efficaci? Uno studio sul comportamento sostenibile ha scoperto che favorendo discussioni sui comportamenti sostenibili associate a impegni specifici era più probabile che tali azioni, da sole, portassero a un cambiamento comportamentale. Affrontare le difficili discussioni e poi parlare dei passi successivi verso obiettivi più ampi fa progredire la situazione.

Oltre alla resilienza, il concetto di "transilienza", che indica la capacità di elaborare e sviluppare risorse e competenze trasferibili tra professioni, funzioni e ruoli diversi, può essere istruttivo. In una declinazione sul tema dello stress climatico, secondo ricerche fatte, quattro dimensioni risaltano associandosi a azioni efficaci e atteggiamenti costruttivi.

Affrontare lo stress causato dai rischi del cambiamento climatico può rinforzare. Ci possono essere vantaggi personali nell'affrontare i rischi del cambiamento climatico. Affrontare i rischi del cambiamento climatico può fare crescere come persona.  Si può imparare qualcosa di buono dall'affrontare i rischi del cambiamento climatico.

Tutti fattori su cui i giovani possono far leva a livello personale.

Date le dimensioni potenzialmente travolgenti del problema del cambiamento climatico, è importante affrontare la sfida con ottimismo realistico, concludono gli esperti, capendo anche che la grande incertezza e i possibili e un futuro forse cupo sono giustamente fonte di ansia ma possono essere affrontati con adeguati strumenti di resilienza personale e partecipando ad azioni collettive.


Accetto i Termini e condizioni