Anche nel nostro paese, come avviene in tutto il mondo, sono soprattutto le città ad attirare i giovani, con le loro opportunità di lavoro, istruzione, relazioni e vita sociale e culturale. Quali sono le caratteristiche che dovrebbe avere una città per salvaguardare la salute mentale dei giovani?
Uno studio di recente pubblicazione cerca di metterle a fuoco. I risultati, basati su risposte a un questionario provenienti da un gruppo che includeva adolescenti e giovani adulti, forniscono un insieme di priorità che i pianificatori urbani possono adottare per costruire ambienti urbani sicuri, equi e inclusivi.
Per determinare le caratteristiche delle città che potrebbero rafforzare la salute mentale dei giovani, i ricercatori hanno somministrato un questionario iniziale a un gruppo di oltre 400 persone, tra cui giovani e un gruppo multidisciplinare di ricercatori, professionisti e volontari.
Attraverso due successivi indagini i partecipanti hanno individuato sei caratteristiche che supporterebbero la salute mentale dei giovani cittadini: opportunità per sviluppare competenze di vita; ambienti adatti all'età rispettosi della sensibilità, dei sentimenti e dei valori dei giovani; spazi pubblici liberi e sicuri dove i giovani possono incontrarsi; impiego e sicurezza lavorativa; interventi che affrontano i fattori sociali determinanti della salute; e una progettazione urbana con priorità sui giovani e basata anche con il loro coinvolgimento.
L'autrice principale dello studio è Pamela Collins, presidente del Dipartimento di Salute Mentale della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health. Lo studio è stato redatto da un gruppo di ricerca internazionale e interdisciplinare, inclusa citiesRISE, un'organizzazione non profit globale che lavora per trasformare le politiche e le pratiche sulla salute mentale nelle città, specialmente per i giovani.
Le città ormai da tempo esercitano un forte richiamo sui giovani. La ricerca svolta dell'UNICEF delinea una proiezione per cui le città saranno il luogo di residenza del 70% dei più giovani del mondo entro il 2050.
Sebbene gli ambienti urbani influenzino una vasta gamma di esiti sanitari, sia positivi che negativi, il loro impatto si manifesta in modo diseguale.
I disturbi mentali sono le principali cause di disabilità tra i 10 e i 24 anni a livello globale. L'esposizione all'ineguaglianza urbana, alla violenza, alla mancanza di spazi verdi e alla paura degli sfratti colpisce in modo sproporzionato i gruppi emarginati, aumentando il rischio di cattiva salute mentale tra i giovani che vivono in un contesto urbano.
"Al momento, stiamo vivendo con la più grande popolazione di adolescenti nella storia del mondo, quindi si tratta di un gruppo di persone incredibilmente importante per l'attenzione globale delle politiche pubbliche" afferma la professoressa Collins.
"Investire nei giovani significa aver cura del loro benessere attuale e sostenere il loro potenziale futuro, ed è anche un investimento nella prossima generazione, nei figli che loro stessi avranno".
La raccolta dati per lo studio è iniziata nell'aprile 2020 all'inizio della pandemia. Per recepirne i possibili impatti, i ricercatori hanno aggiunto una domanda aperta chiedendo ai membri del gruppo come la pandemia abbia influenzato le loro percezioni sulla salute mentale dei giovani nelle città.
I partecipanti hanno riportato che la pandemia ha da una parte rivelato nuovi aspetti dell'ineguaglianza e della distribuzione disuguale delle risorse, vissuti dalle comunità emarginate nelle aree urbane, dall’altra ha confermato le loro pre-concettualizzazioni su come la vulnerabilità sociale esacerbi gli esiti sanitari.
Per il loro studio, i ricercatori hanno reclutato un gruppo di oltre 400 individui provenienti da 53 paesi, tra cui 327 giovani di età compresa tra 14 e 25 anni, da una vasta gamma di settori, tra cui istruzione, difesa, salute degli adolescenti, salute mentale e uso di sostanze, pianificazione e sviluppo urbano, dati e tecnologia, alloggio e giustizia penale.
I ricercatori hanno somministrato tre questionari consecutivi ai partecipanti a partire dall'aprile 2020, chiedendo loro di identificare gli elementi della vita urbana che supporterebbero la salute mentale dei giovani.
Le prime 37 caratteristiche sono state quindi raggruppate in sei domini: intrapersonale, interpersonale, comunitario, organizzativo, politico e ambientale. All'interno di questi domini, i partecipanti hanno classificato le caratteristiche in base all'impatto immediato sulla salute mentale dei giovani, alla capacità di aiutare i giovani a crescere positivamente e alla facilità o fattibilità di attuazione a livello di progettazione urbana.
Nel complesso, le caratteristiche identificate nello studio forniscono un insieme completo di priorità che i responsabili delle politiche e i pianificatori urbani possono utilizzare come guida per migliorare la salute mentale dei giovani cittadini. Tra questi: i servizi di salute mentale e di istruzione mirati ai giovani potrebbero sostenere lo sviluppo emotivo e l'autoefficacia dei giovani.
Investire in spazi che facilitano la connessione sociale potrebbe contribuire ad alleviare le esperienze di isolamento dei giovani e a soddisfare il loro bisogno di relazioni sane e fiduciose. Creare opportunità di impiego e garantire la sicurezza lavorativa potrebbe contrastare le perdite economiche che i giovani e le loro famiglie hanno subito durante la pandemia e aiutare le città a trattenere i residenti dopo un esodo dalle aree urbane durante l'era post-Covid.
I risultati suggeriscono che creare una città “amica” della salute mentale per i giovani richiede investimenti in settori interconnessi come trasporti, alloggi, impiego, salute e pianificazione urbana, con un focus centrale sull'equità sociale ed economica.
Richiedono anche approcci politici alla pianificazione urbana che si impegnino per una collaborazione sistemica e sostenuta, evitando di ingrandire i privilegi esistenti attraverso iniziative come la gentrificazione e lo sviluppo di spazi verdi a scapito delle comunità emarginate che hanno bisogno di alloggi accessibili e sostenibili.
Gli autori affermano che questo quadro sottolinea che le risposte delle città dovrebbero includere i giovani nella pianificazione e nel design di interventi che impattano direttamente sulla loro salute mentale e sul loro benessere.