Prendere decisioni non facili, che ripagheranno in futuro, è un impegno su cui molti giovani stentano, senza riuscire a sostenerlo per il tempo necessario. Per avere un futuro, per quanto possibile, positivo, è fondamentale riuscire a fare scelte positive nel presente e impegnarsi in attività che daranno frutto solo tra molto tempo. Una cosa di per sé tanto ovvia quanto non condivisa, oggi, da molti ragazzi.
Una ricerca condotta da Hal Hershfield dell'UCLA Anderson ha contribuito a comprendere un meccanismo chiave di questa difficoltà comportamentale: di solito non si ha un legame stretto con il proprio sé futuro, il che rende più difficile agire nell'interesse di quell"estraneo" che saremo.
In uno studio pubblicato nel Journal of Early Adolescence, Benjamin Ganschow dell'Università di Leiden, Job van der Schalk dell'Università di Cardiff, Sven Zebel della Vrije Universiteit Amsterdam e Jean-Louis van Gelder dell'Università di Leiden, insieme a Hershfield, esplorano fino a che punto le esperienze passate possano influenzare il livello di connessione con il sé futuro.
Il passato è un prologo a ciò che saremo?
Utilizzando dati di uno studio longitudinale in corso, gli studiosi hanno scoperto che gli adolescenti che hanno vissuto stress grave — come la morte di un genitore, il divorzio, il collocamento in affido, l'ospedalizzazione — avevano effettivamente un senso di connessione più basso con il loro sé futuro. Inoltre, hanno riscontrato una maggiore probabilità che questi adolescenti non intraprendano un percorso scolastico che li porti a frequentare con successo l'università.
Il Progetto Zurigo sullo Sviluppo Sociale dall'Infanzia all'Età Adulta ha iniziato a registrare esperienze di vita e percezioni di quasi 1.700 bambini di prima elementare nel 2004 e continua a verificarli periodicamente. I ricercatori si sono concentrati sui dati raccolti quando i partecipanti avevano 12, 15, 17 e 20 anni.
Il Progetto Zurigo ha chiesto ai partecipanti se avessero vissuto uno di una ventina di eventi stressanti, tra cui la morte di un parente stretto, malattie mentali o fisiche, divorzio dei genitori, bocciatura, essere vittima di violenza e aver subito violenza sessuale. Il progetto ha anche chiesto ai partecipanti di esprimere il loro senso di connessione con il sé futuro a dieci anni di distanza, utilizzando uno stimolo visivo sviluppato in una ricerca precedente alla quale Hershfield ha collaborato.
Dalla ricerca svolta hanno trovato una significativa correlazione negativa tra la prevalenza di eventi stressanti nella vita e il livello dichiarato di connessione con il sé futuro dei partecipanti quando sono stati intervistati all'età di 20 anni. In altre parole, la sofferenza e lo stress hanno effetti a lungo termine.
I ricercatori hanno scoperto che il coinvolgimento dei genitori nella vita dei ragazzi (ad esempio, aiutandoli con i compiti) era correlato a una maggiore connessione con il sé futuro, ma il supporto positivo dei genitori (lodi per un buon lavoro o un risultato ottenuto) non era altrettanto efficace. Allo stesso modo, né la prevalenza delle punizioni corporali né una disciplina incoerente erano fattori significativi.
Ganschow, van der Schalk, Zebel, Hershfield e van Gelder hanno anche misurato due aspetti correlati dell'identificazione con il sé futuro, ma né la vividezza (quanto bene possiamo descrivere il nostro sé futuro), né la valenza (se vediamo il nostro sé futuro come positivo o negativo) hanno mostrato una correlazione significativa con le esperienze stressanti durante l'adolescenza.
Piccole Interventi, grande rendimento
I ricercatori hanno anche analizzato i dati sullo stress/connessione in relazione a due percorsi rilevanti misurati all'età di 20 anni: comportamenti "delinquenziali" (guidare senza patente, acquisto di droghe illegali, possesso di un'arma, furto di piccola entità e furto di auto) negli ultimi anni e il perseguimento di un percorso scolastico che porta all'istruzione universitaria. (In Svizzera, gli adolescenti devono scegliere un percorso per la scuola superiore che si concentra sulla formazione professionale o su uno che porti agli studi universitari.)
L'analisi non ha mostrato un impatto significativo dello stress/bassa connessione con il futuro sugli atti di devianti o delinquenziali. C'era tuttavia una correlazione più forte tra maggiore stress/minore successo scolastico e minore stress/maggiore successo scolastico.
Il gruppo di ricerca osserva che un crescente corpus di studi offre semplici interventi che potrebbero aiutare gli adolescenti più stressati a creare un legame migliore con il loro sé futuro. Vedere una foto alterata del proprio io più anziano, scrivere lettere da e per il proprio sé futuro o immedesimarsi e recitare come il proprio sé futuro potrebbero aiutare a spostare l'ago della bilancia verso una maggiore connessione, il che potrebbe migliorare anche i risultati scolastici e aprire a una più ambiziosa progettualità.