Spesso i giovani lottano contro sentimenti e pensieri negativi che si autoalimentano e minano il loro equilibrio e il loro benessere. Per sostenerli e accompagnarli nel loro percorso di crescita, bisogna riuscire a parlarne con loro, in modo da aiutarli a acquisire strumenti adeguati per affrontarli e superarli.
Tra questi sentimenti negativi c’è quello della vergogna, che può essere provocato o sostenuto da pensieri auto-critici.
La vergogna, spiega la psicologia, ha giocato un ruolo importante nella storia umana motivando a seguire le norme sociali e a evitare l'isolamento. A differenza della colpa, la vergogna può derivare da circostanze in cui nessuno è stato ferito o danneggiato.
La vergogna è un'emozione profondamente dolorosa, in particolare per un adolescente. Può essere legata al pensiero di essere inadeguati, imperfetti o non degni di amore. Può essere provata in un contesto sociale o in una situazione di isolamento e solitudine. Sebbene sia simile all'imbarazzo, spesso viene provata in modo più intenso ed è più difficile liberarsene.
Un giovane potrebbe esserne travolto a partire da pensieri svalutativi su di sé, per come ha gestito una certa situazione, per il fatto che stenta a comprendere gli argomenti di una materia scolastica, per essersi arrabbiato con un fratello minore o con un genitore, e così via.
Gli studiosi delle relazioni sociali e dello sviluppo umano suggeriscono che la vergogna possa contribuire a proteggere le relazioni sociali scoraggiando comportamenti negativi, come definiti dalle norme di una determinata società. È un istinto umano fondamentale quello di appartenere a un gruppo sociale allo scopo di avere sicurezza e condividerne le risorse. Nel corso della storia umana, appartenere a un gruppo ha spesso aumentato le possibilità di sopravvivenza.
In un contesto sociale, un ragazzo provare vergogna quando sente di aver perso l'ammirazione degli altri. Perdere questo apprezzamento positivo da parte dei compagni può comportare un rifiuto, il quale può attivare la più profonda paura umana di essere isolati e a rischio.
La maggior parte degli individui tende a seguire le norme e le aspettative della società nella speranza di evitare questo rischio. Per i ragazzi questo riguarda in particolare il gruppo dei pari. La vergogna potrebbe tuttavia anche essere vissuta anche in isolamento, ad esempio quando da solo un adolescente soffre perché è consapevole che i compagni potrebbero giudicarlo per ciò che ha fatto o ha evitato di fare.
Spesso, la vergogna deriva dal giudicarsi troppo severamente, per qualcosa fatto che probabilmente non provocherebbe in noi lo stesso biasimo verso qualcun altro, per lo stesso comportamento.
Perfezionismo e vergogna
Giovani altamente auto-critici o perfezionisti tendono a provare spesso vergogna, spiega la psicologia. Per loro, qualsiasi cosa al di sotto della perfezione è percepita come una minaccia alla conferma del buon giudizio degli altri. Un ragazzo che cerca di essere un buon figlio potrebbe provare vergogna se perde la pazienza e alza la voce con un genitore.
Spesso la vergogna è distruttiva per il benessere di un adolescente e per la sua capacità di fare. Può portarlo al ruminare e al dubbio su di sé. A differenza dei sentimenti di colpa, la vergogna si blocca se stessa, non spinge a un’azione che possa far rimediare e superarla perché, spesso, nessuno è stato effettivamente danneggiato dall'evento che l’ha provocata.
Come affrontarla
Gli esperti di lavoro psicologico con i giovani consigliano anzitutto di portare il ragazzo a chiedersi se qualcuno è stato effettivamente danneggiato da quello che è successo.
Gli si può chiedere, ad esempio, di immaginare di inciampare e cadere mentre attraversa una stanza affollata. Questo provoca imbarazzo. Qualcuno è stato danneggiato da quello che è accaduto? No. A volte, tutto quello che serve è riconoscere che non c'è nessuna vittima. In assenza di colpa, i sentimenti di vergogna potrebbero svanire quando l’adolescente riesce a liberarsi dall'auto-critica.
In altri momenti, sia la vergogna che la colpa possono essere presenti insieme. Come nel caso in cui si sia persa la pazienza, accusando un amico di essere egoista o irritante. Probabilmente si sono feriti i suoi sentimenti. Di conseguenza, si possono provare sia colpa per l’offesa arrecata, che vergogna per aver perso la pazienza. La via d’uscita è quella di chiedere scusa, di avere la comprensione del compagno e di scusare anche se stesso, in modo da superare il conflitto con l’amico.
Un adolescente deve essere poi spinto a non credere a quello che dicono i suoi pensieri autocritici. Se di fronte a quello che possiedono o raggiungono gli altri, si sente inferiore o addirittura perdente, occorre aiutarlo a non cedere a questi giudizi. Dal fare questo tipo di confronti con gli altri, non derivano benefici. Un ragazzo deve imparare a valorizzare i suoi punti di forza, a pensare alle cose di sé e della sua vita per cui è grato.
In altre parole, deve imparare a lasciar andare i pensieri autodistruttivi invece di permettere loro di essere dominanti. Altrimenti potrebbe trovarsi bloccato in una spirale discendente di auto-critica e tristezza. Si rende conto che i pensieri non sono veri, ma non riesce a liberartene.
Un modo per lasciare andare i persistenti pensieri negativi, spiegano i terapeuti, è con la mindfulness. La meditazione guidata può essere molto efficace nel cambiare la propria mentalità da auto-critica a auto-accettante e pacifica.
Un'altra opzione è essere fisicamente attivi: camminare, fare esercizio fisico aiuterà a riposizionare i pensieri e cambiare il focus di attenzione.
La chiave è essere comprensivi con se stessi e considerare cosa direbbe probabilmente un amico su quello che ci impensierisce e per cui si prova vergogna.
Sebbene la vergogna sia un'esperienza umana comune, può essere tanto grave da interferire con il benessere e il funzionamento quotidiano di un adolescente, provocata da pensieri autocritici non veri ma comunque oppressivi. Per questo, non bisogna sottovalutarne le conseguenze ma aiutare a liberarsene rapidamente ed efficacemente.