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Affrontare e superare la percezione sociale del proprio peso è un percorso non facile, complesso e in molti casi mai risolto del tutto, per chi fatica a trovare una condizione fisica di equilibrio. È una difficoltà che nasce di solito in adolescenza e lascia spesso impatti negativi duraturi sull'autostima e sul benessere mentale.

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Uno studio recente condotto dall'Università di Bristol fa luce sul fenomeno dello stigma del peso "interiorizzato", mostrando fattori chiave che contribuiscono al suo sviluppo.

La pressione familiare e mediatica per perdere peso durante l'adolescenza risulta, secondo quello che emerge da questa ricerca, collegata al modo in cui le persone si valutano quasi due decenni dopo.

Sono in particolare le donne, le persone non eterosessuali e le persone che vivono in situazioni di svantaggio socioeconomico, le quali da adolescenti hanno vissuto male la propria corporeità, per il giudizio e l’influenza del contesto in cui sono cresciute.

L’espressione “stigma interiorizzato del peso” si riferisce a quella condizione in cui le persone applicano a se stesse stereotipi negativi legati all'obesità, come il pensare di essere meno attraenti, meno competenti o meno importanti e preziose come persone a causa del loro peso.

È la prima volta che uno studio utilizza un campione ampio di persone del Regno Unito per esaminare chi è più a rischio di questa forma di malessere psicologico.

In Inghilterra, circa una persona su quattro vive una condizione di obesità, e questo tuttavia risulta fortemente stigmatizzato. Gli stereotipi negativi legati all'obesità e la discriminazione legata al peso sono molto diffusi nella società.

L'esperienza dello stigma del peso è un problema di salute pubblica importante: le persone colpite dallo stigma del peso hanno maggiori probabilità di avere problemi di salute mentale, disturbi alimentari e possono ritardare la ricerca di cure mediche. Tuttavia, si sa poco su quali gruppi della popolazione siano a rischio maggiore di stigma del peso "interiorizzato", poiché le ricerche precedenti hanno utilizzato campioni ridotti e non rappresentativi.

Utilizzando i dati dello studio "Bambini degli anni '90" di Bristol (noto anche come Studio longitudinale di Avon sui genitori e i bambini), questa nuova ricerca ha esaminato le differenze nello stigma del peso interiorizzato in oltre 4.000 persone di 31 anni, valutando e dividendo per sesso, etnia, fattori socioeconomici, orientamento sessuale e le più ampie influenze familiari e sociali durante l'infanzia e l'adolescenza.

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La ricerca ha scoperto che sentire la pressione dalla famiglia per perdere peso, le prese in giro legate al peso da parte dei membri della famiglia e percepire la pressione dai media per perdere peso da adolescenti erano tutti fattori legati a livelli più elevati di stigma del peso interiorizzato a 31 anni, e questo non è stato spiegato da differenze effettive nell'indice di massa corporea (BMI).

Essere vittima di bullismo in adolescenza (all'età di 17 anni) e in giovane età adulta (all'età di 23 anni) era anch’esso un elemento indipendentemente collegato allo stigma del peso internalizzato a 31 anni.

Lo studio ha anche scoperto che ci sono chiare differenze nello stigma del peso interiorizzato tra altri gruppi della popolazione, che non sono stati spiegati parallelamente da differenze nel BMI. Le donne e le persone che non si identificano come eterosessuali sono a maggior rischio di stigma del peso interiorizzato. Le persone che hanno trascorso più tempo dei loro vent'anni come NEET (al di fuori di percorsi di istruzione, lavoro o formazione), o le cui madri avevano meno capacità educative, sono anch’esse più a rischio di stigma del peso interiorizzato.

La dottoressa Amanda Hughes, ricercatrice presso la Bristol Medical School: Population Health Sciences (PHS) e autrice corrispondente, ha detto: "L'ambiente familiare durante l'adolescenza, il bullismo e la pressione per perdere peso che arriva dai media possono avere impatti duraturi su come le persone si valutano in base al loro peso da adulti.

"Abbiamo l'opportunità di ridurre lo stigma del peso e le sue conseguenze cambiando il modo in cui parliamo del peso nei media, negli spazi pubblici e nelle famiglie, e come rispondiamo al bullismo nelle scuole, nei luoghi di lavoro e in altri contesti. Un lavoro che deve essere fatto da subito, con gli adolescenti.

"Questo è cruciale considerando quanto comuni siano la pressione per perdere peso, il bullismo legato al peso, lo stigma e la discriminazione in molte culture in tutto il mondo."

I ricercatori intendono ora esplorare in dettaglio i processi psicologici attraverso i quali questi fattori sociali possono influenzare lo stigma del peso interiorizzato.


Riferimento bibliografico

Amanda M. Hughes, Stuart W. Flint, Ken Clare et alii.
Demographic, socioeconomic and life-course risk factors for internalized weight stigma
in adulthood: evidence from an English birth cohort study.

The Lancet Regional Health – Europe (2024).

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