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Da quando esiste, internet ha aperto una nuova dimensione al consumo della pornografia, rendendolo diffuso, di facile accesso, senza barriere e con vincoli facilmente aggirabili dai più giovani. Una realtà con cui genitori e educatori devono fare i conti, per lo sviluppo equilibrato della sensibilità e della sessualità dei ragazzi.

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Il consumo di pornografia è un’esperienza che un genitore non può evitare o impedire. L’educazione e il confronto, anche se il dialogo può risultare difficile e imbarazzante sia per i giovani che per gli adulti, sono fondamentali per evitare che la pornografia diventi un fattore critico nell’esistenza di un adolescente.

Il suo consumo, infatti, oltre ai problemi diretti o collaterali di tipo emotivo e psicologico, può generare una vera e propria dipendenza.

Esistono possibilità di prevedere se l’uso della pornografia sta diventando problematico?

È quello che si sono chiesti un gruppo di ricercatori dell’Università di Montreal.

Usare la pornografia in modo compulsivo; usarla per far fronte alle emozioni negative; essere disturbati dalla propria scelta di materiale pornografico; vergognarsi di consultare la pornografia: questi fattori possono predire l'uso problematico della pornografia, secondo un nuovo studio internazionale condotto da Beáta Bőthe, professoressa del Dipartimento di Psicologia dell'Università di Montréal.

Sfruttare l’intelligenza artificiale per sostenere la salute sessuale

L'uso problematico della pornografia è la manifestazione più comune del disturbo del comportamento sessuale compulsivo, una condizione caratterizzata da impulsi e comportamenti sessuali incontrollabili accompagnati da disagio clinicamente significativo.

L'uso della pornografia diventa problematico quando l'individuo non è in grado di controllarlo anche se causa problemi emotivi e interferisce con le sue attività quotidiane.

Per aiutare a trovare soluzioni per prevenire le conseguenze dannose dell’uso problematico della pornografia  - disagio, problemi relazionali, problemi finanziari e potenzialmente questioni legali - il gruppo di ricerca della professoressa Bőthe ha esaminato le variabili che possono farlo prevedere.

Più di 70 scienziati da tutto il mondo hanno compilato i dati della loro ricerca e utilizzato l’apprendimento automatico per identificare oltre 700 potenziali predittori.

Lo scopo fa la differenza

Tra i fattori più significativi, cinque sono emersi come i più ricorrenti e importanti: la frequenza dell'uso della pornografia, l'uso motivato dall'evitamento emotivo e dalla riduzione dello stress, l'uso che viola la struttura morale dell'individuo e la vergogna sessuale.

"Alcune persone usano la pornografia per ridurre le emozioni negative come lo stress o la tristezza" ha spiegato la Bőthe. "Ma questo è un meccanismo di coping che non risolve il problema originale e può addirittura aggravarlo. Soprattutto nei più giovani.

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Può creare un circolo vizioso in cui l'uso della pornografia sembra diventare la fonte del disagio della persona".

La professoressa Bőthe ha anche sottolineato che l'uso frequente della pornografia non è necessariamente problematico; diventa fonte di disagio quando l'uso è eccessivo e la persona non è in grado di controllare il proprio comportamento.

Sviluppare un campo di studio emergente

I ricercatori ritengono che i risultati di questo studio migliorino la nostra comprensione dell'uso della pornografia in generale e dei fattori di rischio per un uso problematico in particolare.

Poiché si tratta di un campo di studio relativamente nuovo, questi nuovi dati contribuiranno a indicare la strada per la ricerca futura. Un obiettivo importante in considerazione, soprattutto, della pervasività del fenomeno tra le generazioni più giovani.

"Ad esempio, sono rimasta sorpresa nel vedere che il genere non era una variabile significativa per l’uso problematico della pornografia  in questo studio, anche se si ritiene comunemente che ci sia una grande differenza tra uomini e donne" ha commentato la professoressa Bőthe.

"Dimostra che dobbiamo continuare a includere tutti i sessi negli studi sulla pornografia e non limitarci a dare per scontato che sia qualcosa che fanno in particolare gli uomini".

Gli studiosi ritengono che questa nuova conoscenza empirica alla fine supporterà lo sviluppo di programmi di prevenzione e trattamento più mirati, appropriati ed efficaci, rivolti in particolare all’educazione degli adolescenti.


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