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In considerazione di una sempre maggior rilevanza delle interazioni digitali e virtuali tra i giovani,  la relazione educativa e genitoriale è sempre più investita dalla responsabilità di saper gestire con i ragazzi i fenomeni più deleteri che la dimensione online nasconde, affiancandoli per affrontare e superare le ferite che le relazioni virtuali possono provocare.

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La socialità interattiva è infatti oggi una delle cause della sofferenza mentale dei più giovani, che devono essere supportati quando subiscono aggressioni, cyberbullismo o quelle forme di improvvisa negazione che rientrano nel cosiddetto “ghosting”.

Esiste un livello ancora più problematico del ghosting, attraverso il quale gli amici virtuali spariscono ancora di più, da un momento all’altro.

Gli esperti del fenomeno hanno denominato questa forma più estrema di ghosting come "cloaking".

Quando qualcuno fa ghosting, significa che interrompe bruscamente e inaspettatamente ogni comunicazione, senza una spiegazione adeguata del perché.

Poi, come se questo da solo non bastasse, blocca la persona da cui “è scomparso” su tutte le possibili piattaforme e forme di comunicazione, compresi ovviamente i social media.

Se un giovane che ha subito questo trattamento volesse chiederne ragione, non sarebbe più nemmeno in grado di contattare il “fantasma”. Impossibile ottenere una spiegazione o un qualsiasi segno di rimorso o compassione da quella persona.

Essere empatico o almeno sensibile probabilmente non era la priorità di chi ti ha fatto del ghosting.

Al contrario, spiegano gli studiosi del fenomeno, il ghosting è in genere più un atto egocentrico, fatto in modo che la persona che scompare non debba spiegare perché sta lasciando, sta abbandonando un impegno, sta tagliando un legame o sta facendo qualcos'altro che in genere richiederebbe una spiegazione o un'ulteriore elaborazione.

Quindi non dovrebbe sorprendere che coloro che “ghostano” possano indossare anche loro il mantello, il cosiddetto “cloak” per evitare di dover vedere o sentire commenti o domande da parte di chi è stato ferito dal suo comportamento.

Potrebbe sapere nel profondo che ciò che ha fatto è stato inappropriato, maleducato o persino crudele. Sentire questo dalla vittima potrebbe forse suscitare in lui qualche senso di colpa. E, di fatto, non vuole sentirsi in colpa o responsabile per ciò che ha fatto.

Anche se non ha la capacità di sentirsi in colpa o di distinguere tra giusto e sbagliato, potrebbe nascondersi semplicemente per ridurre ogni possibile fastidio che potrebbe derivargli. Commenti o domande da parte della “vittima” potrebbero fargli fare cose impegnative, come controllare lo smartphone più volte, leggere o pensare.

Per questo si mette nelle condizioni di ignorare qualcuno e calpestare i suoi sentimenti nel modo a lui più comodo.

Chi si comporta in questo modo, non è probabilmente la prima volta che fa del ghosting. Quando un giovane ha l'abitudine di calpestare i sentimenti di altri ragazzi senza pensarci troppo, è probabile che abbia incontrato almeno una persona che non ha preso troppo bene il suo comportamento e abbia cercato una qualche forma di “vendetta”.

Un altro motivo alla base del cosiddetto cloaking è impedire alla vittima di scoprire di più su chi scompare e sulla sua attività sui social media. Forse ha cose da nascondere ed è preoccupato che il suo ultimo comportamento nei confronti di quel certo ragazzo spingerà questi a impegnarsi per conoscere chi sia l’altro veramente.

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Forse la vittima scoprirà che non era quello che mostrava di essere. Forse troverà una serie di comportamenti analoghi che hanno ferito altre persone. O forse il motivo principale per il ghosting è impedire che qualcuno si avvicini troppo a un qualche tipo di verità.

Infine, il cloaking può essere un tentativo di capovolgere la situazione e far sembrare che la vittima abbia fatto qualcosa di tanto pesante da non lasciare altra scelta che ignorarlo. Potrebbe, ad esempio, dire ad altri che chi ha subito il suo comportamento era stato tanto negativo da dover essere bloccato sui social media. È la combinazione ghosting-occultamento-diffamazione che molti ragazzi hanno subito e che un genitore deve saper riconoscere per aiutare un figlio che ci sia cascato.

Il cloaking può impedire a una vittima di rilevare la campagna diffamatoria che ha subito, dal momento che non può leggere cosa potrebbe essere stato pubblicato su di lui sui social media.

Sperimentare il cloaking dopo essere stato “ghostato” può aggravare la confusione e il dolore che si sono provati. Un ragazzo potrebbe perdersi in questo labirinto di comportamenti oscuri e soffrirne in un modo che un adulto forse fatica a immaginare.

Il modo migliore per trattare con questo tipo persone è capire che il loro nascondersi rivela chi sono veramente. Sparire e poi celarsi in modo completo sono l'opposto di ciò che un ragazzo dovrebbe fare: comunicare in modo maturo, assumersi la responsabilità delle sue azioni e mostrare empatia. In definitiva, chi scompare sta dimostrando quanto sia egocentrico e quanto poco consideri i sentimenti di chi invece si è aperto a lui.

L’atto di sparire rende evidente come sarebbe stato negativo trascorrere altro tempo con lui. Questa è una delle cose che un adulto deve far comprendere a un ragazzo ferito.

Inizialmente, un giovane che si trova davanti a questo comportamento troverà difficile comprendere cosa sia accaduto. Probabilmente vorrebbe ricevere spiegazioni e scuse, atti che si verificano quando qualcosa nella vita reale si risolve positivamente, dopo un conflitto.

Ma questo probabilmente non accadrà mai dopo un evento di ghosting.

Un giovane, nell’ambito di una relazione educativa, deve essere aiutato a superare questa ferita e a comprendere che non deve fare ingenuamente troppo affidamento sugli altri, soprattutto se amici virtuali e pressoché sconosciuti. Meglio per lui che quell’”amico” si sia rivelato presto per quello che è, perché poi il danno sarebbe potuto essere ancora maggiore.

E da questa esperienza, se gestita in modo efficace, un ragazzo o una ragazza, potranno uscire in modo solo più maturo e resiliente, con strumenti di personali di gestione delle relazioni online che saranno preziosi in futuro, considerando quanto ormai le relazioni virtuali siano imprescindibili.


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