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Gli adolescenti stanno attraversando la fase della vita in cui nascono le grandi amicizie, quelle che dureranno per sempre. L’amicizia è uno dei fattori più importanti per la crescita della personalità di un giovane, ma può anche nascondere fattori di sofferenza che devono essere riconosciuti e tenuti sotto controllo.

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Occorre infatti imparare a riconoscere e a fidarsi del proprio istinto per allontanarsi da relazioni malsane.

Una personalità “tossica”, spiegano gli esperti, è qualcuno la cui presenza genera costantemente stress, conflitti, insicurezza e dolore emotivo. Spesso ignora i confini, è egocentrico e fa sentire gli altri esausti, intrappolati in un circolo vizioso di bisogno, controllo, manipolazione e, a volte, abuso vero e proprio.

Il termine "tossico" viene comunemente usato per descrivere comportamenti che originano da problemi psicologici sottostanti. Questi comportamenti possono derivare da disturbi della personalità, disturbi dell'umore e traumi infantili irrisolti, o ferite e problemi di attaccamento che si manifestano in modi distruttivi.

I ragazzi che crescono in famiglie negligenti o abusive spesso ripetono modelli relazionali disfunzionali. Le strategie che hanno sviluppato per sopravvivere nel loro mondo caotico possono dare origine a dinamiche dannose e malsane nelle loro relazioni adulte. Tuttavia, sebbene questi comportamenti disadattivi possano essere ricondotti a traumi infantili, rimangono dannosi e non accettabili, e vanno tenuti sotto controllo se sono caratteristici di persone a noi molto vicine, sottolineano i terapeuti.

Tratti negativi

Incoerenza: tutti hanno fluttuazioni di umore e di comportamento, gli amici “tossici” spesso portano questo all'estremo, comportandosi in modo imprevedibile. Possono essere incoerenti nella loro comunicazione, tanto che si potrebbe non essere mai sicuri se manterranno la parola data o porteranno a termine quanto hanno promesso di fare. Le loro reazioni emotive possono essere impulsive e volubili. Questo livello di imprevedibilità può far sentire un amico adolescente come se stesse camminando su un filo sottile, e molto insicuro nella relazione.

Gelosia: la competizione e persino la gelosia tra amici non sono solo normali ma, evolutivamente, costituiscono una parte necessaria della crescita, spiega la psicologia. È importante che i ragazzi imparino a gestire le loro emozioni difficili, come la gelosia, piuttosto che lasciare che prendano il sopravvento. La gelosia è un'emozione umana che tutti sperimentano di tanto in tanto, tuttavia, se deriva da egocentrismo e bassa autostima, può diventare incontrollabile e malsana.

I buoni amici investono nel benessere reciproco, ma gli amici negativi potrebbero non farlo. Un giovane deve imparare che i veri amici sono persone con cui si festeggiano le vittorie, non persone a cui si deve nascondere il proprio successo.

È sempre di loro che ci si deve occupare: le amicizie dovrebbero vivere nel segno della reciprocità, e per questo richiedono tempo ed energia costanti. Nelle amicizie sane, il punto di vista di tutti viene apprezzato, le emozioni e i bisogni vengono riconosciuti e c'è empatia. Se un giovane sente che i bisogni di un amico sono soffocanti o che si rende disponibile solo quando gli fa comodo, questi potrebbero essere segni di un'amicizia non sana e produttiva.

Mancanza di responsabilità: nelle amicizie sane, esiste un impegno a comprendere il punto di vista dell'altro e ad assumersi le proprie responsabilità quando le cose vanno male. Se un amico si rifiuta di riconoscere la sua parte nei conflitti o non è disposto a fare sforzi per ricostruire la relazione, questa amicizia potrebbe essere disfunzionale.

Manipolazione: i buoni amici hanno una comunicazione aperta, possono essere trasparenti l'uno con l'altro e accettare le valutazioni dell'altro. Comportamenti come la manipolazione psicologica, in cui qualcuno cerca di far dubitare delle proprie percezioni o dei propri ricordi, o di far sempre sentire in colpa, sono comportamenti comuni delle persone “tossiche”. Distorcere la verità, esagerare o omettere informazioni per controllare le opinioni e i comportamenti dell’altro è molto pericoloso ed erode la fiducia.

Oltrepassare i limiti: gli amici sani rispettano i limiti reciproci e cercano di agire in base alle esigenze dell'altro. Al contrario, gli amici tossici interpretano i limiti stabiliti come un atto di abbandono o di rifiuto. L'invadenza, il disprezzo per la privacy, le eccessive richieste di attenzione e il rifiuto di rispettare i propri limiti sono chiari indicatori di tratti tossici.

Un giovane dovrebbe essere aiutato a comprendere i segnali di un'amicizia tossica, come il sentirsi spesso ansioso, insicuro o nervoso in presenza di quel certo amico. Quando i suoi bisogni emotivi vengono costantemente messi da parte o ignorati, e l’amico ha comportamenti di controllo e rifiuta di scendere a compromessi. Sminuisce, prende in giro o traveste gli insulti da scherzi, lasciando una sensazione di disagio.

Ci si sente spesso in colpa e ci si ritrova a chiedere scusa anche quando non si è fatto nulla di sbagliato. Mentre quell’amico non si assume alcuna responsabilità per le sue azioni, scaricando la colpa sull’altro.

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Tenta di cambiare aspetti fondamentali della nostra identità : la mentalità, lo stile di vita o i valori fondamentali.

È una sorta di vampiro dell’energia altrui, in sua presenza ci si sente emotivamente esauriti.

La relazione diventa unilaterale: l’altro prende più di quanto non dia. È emotivamente volubile e imprevedibile. Si fa vivo solo quando ne ha bisogno e raramente offre supporto quando dovrebbe.

Mostra scarso interesse per la vita personale degli altri, per le loro emozioni; la maggior parte delle conversazioni ruotano sempre e solo attorno a lui.

Come gestire le amicizie tossiche

Gli psicologi offrono alcuni semplici consigli per relazionarsi con amici “tossici”.

Regolare le emozioni: non si possono controllare le azioni e le emozioni di qualcun altro, ma si possono controllare le proprie. Un adolescente deve essere aiutato a acquisire strategie di coping sane come consapevolezza, meditazione ed esercizi di respirazione per entrare in contatto con il proprio corpo e i propri sentimenti. È importante prendersi cura del proprio benessere fisico ed emotivo. L'auto-riflessione e la consapevolezza che si creano attorno ai fattori scatenanti di disagio e la capacità di riconoscere quelle modalità ricorrenti di comportamenti negativi aiuteranno a trovare amicizie sane e di supporto.

Comunicare: soprattutto se si tratta di qualcuno a cui si tiene, fargli sapere come fa sentire gli darà la possibilità di rimediare. Avere conversazioni aperte sull'amicizia aumenterà la forza del rapporto, facendo percepire a un amico cosa si sta vivendo – meglio se utilizzando affermazioni in prima persona, per rafforzarne l’effetto.

Un giovane imparerà con l’esperienza che non si può cambiare completamente qualcun altro. Il desiderio di aiutare gli amici, specialmente quando stanno attraversando momenti difficili, può essere travolgente ma non si può fare il lavoro interiore di elaborazione al loro posto.

Ognuno è responsabile della propria “guarigione”, anche se si può offrire a un amico supporto e incoraggiarlo a ottenere l'aiuto di cui ha bisogno, aiuto che lui certo potrebbe rifiutare: quello che conta è che si sia fatto lo sforzo di esserci e di sostenerlo.

Stabilire dei limiti: i limiti stabiliti devono essere chiari e coerenti: come si vuole essere trattati, quali sono le proprie aspettative. L'esitazione a stabilirli può essere dovuta alla paura di come l’amico reagirà. Si esita per evitare scoppi di rabbia o comportamenti vendicativi. Gli amici tossici possono far sentire in colpa o persino minacciare.

È importante, tuttavia, far rispettare quei confini che si ritengono importanti: se un amico continua a violarli, è bene ridurre o evitare del tutto le interazioni con lui. Se una comunicazione efficace non funziona o se la situazione degenera in comportamenti aggressivi come lo stalking o persino l'abuso, occorre infatti tutelarsi, non esitando a ricorre a un “aiuto” esterno.


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