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Si vedono spesso giovani incapaci di ascoltare e comprendere le ragioni dell’altro, in un diverbio o in un confronto. Con aria di superiorità, si esprimono convinti di avere ragione, che sia un disaccordo con un amico o con un compagno di classe, oppure con un adulto, magari un professore o un genitore esperto di quello di cui si sta discutendo.

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Un nuovo studio suggerisce il motivo di tanta sicurezza e quali sono i fattori che li spingono a sbagliarsi senza che se ne rendano conto.

I ricercatori affermano che in genere si presume in modo quasi naturale e istintivo di avere tutte le informazioni di cui si ha bisogno per prendere una decisione o supportare la propria posizione, anche se non è così. Hanno intitolato il loro lavoro "Illusione di adeguatezza delle informazioni".

"Abbiamo scoperto che, in generale, le persone non si fermano a pensare se potrebbero esserci maggiori informazioni che potrebbero aiutarle a prendere una decisione più consapevole" ha affermato Angus Fletcher, coautore dello studio, professore di inglese presso la Ohio State University e membro del Project Narrative dell'università.

Questo ovviamente vale in modo ancora più forte per i più giovani. "Se si forniscono loro alcune informazioni che sembrano coerenti, la maggior parte dirà 'sembra giusto, in effetti' e accetterà di rivedere quanto affermato".

Lo studio ha coinvolto quasi mille e trecento americani che hanno partecipato online alla ricerca. Sono stati divisi in tre gruppi che hanno letto un articolo su una scuola immaginaria che non aveva acqua a sufficienza.

Un gruppo ha avuto un articolo che forniva solo le ragioni per cui la scuola avrebbe dovuto fondersi con un'altra che aveva acqua a sufficienza; l'articolo di un secondo gruppo forniva solo le ragioni per cui restare separati e sperare in altre soluzioni; e il terzo gruppo di controllo ha letto tutti gli argomenti a favore della fusione delle scuole e della loro separazione.

I risultati mostrano che i due gruppi che hanno letto solo metà della storia, sia quelli pro-fusione che quelli contro-fusione, ritenevano comunque di avere informazioni sufficienti per prendere una buona decisione, ha detto il professor Fletcher. La maggior parte di loro ha affermato che avrebbe seguito le raccomandazioni e i consigli dell'articolo letto.

"Coloro che avevano solo metà delle informazioni erano in realtà più sicuri della loro decisione di fondersi o rimanere separati rispetto a coloro che conoscevano la storia completa" ha sottolineato Fletcher.

"Erano abbastanza sicuri che la loro decisione fosse quella giusta, anche se non avevano tutte le informazioni necessarie".

Inoltre, i partecipanti che avevano metà delle informazioni hanno affermato di pensare che la maggior parte delle altre persone avrebbe preso la stessa decisione.

C’è comunque una buona notizia derivante dai risultati dello studio, ha affermato Fletcher. Alcuni dei partecipanti che avevano letto solo una parte della storia hanno poi letto le loro argomentazioni per l'altra parte. E molti di quei partecipanti erano disposti a cambiare idea sulla loro decisione, una volta che avevano tutti i fatti a disposizione.

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Questo potrebbe non funzionare sempre, specialmente su questioni ideologiche radicate, spiega il ricercatore. In quei casi, le persone potrebbero non fidarsi delle nuove informazioni, o potrebbero provare a riformularle per adattarle alle loro opinioni preesistenti.

"Ma la maggior parte dei conflitti interpersonali non sono ideologici. Sono solo incomprensioni nel corso della vita quotidiana".

Questi risultati offrono un complemento alla ricerca su quello che viene chiamato realismo ingenuo, la convinzione che le persone hanno che la loro comprensione soggettiva di una situazione sia la verità oggettiva, ha spiegato Fletcher. La ricerca sul realismo ingenuo spesso si concentra su come le persone abbiano diverse comprensioni della stessa situazione.

Ma l'illusione dell'adeguatezza delle informazioni dimostra che le persone possono condividere la stessa comprensione, se entrambe dispongono di informazioni sufficienti. Questa è una questione educativamente molto rilevante; suggerisce che andrebbe trasferita ai giovani la capacità di fermarsi un momento per comprendere, prima di esprimersi o giudicare, se hanno tutte le informazioni necessarie per farlo.

Un’indicazione ancora più preziosa nel caso di dispute e scontri con altri compagni, che scavano spesso distanze difficili da colmare, a partire da questioni pretestuose e non fondate.

Fletcher, che studia il modo in cui le persone sono influenzate dal potere delle storie, ha affermato che tutti dovrebbero assicurarsi di conoscere la storia completa su una situazione prima di prendere una posizione o una decisione.

"Come abbiamo scoperto in questo studio, esiste questa modalità predefinita in cui le persone pensano di conoscere tutti i fatti rilevanti, anche se non è così".

Quando un ragazzo non è d'accordo con un altro, la prima cosa che deve imparare a fare è chiedersi: “C'è qualcosa che mi sfugge che potrebbe aiutarmi a vedere la prospettiva dell’altro e a comprendere meglio la sua posizione?”

Questo è il modo per combattere questa illusione di adeguatezza delle informazioni, concludono i ricercatori, una presunzione da ridimensionare con gli strumenti della cultura e della capacità di informarsi, a partire dai primi anni della formazione scolastica.

 

Riferimento bibliografico

Hunter Gehlbach, Carly D. Robinson, Angus Fletcher.
The illusion of information adequacy.
PLOS ONE, 2024

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