In un’epoca contraddistinta dalla saturazione prodotta dai social media, che veicolano spesso contenuti non veritieri, spingono a posizioni estreme, promuovono opinioni fatte di superficialità e pressapochismo, oltre che diventare un fattore continuo di distrazione per i giovani, l’approfondimento, la concentrazione, la conoscenza derivante dalla lettura dei buoni libri rappresentano una forma di ribellione.
Più si scorrono pagine social sugli smartphone e meno si legge. Quando si tratta di prendere in modo serie posizione sulla questione ambientale, su fatti di politica, di problemi sociali e esistenziali, sono però i libri di narrativa e di saggistica a promuovere apertura di mente, opinioni fondate su conoscenze approfondite, fornendo la chiarezza necessaria e idee complesse e volte al contributo e alla trasformazione positiva della società.
È fondamentale, dunque, interessare i giovani alla lettura e promuoverla tra loro a tutti i livelli.
Il tempo medio giornaliero trascorso sui social media diventa sempre più alto. Allo stesso tempo, le inchieste realizzate in molti paesi, compreso il nostro, hanno rilevato che una vita quotidiana difficoltosa e frenetica, fatta anche di lavoro mal retribuito, precario, sistemi di assistenza sociale disfunzionali, sperequazioni, ha contribuito a un calo della lettura per svago.
Nel 2024 il tempo medio settimanale dedicato alla lettura si è ulteriormente ridotto, scendendo al di sotto delle 3 ore, posizionando il nostro paese agli ultimi posti in Europa.
Esiste una forte correlazione anche tra crescita dei social media e le abitudini di lettura, poiché è stato dimostrato che il consumo dei social media riduce la capacità di attenzione e promuove il bisogno di gratificazione immediata.
Certo, i social media possono aiutare i movimenti trasformativi della società a fare rete, promuovere eventi e cause, trasmettere in diretta proteste ed eventi, condividere notizie e prodotti creativi (se gli algoritmi lo consentono).
Tuttavia, poiché, in media (in 53 paesi esaminati), i social media vengono utilizzati mediamente per 2 ore e 20 minuti al giorno, le loro caratteristiche strutturali si sono integrato nella vita delle persone, soprattutto dei più giovani, e ne plasmano le abitudini mentali e gli approcci all’esistenza.
I social media sono strutturati per essere una sfilata passiva di banalità, di contenuti fuggevoli, che regalano agli utenti contenuti di intrattenimento brevi, superficiali e in genere mediocri, intervallati da numerose pubblicità in diverse forme.
Promuove una mentalità fatta di impazienza, indifferenza, inazione, individualismo ed evasione.
Sebbene possano essere utili per rilassarsi o socializzare, se prese in piccole quantità e intenzionalmente, le piattaforme di proprietà di pochi uomini miliardari che le controlla, sono più orientate alla produzione di disinformazione di massa, apatia e conformismo.
Cibo spazzatura contro dieta nutriente
A differenza dei social media, i libri ovviamente non hanno alcun contenuto pubblicitario e quelli ben scritti e fatti hanno maggiori probabilità di essere accurati e composti con intenzione, riflessione e onestà.
Anche se concedersi ogni tanto un po' di cibo spazzatura può andar bene, tuttavia la salute mentale e fisica dei giovani ne risente in modo pesante quando diventano la loro dieta principale.
I libri, al contrario, nutrono la mente promuovendo la riflessione, il pensiero critico, la complessità e le capacità di comprensione. Ricerche provano che aiutano a prevenire il declino cognitivo e che la narrativa può migliorare le capacità socio-cognitive.
In genere i libri incoraggiano il pensiero critico, che è fondamentale per mettere in discussione le condizioni di ingiustizia del presente, consentendo a chi legge di essere meno vulnerabile alla manipolazione della pubblicità e della disinformazione, di sviluppare un'etica personale forte e comprendere le cause profonde dei problemi e di poter elaborare soluzioni.
La narrativa è particolarmente potente per sviluppare il ragionamento analogico, ovvero la capacità di vedere punti in comune tra problemi e situazioni, e, insieme alla promozione dell'empatia, queste capacità sono essenziali anche per promuovere azioni collettive verso la giustizia sociale, economica e ambientale.
I libri sono uno dei mezzi più efficaci per coltivare un profondo coinvolgimento con un'idea, offrendo intuizioni e conoscenze che possono durare nel tempo anziché solo pochi minuti.
I personaggi, le immagini e i momenti memorabili della narrativa possono essere potenti e commuovere in modi che i post e le notizie fuggevoli non potrebbero.
I romanzi in particolare hanno l'audacia e la possibilità di affrontare alcuni dei più grandi dilemmi e problemi dell'essere umano.
I giovani si sentono spesso, come tutti, sopraffatti dalle difficoltà quotidiane, ma i romanzi possono dare loro la prospettiva di cui hanno bisogno per crescere forti e capaci di concentrazione.
Con i problemi globali di violenza, emergenza climatica, sfruttamento estremo e fame, e molto altro ancora, può essere difficile per un giovane credere che un mondo migliore sia possibile. I libri però, in particolare la narrativa, proprio lasciando molto all'immaginazione del lettore e affrontando e presentando grandi idee e dilemmi, possono generare nello spirito dei lettori la fiducia nelle possibilità di cambiamento.
I libri possono dimostrare che lo stato attuale delle cose non è infallibile né permanente. Possono approfondire il senso di umanità e ricordare ai giovani la vasta comunità di cui fanno parte e dare spazio in modo fondato alla speranza, di cui oggi soprattutto le componenti più giovani della società hanno bisogno.