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Uno degli obiettivi del lavoro educativo con gli adolescenti è quello di creare prospettive, di orientarli al futuro con progetti e ambizioni che nascano dalle loro passioni. Un lavoro a volte più difficile con i ragazzi vulnerabili, che hanno alle spalle esperienze dolorose, un passato opprimente al quale, nonostante tutto, continuano a guardare, restando bloccati.

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Spingere alla fiducia in sé e al futuro un giovane, significata aiutarlo a avere uno scopo, un senso di scopo nella sua vita. È importante per questo che sia lui, sia gli adulti che si occupano di lui, abbiano chiara la differenza tra scopo e significato, concetti che a volte vengono confusi tanto che molti credono siano la stessa cosa.

Cosa si intende per significato?

Il significato riguarda, soprattutto da un punto di vista evolutivo, qualcosa che si riferisce in particolare alla propria percezione del passato, è quello che si “estrae” da quanto è accaduto e ci si racconta del proprio passato. È il modo in cui si dà un senso alle cose che sono già successe nella vita.

È, in altre parole, la comprensione di tutto ciò che ha plasmato quello che si è oggi.

Le persone felici tendono a raccontarsi storie positive, a volte emozionanti. Ripensano alle loro difficoltà, ai loro traumi e ai loro problemi e vedono se stessi come coloro che li hanno superati.

In questo modo, un giovane capace di avere questa fiducia, si sente bene nel suo presente. Non deve dimostrare costantemente il suo valore perché è cosciente dei problemi che ha superato e si sente in grado di gestire quello che può accadergli. Procede sicuro, sa che quando in futuro si presenteranno degli ostacoli, probabilmente sarà in grado di superarli proprio come ha fatto prima.

I ragazzi infelici, depressi, al contrario, tendono a ripetersi una storia da vittime del passato. Ripensano alle loro difficoltà e sentono profondamente di essere stati ostacolati, abbandonati, trascurati o addirittura abusati.

Quello che è accaduto mina la loro autostima, si sentono non abbastanza bravi, intelligenti o in grado di cavarsela nel mondo. E poiché non si sentono abbastanza in grado ora, pensano che nemmeno in futuro lo saranno.

I ragazzi più vulnerabili continuano a soffrire e a essere ostacolati da sentimenti di inadeguatezza.

Cosa si intende per scopo?

Lo scopo non riguarda il passato, non si riferisce al modo in cui viene percepito il passato, o come ci si racconta la propria storia e quello che si è già attraversato. Lo scopo riguarda il presente e il futuro. Riguarda l'azione. Si riferisce a quello che si fa e si intende fare con il proprio tempo, dove si sceglie di indirizzare la propria energia e i propri sforzi.

Lo scopo è ciò che illumina, che dà forza. È il senso di fare qualcosa di significativo nel proprio tempo, un sentirsi allineati con le proprie passioni, valori e obiettivi.

Non è tanto un traguardo lontano che ci si pone e che si persegue senza sosta. È un modo di vivere e sentire ogni giorno con intenzione e gioia, indipendentemente dal risultato.

La cosa fondamentale da comprendere, soprattutto nella relazione educativa con un adolescente, è che significato e scopo sono due facce della stessa medaglia ma non sono intercambiabili. Se il significato riguarda la comprensione e l'integrazione del passato, il modo in cui si può “fare pace” con le proprie ferite, lo scopo riguarda l'uso del presente per delineare il futuro.

Occorre insegnare a un giovane a non confondere significato e scopo, a non pensare che raggiungendo grandi obiettivi in apparenza impossibili, finalmente si sentirà meglio e troverà la felicità che ora gli sfugge.

Questo, deve sapere un giovane, non funziona. Anche quando raggiungerà obiettivi che sembravano impossibili, come una promozione scolastica o una vittoria sportiva, potrebbe comunque sentirsi “vuoto”.

Quel senso di vuoto e di depressone non scompare magicamente perché si è raggiunto un traguardo esterno. Paradossalmente, potrebbe sentirsi ancora più inadeguato perché il senso di "essere in grado di fare" non è arrivato venuto da dentro, è arrivato da una convalida esterna.

Anche gli individui più realizzati possono cadere nella trappola di pensare che solo lo scopo possa portare felicità. La vera realizzazione deriva dall'integrazione del significato con lo scopo, non solo dall'inseguimento di grandi obiettivi.

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Lavorare sia al significato che allo scopo

Come si può educare un giovane a sentirsi in grado di affrontare gli impegni che gli si presentano e a sentirsi, allo stesso tempo, felice, soddisfatto di sé?

Bisogna aiutarlo a lavorare sui suoi significati. Se è ancora bloccato sul suo passato e continua a raccontarsi la sua storia da vittima, è tempo di portarlo a riscrivere questa narrazione.

Il primo passo per creare un significato positivo nella sua vita è anzitutto riconoscere che le storie che una persona si racconta sono potenti. Se ha avuto grossi problemi o traumi, può riformularli.

La terapia, spiegano gli psicologi, in particolare la terapia narrativa, può essere molto utile per aiutare a esaminare e raccontare di nuovo la storia della propria vita. Invece di vedersi come una vittima, un giovane deve essere sostenuto per iniziare a vedersi come una persona che ha vissuto delle difficoltà ma le ha superate. Fino quasi a sentirsi un eroe della propria storia.

A questo punto può sì porsi uno scopo, ma non deve essere una cosa grandiosa, meglio concentrarsi sulle piccole azioni che danno gioia nel momento presente. Sebbene l’obiettivo più grande possa essere entusiasmante, è anche sfuggente e spesso irraggiungibile nel breve termine. Invece, meglio concentrarsi su piccole azioni orientate a un processo di crescita, cose che danno senso e illuminano ogni giorno. Queste piccole azioni incrementali sono quelle che aiuteranno un giovane a sentirsi realizzato nel presente, piuttosto che aspettare che un evento futuro lo faccia sentire sicuro di sé, capace, in grado di affrontare grandi sfide.

Combinando sia il significato che lo scopo nella sua vita, raggiungerà un senso di completezza. Il significato dà la comprensione di essere capaci di fare e di affrontare, mentre lo scopo dà il potere di agire per costruire un futuro che rifletta chi si è veramente. È questo equilibrio che produce un senso di felicità, una felicità che non dipende dal raggiungimento di un obiettivo unico e grandioso, ma piuttosto dal sentirsi allineati sia con il proprio passato che con il proprio presente.

La felicità in altre parole, spiega la psicologia, non è una destinazione. È un delicato equilibrio tra la comprensione di chi si è, quello che si definisce come significato, e il vivere autenticamente nel presente, orientati al futuro, quello che si definisce come scopo.

Un giovane non deve, su questa strada, commettere l'errore di pensare di potersi fare strada nella vita con il solo scopo, come molti ragazzi fanno coltivando i loro sogni impossibili di musica, di successo, e così via, per raggiungere la felicità. Il significato è il fondamento, la comprensione di aver compiuto piccole tappe positive. Lo scopo è l'azione che muove verso il futuro, il motore di una vita più ricca e appagante.


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