Info: info@ubiminor.org  |  Segnalazioni: notizie@ubiminor.org  |  Proposte: redazione@ubiminor.org

 facebook iconinstagram iconyoutube icon

L’espressione “carico mentale della genitorialità” si riferisce all’impegno associato all'avere figli e gestire una casa e una famiglia. Un lavoro invisibile, interiore, fatto del ricordarsi di programmare gli appuntamenti medici, pianificare le attività sociali familiari o le vacanze, organizzare la vita domestica con le sue necessità pratiche, pianificare pasti, informarsi sugli impegni e sui risultati scolastici, e così via.

20240411 carico 1

Di carico mentale si parla in genere in termini negativi, concentrandosi in particolare sullo stress e sulla fatica implicita rappresentata dal suo peso.

Gli psicologi affermano che è sì importante riconoscere la grande fatica provocata dal carico mentale, ma aggiungono che, nella pratica, definire il modo in cui il carico mentale influisce sulla vita di un genitore potrebbe essere più complicato, con esiti non scontati.

Nuove ricerche suggeriscono infatti che potrebbero esserci alcuni impatti positivi associati al dover portare questo carico. È certo importante sostenere cambiamenti sociali che riducano al minimo il peso della genitorialità, e promuovano il fatto che entrambi i genitori si facciano carico in modo eguale di questo peso, ma, nel frattempo, riconoscere alcuni aspetti positivi di questo onere potrebbe alla fine aiutare a sentirlo meno pesante.

Lo studio

Lo studio che contiene queste affermazioni è stato pubblicato nel 2023 nel Journal of Business and Psychology, ha fornito importanti spunti su come il carico mentale influisca sul benessere.

I ricercatori hanno identificato tre tipi di compiti che contribuiscono al carico mentale:

Gestionale: pianificare, organizzare, supervisionare e programmare.

Emotivo: l'ansia e la preoccupazione che comportano il fissare gli obiettivi per la famiglia e mantenere il benessere di tutti, sostenere e garantire conforto ai propri figli quando sono in difficoltà, occuparsi dei bisogni emotivi di tutti.

Cognitivo: anticipare i bisogni e i desideri della famiglia, prendere decisioni per tutti, cercare diverse opzioni e ricordare cosa deve essere fatto.

I risultati

Come era prevedibile, i ricercatori hanno scoperto che le donne dedicano più tempo in tutti e tre i tipi di lavoro invisibile rispetto agli uomini.

Questo conferma i risultati di ricerche precedenti che hanno scoperto che circa l'88% delle donne afferma di essere principalmente responsabile dell'organizzazione degli orari della famiglia, circa il 78% delle donne indica di assumersi la responsabilità di conoscere e mantenere le relazioni con gli insegnanti dei figli, circa il 76% mantiene ordine e gestisce la routine in casa e circa il 64% è il genitore davvero consapevole dei bisogni emotivi dei figli.

Ricerche precedenti hanno inoltre scoperto che quando le donne portano la maggior parte del carico mentale si sentono più sopraffatte dalla genitorialità e più esauste. Tuttavia, questo nuovo studio ha aiutato a distinguere i diversi tipi di compiti che contribuiscono al carico mentale e i ricercatori hanno scoperto che diversi tipi di lavoro invisibile sono associati a esiti diversi.

Il carico cognitivo è stato associato a una maggiore soddisfazione familiare (essere più felici con la propria famiglia) e a una migliore performance lavorativa. I ricercatori hanno anche scoperto che il carico gestionale era positivamente associato all'arricchimento lavoro-famiglia (quando l'esperienza con la propria famiglia migliora il lavoro e l'esperienza lavorativa migliora la vita familiare).

20240411 carico 5

Tuttavia, la parte emotiva del carico mentale è stata associata a impatti negativi, come maggiore conflitto tra lavoro e famiglia, affaticamento legato sia al lavoro che alla famiglia, problemi di sonno e peggioramento della performance lavorativa. Questa conclusione supporta ricerche precedenti che hanno scoperto che garantire il benessere di un figlio è in particolare legato a disagio e sensazione di vuoto nelle donne.

La ricerca, spiegano gli studiosi, fornisce una prospettiva diversa sul lavoro invisibile della genitorialità, fatica che potrebbe non essere totalmente negativa e potrebbe addirittura contribuire positivamente, in diversi modi, alla vita dei genitori. Questo avviene perché alcuni aspetti del carico mentale aiutano a dare significato e senso di scopo ai genitori.

Occorre dunque, come suggeriscono i ricercatori, ripensare alle diverse sfaccettature psicologiche del carico mentale. Può essere facile per un genitore arrabbiarsi e risentirsi per il portare la gran parte del peso della propria famiglia, ma bisognerebbe, a loro parere, anche considerare gli aspetti positivi dello svolgere questo ruolo. Dà un senso di orgoglio o di soddisfazione? Ci sono sue componenti che piacciono? Permette di fare scelte per la propria famiglia che sono importanti per se stessi?

Lo studio suggerisce anche che gestire i bisogni emotivi della famiglia possa essere l'aspetto più sfiancante del carico mentale, responsabilità che può includere il dover calmare i figli quando sono sottosopra, risolvere conflitti tra fratelli, dare il tono emotivo all’ambiente familiare. Un genitore, in genere la madre, non dovrebbe fare tutto questo da solo ma chiedere la giusta partecipazione del proprio partner.

Il lavoro invisibile deve essere reso visibile, per condividerne il carico mentale. Si può ad esempio mettere per iscritto ogni "compito invisibile" che si sostiene per la propria famiglia. Si può chiedere di fare lo stesso al proprio partner, assicurandosi di includere tutti i compiti mentali ed emotivi. Scrivere aiuterà i genitori ad apprezzarsi reciprocamente e a lavorare per una divisione più equa degli impegni.

Un genitore è bene che valuti come ogni compito del proprio carico mentale influisce sulla sua esistenza (inclusa la felicità, la soddisfazione per la propria vita e il proprio lavoro). Se un compito particolare  influisse solo negativamente, quali cambiamenti si potrebbero apportare? Il proprio partner potrebbe occuparsene, se ne può parlare, si potrebbe forse evitarlo, quel compito?

Occorre, in definitiva, che ogni genitore rifletta su quanto peso della famiglia si è assunto, e perché lo abbia fatto, magari per implicite convinzioni che possono essere poco razionali ed “eque”, legate a un’idea astratta di cosa sia una "buona madre" o un "buon padre".


Accetto i Termini e condizioni