Siamo solo da poche settimane proiettati nel periodo che sancisce l'inizio dell'adolescenza e già sentiamo molti dei nostri ragazzi iniziare a lamentarsi di stress e affaticamento. Tutti sanno da sempre e accettano che l'adolescenza possa essere un periodo di grande agitazione. Tuttavia, senza le più recenti scoperte non avremmo compreso fino in fondo quanto sia davvero difficile e impegnativo questo periodo della vita per un ragazzo.
Inizia così Linda Blair, psicologa clinica associata alla British Psychological Society, un recente intervento sul tema della depressione in adolescenza, nel quale ha cercato di mettere a fuoco alcuni fattori critici che i genitori dovrebbero tenere sotto controllo.
Con l'aiuto dello scanner MRI, spiega la dottoressa Blair, e di altre sofisticate tecniche di misurazione cerebrale, ora sappiamo, per esempio, che i cambiamenti ormonali in atto in questo periodo della vita di un ragazzo, non solo influenzano la sessualità, ma fanno sì che gli adolescenti reagiscano con più forza allo stress e accusino la pressione sociale in modo più acuto.
Abbiamo imparato che i cambiamenti nel cervello in questo periodo riguardano, tra l’altro, le modalità del sonno: l'orologio del corpo si sposta in avanti, così che gli adolescenti naturalmente si addormentano più tardi e si svegliano più tardi. Hanno anche bisogno di molto più sonno di quanto si pensasse prima di queste ricerche. Abbiamo anche imparato che il cervello si sta ancora sviluppando nel corso dell'adolescenza, e che le aree responsabili del controllo degli impulsi, della pianificazione e della progettualità a lungo termine sono le ultime a maturare. A questo si aggiunge la grande crescita fisica che vivono in questi anni. Non deve pertanto sorprendente che gli adolescenti spesso si mostrino esausti, si comportino impulsivamente e, a volte, si sentano violentemente stressati.
Come potete sapere quando il vostro ragazzo non sta semplicemente reagendo come un “normale” adolescente alle intense pressioni e sollecitazioni che sta vivendo, ma è di fatto clinicamente depresso?
La chiave sta nel cercare di distinguere i cambiamenti temporanei da quelli duraturi: quelle modalità di comportamento che rappresentano un reale cambiamento, cambiamenti che durano per almeno due settimane senza attenuarsi. Probabilmente le aree di comportamento più importanti da indagare sono quelle relative al funzionamento sociale e dell'immagine di sé. Il tuo ragazzo adolescente ha smesso di vedere gli amici che di solito incontrava? Trascorre molto più tempo da solo di quanto non facesse una volta? Ha perso interesse per le cose cui precedentemente era solito dedicarsi con amore? È diventato molto più autocritico di quanto non fosse prima? Occorre inoltre cercare e analizzare i segni fisici del cambiamento – ad esempio, variazioni nell'appetito, difficoltà ad addormentarsi o impossibilità di dormire regolarmente durante la notte.
Cosa si deve fare quando si ha il sospetto che il proprio ragazzo è depresso?
Nella situazioni estreme, per fortuna abbastanza rare, quando si crede che i ragazzi siano addirittura a rischio di suicidio o che possano fare del male a qualcun altro, è necessario esprimere, anzitutto, la propria preoccupazione direttamente a loro, sebbene questa possa essere sentita come una cosa incredibilmente difficile – e poi chiedendo loro di accettare un incontro con uno psicologo. Spesso i giovani si sentono sollevati quando qualcuno li prende effettivamente sul serio e propone loro un incontro con una specialista che li ascolti. Tuttavia, in caso di rifiuto, si deve incontrare da soli uno psicologo e spiegare chiaramente quello che preoccupa nel comportamento di vostro figlio.
La depressione non è insolita durante l'adolescenza, le stime attuali indicano una percentuale del 10-20% tra i giovani, rispetto al 3-7% degli adulti
L’ascolto non giudicante è fondamentale. Dite loro che siete preoccupati e mettere in chiaro che siete ben disposti ad ascoltarli. Rassicurateli sul fatto che non li criticherete, e mantenete fede a questa promessa. Dovete semplicemente aspettare, in silenzio e con calma. Se il vostro ragazzo non vuole parlare con voi, proponetegli di scegliere qualcun altro, un professionista o un parente, magari un nonno, e di farlo con lui. La cosa importante è aiutarlo ad uscire dalla solitudine della spirale depressiva.