L'adolescenza è un periodo in cui molti ragazzi possono prendere in considerazione il consumo e la sperimentazione di alcol o droghe. Una nuova ricerca dimostra che i genitori possono ridurre il rischio di queste scelte, mantenendo un rapporto sano e aperto con i loro figli.
Thomas Schofield, autore principale dello studio e professore associato nell’ambito del Dipartimento di Sviluppo e Famiglia alla Iowa State University, parte dalla considerazione che gli adolescenti sono più propensi a bere o usare droghe se iniziano a uscire con amici devianti o se si mettono a cercare attivamente compagni che li introducano all’uso di queste sostanze.
Detto questo, i genitori che sanno cosa sta succedendo ai loro figli e tra questi e i loro amici, possono ridurre al minimo l'impatto di entrambe le modalità di avvicinarsi al consumo di sostanze, secondo lo studio pubblicato dalla rivista Drug and Alcohol Dependence.
"I genitori non hanno nemmeno bisogno di essere dei ‘genitori super’" afferma Schofield. "Basta che siano persone di medie capacità genitoriali e sensibilità per affrontare in modo efficace la questione e far sì che queste due modalità pericolose di arrivare all'abuso di droga vengano evitate".
Schofield e i suoi colleghi Rand Conger e Richard Robins, entrambi dell'Università della California, Davis, hanno osservate interazioni tra genitori e figli di origine latino-americana per misurare il livello e gli effetti di controllo genitoriale sui comportamenti dei ragazzi.
Si sono concentrati in particolare sulle famiglie latino-americane per capire meglio se le differenze culturali influenzino i comportamenti genitoriali e i risultati di questi sulla condotta dei figli. Le persone di tale origine, infatti, sono anche quelle più a rischio di uso di droghe e alcol in età precoce, e hanno una maggiore probabilità di diventare nel tempo dipendenti dal loro consumo e abuso, ha osservato Schofield.
Per questo lavoro, il team di ricerca ha osservato bambini una prima volta quando erano in quinta elementare e poi, di nuovo, nel secondo anno delle medie. Schofield afferma che dati mostrano che per molti di loro questa fascia di età è un punto di partenza o la base per l’uso di alcool, tabacco e droghe. È anche un momento in cui i genitori possono essere presi alla sprovvista dai cambiamenti in corso nel comportamento del proprio figlio, se non hanno una loro propria solidità e forza personale.
"I genitori che non hanno intenzionalmente investito tempo e attenzioni nel corso dell’infanzia e alla fine di essa, per costruire un buon rapporto con i figli – un rapporto che sia molto aperto, con molta comunicazione, molto rispetto e comprensione – tutta la struttura relazionale crolla quando i loro ragazzi diventano adolescenti" ha dichiarato Schofield. "Il rapporto si riduce a quello che i genitori hanno fatto per i figli e senza una solida “impalcatura” relazionale e comunicativa, il confronto con loro si trasforma in lotta".
"Preadolescenza e prima adolescenza non sono momenti particolarmente rischiosi, è proprio il periodo migliore per far sì che i ragazzi inizino a essere collaborativi con i loro genitori, a comunicare con loro, creando quelle relazioni più profonde di quanto non fosse prima il rapporto con loro".
Circa 675 ragazzi sono stati inclusi nello studio. I ricercatori hanno osservato madri e padri separatamente, analizzando le modalità di interazione con i loro figli. Hanno inoltre effettuato verifiche in merito al temperamento caratteriale infantile e alle credenze culturali. Questo indica che ci sono molte altre cose in gioco oltre alla genetica e che i genitori possono fare la differenza nell'influenzare il comportamento dei loro figli, afferma Schofield.
I genitori si influenzano l'uno con l'altro
Scoraggiare l’utilizzo di droga e alcol è solo uno dei motivi per cui è importante che i genitori siano sulla stessa lunghezza d’onda e condividano le stesse convinzioni sulla genitorialità. Non solo i genitori influenzano il comportamento del loro bambino in questo senso, ma con il tempo cambiano anche i loro pensieri, le loro azioni e i loro atteggiamenti come genitori. Questa è la conclusione di un altro studio, nel quale Schofield e la collega Jennifer Weaver, della Boise State University, hanno analizzato i dati provenienti da famiglie che partecipano a una ricerca del National Institute of Child Health.
Secondo la loro analisi, le convinzioni riguardo alla genitorialità facevano prevedere cambiamenti nel comportamento reale dei genitori.
Hanno inoltre scoperto che il comportamento può cambiare le convinzioni, ma questo effetto non è risultato poi particolarmente rilevante. Lo studio fornisce una visione della realtà che molte persone potrebbero non prendere in considerazione prima di diventare genitori, come dovrebbero invece fare.
"I giovani nelle loro relazioni affettive cercano partner sulla base di interessi comuni, dell'attrazione fisica e in base a quanto divertenti risultano essere, non in base al tipo di genitore che i compagni e le compagne diventeranno" sottolinea Schofield. "Chiunque alla fine diventerà vostro coniuge, quel che è certo è che finirà per influenzare il vostro comportamento genitoriale. Questo dovrebbe essere un fattore importante per decidere con chi avere dei figli, ed è anche un fattore che un sacco di gente non prende in considerazione".
Schofield afferma che è naturale che i genitori si imitino e si influenzino a vicenda, perché tutti noi ci adattiamo ed anche ci spostiamo e facciamo influenzare dalle persone intorno a noi.Ma egli osserva anche che la possibilità per un genitore di influenzare l'altro esiste solo quando hanno un buon rapporto anche nella competizione, secondo uno studio precedente che lui e colleghi hanno condotto.
Sapendo questo, i genitori dovrebbero utilizzare questo fattore a proprio vantaggio. Per esempio, se c'è un problema in corso con il loro figlio, ricevere insieme consigli e aiuti dall’esterno della famiglia.
Materiali disponibili sul sito della Iowa State University.
La ricerca è pubblicata dal Journal of Family Psychology.