Come preparare al meglio un figlio adolescente al cambiamento? Una famiglia può trovarsi nella necessità di trasferirsi in una nuova città o in un nuovo Paese, il giovane sta per cambiare scuola o il nuovo lavoro di un genitore richiede che l’intera vita del nucleo familiare funzioni in modo diverso. Quali sono le modalità di gestione del cambiamento di un ragazzo?
Occorre chiedersi se un ragazzo adolescente saprebbe affrontare queste sfide a testa alta o se si rassegnerebbe a un impatto negativo.
Gli adolescenti oggi crescono in un mondo in cui, a molti di loro, capiterà di dover cambiare molte città e fare esperienza di molti posti di lavoro nella loro vita. In un paese occidentale il lavoratore medio attualmente cambia anche fino a dieci diversi posti di lavoro prima dei quarant'anni.
Un adolescente di oggi sperimenterà un flusso costante di cambiamenti, grandi e piccoli, come a nessuna generazione precedente è accaduto. La vita non è più fatta, come un tempo, di brevi periodi di transizione che interrompono periodi più lunghi staticità. La transizione verso condizioni nuove di esistenza è la nuova normalità.
Da genitori, si desidera di preparare al meglio i giovani alla vita adulta. Si spera che i propri ragazzi saranno equipaggiati per prepararsi e affrontare queste ondate di cambiamenti, piuttosto che reagire solamente quando si abbattono su di loro.
Basta considerare la vita quotidiana di un giovane, pensando a quello che vive nel suo gruppo di amici o alla sua esperienza scolastica, per vedere come queste condizioni sono presenti in modo costante nella sua vita.
I giovani hanno sempre dovuto imparare a gestire un numero crescente di cambiamenti man mano che crescono. Quello che sta cambiando è la comprensione degli adulti su come aiutarli a farcela in questo compito.
Quanto è pronto un adolescente per il cambiamento?
Per comprenderlo un genitore dovrebbe chiedersi: Come mostra, un ragazzo, di prendersi cura e come di fatto si prende cura delle sue responsabilità? Com’è il suo rapporto con la comunicazione, cosa fa per rimanere adeguatamente informato? Riesce a gestire i conflitti per trarne comprensione e ricomporli? Come si adatta al cambiamento in una situazione in cui le condizioni di vita cambiano continuamente?
Lo psicologo Carl Pickhardt, esperto di questioni evolutive, sostiene che rispondendo a domande come queste gli adulti possono diventare consapevoli del modo in cui stanno crescendo i ragazzi - il loro grado di responsabilità personale, la loro capacità di esprimersi, il loro essere in grado di padroneggiare un disaccordo, la loro flessibilità e adattabilità.
Il cambiamento è quel terreno su cui i genitori sono in generale meno preparati ad essere istruttivi. Spesso, non sanno come definirlo né come spiegare il suo potere, né suggerire come gestirlo quando si verifica.
Cos'è il cambiamento? continua Pickhardt. È un processo ininterrotto che continua a modificare e reimpostare i termini dell'esistenza per tutta la loro vita di un individuo, facendolo muovere da una situazione vecchia a nuova, dallo stesso al differente, da qualcosa di familiare a qualcosa di sconosciuto, da una nota a un’ignota condizione o circostanza.
Concretamente, il cambiamento può essere definito come qualsiasi momento in cui una o più di queste condizioni si verificano: qualcosa nella propria vita inizia, si ferma, aumenta o diminuisce.
Se si inizia un nuovo corso scolastico, ad esempio, questo è un cambiamento che porta la sfida di affrontare un inizio. Se si interrompe una vecchia relazione, questo è un cambiamento che porta la sfida di affrontare un fine. Se aumentano le responsabilità, questo è un cambiamento che porta la sfida di gestire più cose di quelle che si dovevano gestire prima. Se diminuiscono gli impegni, questo è un cambiamento che porta la sfida di accontentarsi di fare meno di quanto si è abituati a fare.
Il cambiamento richiede un “aggiustamento” e dunque energia per sostenere queste transizioni. Il problema, ovviamente, è che l'energia umana è limitata, e quindi se più cambiamenti accadono insieme, possono esaurire la capacità di una persona di farvi fronte. Un eccesso di impegni causa un certo livello di stress mentre si cerca di sostenerli. Quello che occorre spiegare a un adolescente è che le persone hanno una tolleranza limitata al cambiamento.
Se una ragazza ambiziosa vuole ottenere sempre il massimo dei voti, competere per diventare presidente del consiglio studentesco, lavorare venti ore alla settimana per pagarsi un viaggio estivo, e inoltre programma di perdere cinque chili prima del ballo di fine anno, i genitori dovrebbero avvisarla che questa gran quantità di cambiamenti auto-imposti le costerà molto in termini di stress. Sarebbe forse meglio per lei moderare i suoi obiettivi per rendere la fatica del cambiamento meno pesante.
Quello che le persone spesso scoprono riguardo a qualsiasi importante cambiamento nella loro vita che hanno deciso di affrontare, come andare all'università, per esempio, è chela nuova esperienza finisce in genere per essere una sorta di promessa non mantenuta – una cosa né tanto bella come speravano né tanto brutta come temevano, un po' di delusione nel primo caso, un po' di sollievo nel secondo.
Ci sono esperienze in tutte le diverse fasi dell’adolescenza che i genitori possono utilizzare per insegnare a gestire il cambiamento, continua lo psicologo.
Si inizia dalla prima adolescenza (dai 9 ai 13 anni) quando il giovane affronta il passaggio alla scuola media. Qui la lezione che si può insegnare è come il cambiamento crei bisogno di informazioni, quando si passa da una situazione nota a una situazione sconosciuta. Senza disporre di alcuna esperienza precedente, la prospettiva della scuola media può far sorgere molte domande: "Come troverò la strada?" "Come farò a ricordare la combinazione del mio armadietto?" "Come affronterò i compiti di così tante materie diverse?” Avere risposte a queste domande può ridurre l'incertezza e l'ansia di ciò che non si conosce. Ecco perché molte scuole medie offrono orientamenti per i ragazzi in entrata.
A metà dell'adolescenza (dai 13 ai 15 anni), il giovane è entrato nella pubertà, quel cambiamento guidato dagli ormoni che altera il suo corpo per raggiungere la maturità sessuale. Qui la lezione può essere: sebbene il cambiamento ti stia facendo diverso, tu rimani in gran parte lo stesso. Quindi, se i giovani temono che la pubertà li trasformi in una persona completamente nuova, può essere rassicurante per loro sapere che ne usciranno per lo più come la persona che erano prima.
Durante la tarda adolescenza (dai 15 ai 18 anni), il giovane alle superiori è sempre più pressato per provare nuove attività ed esperienze, come le feste, le riunioni in gruppo, l'uso di sostanze associate al voler comportarsi da individuo grande, quali parti del rito di passaggio della crescita.
Qui la lezione può essere che il cambiamento è rischioso. Ci sono sempre pericoli da cui stare alla larga in ogni esperienza di vita sconosciuta e non sperimentata. Quindi, prima di provare qualcosa di nuovo, è bene prendersi il tempo necessario per valutarne i rischi e adottare le adeguate misure di sicurezza all’interno del proprio processo decisionale prima di agire.
Nella fase dell'indipendenza (dai 18 ai 23 anni), il giovane affronta una delle più spaventose fonti di cambiamento che esistano: il futuro, il modo in cui trovare e percorrere la propria strada nella vita in modo indipendente. Qui si può insegnare che il cambiamento richiede coraggio. Sentendosi intimorito e scoraggiato dalla sfida, un ragazzo può avere la tentazione di evitare o sfuggire al cambiamento piuttosto che impegnarvisi. È il momento per lui di porsi la domanda del coraggio: "Come sceglierei di agire se non avessi paura?"
Per tutta l'adolescenza si sviluppa un processo in cui interessi e affetti da “più piccoli” vengono lasciati per assumerne altri da “grandi”. Qui si può dire ai ragazzi che il cambiamento provoca perdite.
Quindi l’ingresso nell'adolescenza comporta un grande sacrificio, in quanto richiede di rinunciare a tante cose che sono state una parte cara dell'infanzia. Crescere richiede di lasciar andare. L'adolescenza è costosa perché c'è sempre un “prezzo d'entrata” da pagare. Puntare a una maggiore indipendenza significa abbandonare le vecchie dipendenze.
Ciò che consente all'adolescente di fare questo scambio è l’essere spronato dal fatto che l’altro lato della perdita è sempre una libertà: libertà dai vecchi impegni e libertà per nuove possibilità. Si può pensare all'atleta adolescente che prova la ferita di dover abbandonare uno sport amato, con tutta la storia personale della sua pratica, l’affiatamento con la squadra, l'attenzione sociale, ma che nell’arco di un anno si troverà libero di sviluppare un altro interesse che non ha mai saputo di avere. Ha sostenuto il peso di questa “avversità” - abbracciando una libertà che prima per lui non esisteva.
Da quello che ho visto nel counseling, conclude Pickhardt, i giovani che affrontano meglio difficili cambiamenti nella loro vita sono quelli che in grado di attraversare il dolore muovendosi verso l'altra parte della perdita. A quel punto, sono in grado di rivendicare le opportunità che sempre vengono aperte dai cambiamenti, indipendentemente da quanto sgraditi o avversi possano essere questi sconvolgimenti e riassestamenti dei termini della loro esistenza.