Il calore e l'accettazione di una madre nei confronti dei suoi figli adolescenti possono aiutare a impedire a questi ragazzi di entrare, quando saranno più grandi, in relazioni affettive segnate da violenza e prevaricazione.
È un fattore protettivo che si conferma anche nel caso in cui lo stesso matrimonio della madre risulti controverso e contraddistinto da conflitti.
È quanto risulta da una recente ricerca condotta dall’Università di Buffalo.
Altre ricerche precedenti avevano già mostrato che gli adolescenti che vengono esposti al conflitto coniugale in giovane età, hanno un rischio maggiore di subire abusi nelle loro relazioni sentimentali. Tuttavia, il nuovo studio ha scoperto che la relazione di un figlio con la madre funge da “cuscinetto”, promuovendo i sentimenti di autostima dell'adolescente, afferma Jennifer Livingston, ricercatrice capo e professore associato presso la School of Nursing dell’università.
I ragazzi costruiscono modelli interni di lavoro su se stessi e sugli altri basati sulla qualità del loro rapporto con i genitori, ha spiegato la Livingston. Se il tutore primario è abusivo o incoerente, i figli imparano a considerarsi come non amabili e iniziano a vedere gli altri come ostili e inaffidabili.
Al contrario, comportamenti genitoriali positivi, caratterizzati da accettazione e calore, aiutano i figli a formare modelli di lavoro interni positivi, portando a vedere se stessi come soggetti degni di amore e rispetto.
I risultati della ricerca potrebbero supportare lo sviluppo di interventi che impediscano agli adolescenti di subire abusi di relazione fisici, emotivi o sessuali.
Oltre il 30% degli adolescenti è vittima di un qualche tipo di abuso da parte di un partner affettivo, afferma la studiosa, che è anche membro della Clinical and Research Institute on Addictions della Buffalo University.
Gli effetti protettivi dell'amore di una madre
La ricerca, pubblicata dal Journal of Interpersonal Violence, ha esaminato più di 140 adolescenti i cui genitori erano sposati o conviventi al momento della loro nascita.
Le famiglie fanno parte di uno studio in corso sullo sviluppo dei figli di genitori alcolisti. La metà dei partecipanti aveva almeno un genitore, il più delle volte il padre, con problemi di alcolismo. I ricercatori hanno esaminato il gruppo per la connessione causale tra alcolismo nei padri e disfunzionalità familiare.
Sebbene l'alcolismo dei genitori non sia stato direttamente collegato alla violenza subita dagli adolescenti nelle relazioni affettive, i ragazzi che crescono in famiglie segnate dall’alcolismo sperimentano una maggiore esposizione ai conflitti coniugali e una genitorialità difficile rispetto ai giovani di famiglie senza problemi di alcolismo.
Chiaramente non tutti i giovani cresciuti in famiglie con tali problemi vengono poi coinvolti in relazioni affettive contrassegnate dalla violenza, il che suggerisce che esistono anche fattori protettivi in gioco, i quali impediscono che si sviluppi questa fragilità. Questi fattori protettivi devono essere identificati per far progredire gli sforzi e le attività di prevenzione, spiega la studiosa.
I partecipanti hanno completato i questionari in terza media e durante gli anni della scuola superiore, riferendo sulla loro esposizione al conflitto tra i genitori, sulla percezione della loro relazione con la madre e poi di un qualsiasi coinvolgimento in episodi di violenza legati alle loro esperienze affettive.
Lo studio ha scoperto che i ragazzi che hanno sperimentato livelli superiori alla media di comportamenti genitoriali positivi da parte della madre in terza media, avevano meno probabilità di essere coinvolti in rapporti sentimentali segnati dalla violenza da adolescenti, anche quando erano presenti alti livelli di conflitto nel matrimonio dei genitori.
Bassi livelli di affetto e vicinanza, reattività e sostegno da parte della madre non hanno avuto effetti protettivi: non sono riusciti a ridurre le conseguenze dannose del conflitto coniugale sui figli.
L'influenza congiunta del conflitto tra genitori e quella dell’interazione madre-figlio suggerisce la necessità di un approccio multiplo all'intervento di prevenzione, che promuova la comunicazione e la risoluzione dei conflitti nel matrimonio, unitamente a un comportamento genitoriale positivo con i figli.
I genitori che sono maggiormente in grado di comunicare e risolvere i disaccordi, avranno meno conflitti all'interno della famiglia e potranno costituire un modello di appropriate capacità di risoluzione dei conflitti per i loro figli. La capacità di risolvere con successo i conflitti dovrebbe anche ridurre lo stress e consentire ai genitori di essere più sensibili alle esigenze dei loro ragazzi.
In definitiva, quello che emerge è che nella forza della relazione con la madre si costituisce un importante fattore di protezione, paragonabile a un anticorpo che il figlio assimila e che nella maggior parte dei casi lo aiuterà a non restare invischiato in relazioni affettive dominate dalla violenza, fisica o psicologica.
Studi futuri, come indica la studiosa, potrebbero esaminare la differenza tra gli effetti del conflitto coniugale su maschi e femmine o valutare se gli effetti protettivi della genitorialità positiva persistono anche se il genitore con problemi di alcolismo è la madre.
I materiali della ricerca sono disponibili sul sito della University at Buffalo.
Riferimento bibliografico:
Jennifer A. Livingston, Jared Lessard, Meghan L. Casey, Kenneth E. Leonard, Rina D. Eiden.
Teen Dating Violence in a High-Risk Sample: The Protective Role of Maternal Acceptance.
Journal of Interpersonal Violence, 2019.