Il sexting - la condivisione digitale di testi e immagini sessualmente espliciti - è diventato ormai un elemento sempre più comune nella cultura della vita adolescenziale. Tuttavia, molti genitori, anziché parlarne, adottano l'approccio semplicistico di dire ai loro figli di negarsi o di non farlo.
Questo è un errore, secondo Carrie James ed Emily Weinstein, ricercatori di Harvard che si sono occupati in ricerche e libri sulla questione.
Dire solo di non fare sexting può davvero mettere fine alla conversazione e, a loro giudizio, quando si tratta di inviare fotografie di nudo c'è molto di cui parlare tra adolescenti e genitori. Nella loro ricerca hanno scoperto che gli adolescenti fanno sesso per molte ragioni, alcune delle quali potrebbero non essere capitate agli adulti, e che le ragazze, in particolare, stanno escogitando strategie sofisticate per scoraggiare la divulgazione di immagini di nudo.
"Una delle cose che abbiamo trovato nelle nostre conversazioni con gli adolescenti e nella nostra ricerca è che tanti dilemmi sul sexting sono così spinosi e complicati" ha detto Weinstein che, insieme a James, è una ricercatrice per il Project Zero di Harvard, che esplora i temi dell'educazione. "Se non ci impegniamo in queste conversazioni con gli adolescenti, non li stiamo preparando per affrontare quelle situazioni e le pressioni che stanno sostenendo".
È una pratica diffusa
Secondo una meta-analisi del 2018 di una ricerca condotta prima di giugno 2016, circa il 15% degli adolescenti aveva inviato un sext, mentre il 27% ne aveva ricevuto uno e il 12% ne aveva inoltrato uno senza consenso. Una meta-analisi del 2021 di studi tra il 2016 e l'inizio del 2020 ha rilevato che il 19% degli adolescenti aveva inviato un sext, il 35% ne aveva ricevuto uno e il 15% ne aveva inoltrato uno senza consenso.
Entrambe le analisi, tuttavia, hanno esaminato gli studi condotti prima della pandemia e, secondo quanto rilevato, le limitazioni hanno innescato un aumento del sexting tra gli adolescenti.
La pratica del sexting tra gli adolescenti è diventato una tale preoccupazione in alcuni ambienti, che gli esperti hanno sostenuto dovrebbe essere incluso nei programmi di educazione sessuale, depenalizzare il sexting consensuale tra adolescenti e insegnare il " sexting sicuro ", che includerebbe consigli come l'eliminazione dei metadati, il non includere mai il proprio viso, caratteristiche del corpo identificabili come voglie o gioielli in una foto; e utilizzare uno sfondo semplice.
È complicato
Alcune delle ragazze con cui Weinstein e James hanno parlato nei gruppi di consulenza per adolescenti, avevano escogitato procedure elaborate per ridurre le possibilità che le loro foto di nudo fossero ricevute da altri oltre ai destinatari. Ad esempio, sovrapponendo filigrane alle immagini con il nome del ragazzo a cui stavano inviando le foto. Oppure, invece di inviare una loro immagine, inviando un'immagine presa da google e facendo anche uno screenshot del risultato della ricerca in modo da poterlo inoltrare come prova che il corpo nella foto non era il loro, se fosse stata mandato ad altri.
“Perché darsi così tanto disturbo? Perché non dire semplicemente: 'Non ho intenzione di inviarti una foto?'" ha considerato la professoressa Weinstein.
I ricercatori sono arrivati a vederle come una sorta di tattiche di sopravvivenza, e un segnale di quanto sia difficile per loro questa dimensione, indipendentemente da ciò che gli adulti potrebbero pensare.
Un'altra cosa che potrebbe non essere ovvia per i genitori è la definizione di sexting oggi. Per gli esperti si tende a usare una parola come sexting pensando solo a una sua minuscola accezione, quella che definisce la richiesta fatta a una ragazza da parte un ragazzo di spogliarsi e fare una foto, mettendola nella condizione di dover decidere cosa fare.
Ma una meta-analisi del 2018 ha rilevato che la ricerca sulle differenze di sesso nell'invio di sexts è inconcludente. E le indagini e i gruppi di confronto per adolescenti condotti da James e Weinstein mostrano che i giovani fanno sexting con un'ampia gamma di persone per un'ampia varietà di motivi e possono anche essere partecipanti abbastanza disponibili.
Possono trovarlo divertente ed eccitante. Potrebbero in questo modo voler mostrare interesse per qualcuno, o voler portare la loro relazione al livello successivo, esprimendo con l’invio di foto fiducia nel loro partner. In effetti, in alcuni casi, hanno affermato gli esperti, gli adolescenti più grandi hanno avuto esperienze di sexting in relazioni strette, consensuali e di fiducia senza conseguenze negative. Questi adolescenti hanno scoperto che i terribili avvertimenti degli adulti sul sexting erano fuori luogo e paternalistici.
I ricercatori hanno anche sottolineato che la comunicazione digitale intima potrebbe essere un'opzione importante per i ragazzi LGBTQ che stanno esplorando la propria sessualità e potrebbero non essere pronti o a proprio agio per farlo in pubblico.
Ma ci sono anche molti scenari in cui i giovani fanno sexting sotto pressione, quando vengono minacciati o costretti a inviare un’immagine. Lo possono fare per non ferire i sentimenti di qualcuno o chiudere una relazione o una potenziale relazione.
Possono anche pensare che lo stiano facendo tutti gli altri o credere che avere immagini di nudo dia loro uno status (questo è particolarmente diffuso tra i ragazzi). O credere che sia l'unico modo per attirare qualcuno a cui sono interessati. Oppure sono in cerca di conferme sul proprio corpo.
Alcuni degli scenari rilevati da James e Weinstein hanno sorpreso anche loro. Ad esempio, che agli adolescenti vengono chieste foto nudi o seminudi non solo da persone con cui hanno già una relazione. A volte quelle richieste provengono da persone che in realtà vedono solo come amici.
In particolare tra gli adolescenti più giovani si starebbe diffondendo uno scambio transazionale di immagini al di fuori del contesto di relazioni affettive ma a partire da rapporti che possono essere di amicizia o anche solo di conoscenza.
Gli esperti consigliano di educare e preparare i più giovani a questo tipo di richieste. Come per tutte le questioni che coinvolgono la sessualità, i genitori dovrebbero fare “verifiche” frequentemente e continuare ad avere conversazioni adeguate all'età e lavorare sulle "capacità di rifiuto".
I genitori dovrebbero anche capire che la condivisione consensuale di immagini intime tra adolescenti, che era a malapena intercettata dagli psicologi 15 anni fa, non è più vista come inappropriata dal punto di vista dello sviluppo. Un ragazzo dai 13 ai 18 anni oggi non è “atipico” se è incuriosito dal sexting.
Restano, tuttavia, adolescenti impulsivi che potrebbero non essere in grado di comprendere le potenziali conseguenze delle loro azioni o che credono in quella che gli psicologi chiamano la “favola personale”: che le loro esperienze siano uniche e che le cose brutte a loro non accadranno.
Parlare con gli adolescenti
Quindi, come può un genitore scoprire cosa sta succedendo nell'ambiente digitale del figlio adolescente e parlare con lui dei rischi connessi?
Gli esperti consigliano di porre domande a risposta aperta, evitando il giudizio e arrivando da un atteggiamento di curiosità. Ad esempio, un genitore potrebbe chiedere come si sta svolgendo il sexting nella scuola del proprio figlio, o se gli amici stiano parlando di sexting o cosa ne pensa il ragazzo della questione.
È anche importante capire quale funzione potrebbe servire il sexting per i propri ragazzi. Sono tentati di farlo perché vogliono adattarsi, salvare un'amicizia, ricevere conferme sul loro corpo? A questo punto si può dirigere la conversazione attorno ai valori. Ad esempio, se un amico ha chiesto a un figlio un'immagine di nudo e non accetta un no come risposta, si può parlare del fatto che quella persona sia davvero un buon amico.
Non basta insegnare agli adolescenti come difendersi da aperture sessuali inappropriate. I genitori devono anche dire agli adolescenti perché non è sicuro o appropriato sollecitare foto.
Un comportamento che, dicono i ricercatori, oggi sia maschi che femmine richiedono, non solo cui acconsentono: possono abusare o, al contrario, essere abusati. È quindi importante per un genitore assicurarsi di avere conversazioni con figli e figlie, non solo sul motivo per cui non è sicuro inviare un'immagine, ma sul perché è davvero ingiusto e sbagliato fare pressioni per averne una.
I genitori devono parlare del valore fondamentale del consenso. Il vero consenso è consenso entusiasta, sottolineano i due psicologi. Non si acconsente a una richiesta solo perché si tiene a qualcuno ma perché si crede che questo sia nel proprio migliore interesse, e qualcosa che si vuole fare attivamente.
“Molti ragazzi non capiscono che il consenso non sono dieci no e un sì”.
Un altro principio importante da trasmettere agli adolescenti è che i sexts non dovrebbero mai essere condivisi senza permesso. Questa è la peggiore violazione del consenso e del rispetto in questo ambito. Gli adolescenti dovrebbero essere incoraggiati a intervenire se vedono persone che condividono le immagini di nudo di altre persone che sono state inviate loro.
I ragazzi adolescenti dovrebbero sentire di poter chiedere aiuto ai genitori se qualcosa inerente il sexting è andato come non volevano. Questo è un altro motivo, sottolineano gli esperti, per cui è importante adottare un approccio calmo e non giudicante alla questione.
Anche se è difficile, i genitori devono cercare di mettere da parte quella reazione viscerale a qualcosa che per loro è pericoloso e spaventoso. Perché, quando un figlio fa una scelta sbagliata o quando viene abusato o ferito, alla fine vorrebbero sempre e comunque che si rivolgesse a loro.