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Quando un figlio adolescente ha fatto qualcosa di inappropriato o pericoloso, l’istinto del genitore potrebbe essere quello di voler correggere immediatamente il suo comportamento. Tuttavia, affinché il suo intervento risulti efficace, deve frenarsi e attendere il momento giusto per farlo.

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Se un padre o una madre pensano all’ultima volta in cui si sono arrabbiati con il loro figlio adolescente, probabilmente ricorderanno di aver provato non solo a correggere il suo comportamento, ma anche di aver voluto discutere subito del motivo per cui quel comportamento era inappropriato.

Ad esempio, se si è scoperto che il ragazzo ha rubato qualcosa da un negozio, si potrebbe aver paura dei guai in cui potrebbe venire a trovarsi se venisse scoperto. Questo fa arrabbiare, spesso senza pensarci ci si scaglia in modo emotivo contro il figlio, per dirgli che il suo comportamento è inaccettabile e non sarà tollerato.

La paura che i figli vengano scoperti o che prendano parte ad altre attività illegali può spaventare e fare diventare molto turbati e reattivi. Questo potrebbe ostacolare la propria capacità di pensare con chiarezza, come sempre si vorrebbe quando si parla con un figlio.

Quando ci si perde nelle proprie emozioni e ci si scatena verbalmente, questo può travolgere gli adolescenti e portarli a chiudersi emotivamente, e a non essere in grado di accettare quello che gli si sta dicendo. Potrebbero persino fingere che non sia un grande problema e chiedersi perché ci si è arrabbiati.

Quando le emozioni si attivano

L'ostruzionismo di un giovane, quando è emotivamente sopraffatto, può comprensibilmente diventare frustrante e sconvolgente per i genitori, spiegano i pedagogisti. Quando ciò accade, ci si potrebbe arrabbiare così tanto da reagire in modo eccessivo e iniziare a minacciare punizioni tanto pesanti che in seguito bisognerà rimangiarsi perché erano troppo dure.

Il punto è, spiegano gli esperti, che molto probabilmente il tentativo di dare una lezione di vita subito dopo aver travolto emotivamente un figlio potrebbe non essere molto efficace.

Succede che quando si prova a spiegare le proprie paure riguardo al suo comportamento, il ragazzo è già così sulla difensiva da non riuscire ad accettare quello che gli si sta dicendo.

Quando qualcuno si sente criticato e chiamato in causa per il suo comportamento inaccettabile, il suo primo pensiero potrebbe essere quello di negarlo o giustificarlo. Ad ogni modo, è improbabile che si riesca a entrare in contatto in modo efficace con i ragazzi in un momento di grande agitazione. Potrebbero avere pochissima capacità di ascoltare a causa della loro stessa difesa.

È probabile che quando un adolescente si mostra provocatorio, o un figlio sta facendo ostruzionismo, è perché è stato stimolato dall'essere criticato e poi è diventato lui stesso reattivo. Ecco perché provare a discutere con un figlio sull'inadeguatezza del suo comportamento in quel momento potrebbe non essere efficace.

Il messaggio giusto, il momento sbagliato

Nel momento in cui si inizia a correggere un figlio in modo energico, è probabile che i suoi meccanismi di difesa si avviino e inizino a bloccare ciò che gli si sta dicendo. Questo è normale, poiché è un modo per proteggersi quando qualcuno dice cose negative. Il problema è che rende impossibile a un ragazzo comprendere il punto di vista del genitore, in quel momento.

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Purtroppo per l’adulto, quelli sono proprio i momenti in cui desidera maggiormente far conoscere i propri pensieri sul motivo per cui il suo comportamento è stato inappropriato e inaccettabile. Ma, sfortunatamente, quello potrebbe essere il momento meno efficace per cercare di esprimere il proprio punto di vista.

Affinché le parole di un genitore abbiano un significato per i figli, l’adulto deve assicurarsi che questi stiano ascoltando. Il ragazzo con cui si sta parlando deve essere aperto e disposto a comprendere quello che si ha da dire.

Questo richiede che il ragazzo non stia vivendo una reazione negativa dopo essere stato ripreso e criticato: deve poter ascoltare senza sentirsi a rischio o avere bisogno di difendersi.

Meccanismi di difesa degli adolescenti

Guardando questo dal punto di vista dell'adolescente, quando riconosce di aver sbagliato e si arrabbia per il proprio comportamento, questo può portarlo ad arrabbiarsi con se stesso.

È anche possibile che il giovane possa sentire che l'adulto sta reagendo in modo eccessivo e che lui non ha fatto nulla di sbagliato.

Ciascuno di questi sentimenti può indurlo ad essere schiacciato dalle sue emozioni e non essere aperto al richiamo dell'adulto. Qualunque cosa si dica, potrebbe turbare il giovane e renderlo ancora più provocatorio, il che a sua volta può fare infuriare l’adulto ulteriormente.

Per avere una comunicazione più positiva con gli adolescenti, sottolineano gli esperti, occorre parlare con loro quando sono pronti ad ascoltare. Sebbene sia necessario correggere immediatamente i comportamenti potenzialmente pericolosi, la parte educativa della discussione potrebbe dover attendere.

Per entrare in comunicazione davvero con loro, devono essere in grado di ascoltare, il che può significare aspettare che le emozioni si siano dissipate e ognuno di possa discutere in modo tranquillo e razionale di quello che è accaduto.

Questo potrebbe essere il momento in cui un genitore e un figlio possono discutere le aspettative reciproche e dei limiti. Gli adolescenti possono certo essere ragionevoli: è solo difficile per loro essere ragionevoli quando sono nel bel mezzo di uno sfogo che li fa diventare reattivi.

In definitiva, aspettando che il turbamento emotivo si plachi, un adulto può essere più efficace nel parlare con loro, portandoli a aderire a comportamenti che possono aiutarli a evitare pericoli per sé e per gli altri.


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