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La paura è di sicuro una delle emozioni meno popolari e desiderabili, se non si tratta di viverla per trarne eccitazione, come quando si riferisce dell’intrattenimento di un film o a un giro sull’ottovolante.

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A nessuno piace viverla nella realtà di tutti i giorni: ne sanno qualcosa le persone che soffrono di ansie e di timori in modo persistente. Tra gli adolescenti, poi, la paura è uno stato che non riceve ammirazione ma derisione.

A volte la paura può essere considerata una debolezza o un fallimento.

La sfida a far qualcosa di temerario o di non voluto fa leva di solito su battute legate alla paura di provarci. Per evitare di dare questa impressione, i giovani possono agire impulsivamente per dimostrare che non hanno paura, o per nascondere la loro paura, sentendola come causa di vergogna.

Gli psicologi consigliano, per spronare un ragazzo a fare qualcosa, di non dirgli di non aver paura ma, piuttosto, di consigliarlo di ascoltare la propria paura, per capire cosa questa gli sta dicendo. La paura è infatti un bene per la sicurezza personale.

Un adolescente deve essere educato a usarla per monitorare i rischi e per aumentare la sua consapevolezza personale e sociale. La paura avverte di possibili pericoli, quindi deve essere trattata come una risposta emotiva di avvertimento.

Va considerata con attenzione, per capire se indica che ci si sta sentendo solo insicuri o se davvero si è di fronte a qualcosa che si dovrebbe temere.

La paura mette in allerta. Provandola, ci si può sentire ignoranti, ansiosi, insicuri, diffidenti, vulnerabili, esposti, sorpresi, scioccati, minacciati, in pericolo o in qualche altro modo non sicuri.

La paura, sottolineano i terapeuti, non è una colpa, una debolezza o un fallimento. È una forma preziosa di sensibilità, una risposta istintiva che tende a proteggere.

Nel corso dell'adolescenza però, quando la considerazione dei pari ha grande valore, esprimere paura di fronte ai compagni può essere un problema.

Dare ascolto alla paura nell'adolescenza può spesso essere un atto di coraggio, perché significa andare controcorrente, non seguire quello che i compagni esortano a fare.

Uno dei motivi per cui i gruppi di pari sono così potenti, spiega la psicologia, è che i giovani membri possono sentirsi spinti a partecipare a attività più pericolose di quanto mai farebbero da soli. Il "coraggio collettivo" dei compagni può motivare sperimentazioni e avventure pericolose che un ragazzo non oserebbe mai fare in solitudine.

Rifiutare sembra troppo costoso socialmente. Dire "no" e dire "sì" possono entrambi richiedere molto coraggio.

I genitori, per aiutare i figli adolescenti a rapportarsi con la paura come segnale che ha un valore protettivo, di sopravvivenza, devono anzitutto educarli a comprenderla come indicazione di possibili minacce e pericoli.

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La paura, infatti, rileva rischi dannosi che devono essere presi in considerazione, aiuta ad agire con cautela e a gestire situazione di emergenza.

È importante che i giovani non disprezzino la paura, evitando di pensare che ci sia qualcosa di "sbagliato" in loro quando si sentono insicuri o spaventati.

Il passaggio progressivo verso l'età adulta richiede coraggio a volte, che permette loro di osare qualcosa di inedito e, anche, di rifiutare rischi troppo pericolosi da assumere.

La paura è difficile da gestire, tuttavia, spiegano gli esperti, può essere un buon fornitore di informazioni, ma può anche essere un cattivo consigliere.

Nel bene, il potere della paura può far sì che l'attenzione di un ragazzo si concentri sul pericolo, sul rischio che potrebbe correre.

Nel male, la paura può far sì che l'allarme prevalga sul giudizio migliore e porti a fare una scelta sbagliata. In quanto tende a far immaginare un possibile danno, non sempre è corretta. Si è ad esempio temuta un’esperienza che poi si rivela di tutt’altro tenore.

La relazione educativa con un adolescente deve insegnare a usare la paura per mettere in pratica una responsabilità predittiva – il pensare in anticipo. Questo richiede che un giovane si prenda il tempo per considerare una possibile pericolosità e adotti precauzioni prima di buttarsi in una particolare esperienza.

Questo, in sostanza, evitando di respingere la paura come una preoccupazione inutile o un’immaginazione irrealistica, o considerandola come una forma di timidezza o di vigliaccheria. Al contrario, dovrebbe arrivare a vederla come una sorta di sensibilità aggiuntiva, e di saggezza.

L’adolescenza può essere un momento caratterizzato da grandi insicurezze. Tenendo presenti le possibili paure di un figlio, i genitori devono cercare di non criticare o sminuire tali insicurezze.

La maggior parte degli adolescenti, deve affrontare ogni giorno con coraggio un mondo che ancora non conoscono appieno, nel quale è loro richiesto di agire quasi come degli adulti.

I genitori, da parte loro, spesso si sentono poco informati, incerti, e hanno a loro volta molte paure per il giovane che è sotto la loro responsabilità. Paura di non prendere la decisione giusta per i figli.

L’adolescenza, in definitiva, sottolineano i terapeuti, provoca paure su entrambi i fronti e a entrambi richiede una buona dose di coraggio.


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