Le tante possibilità di distrazione offerte oggi, soprattutto dalla realtà virtuale e dal mondo dei social, rendono spesso difficile mantenere un adeguato grado di concentrazione sui compiti che si devono portare a termine. Si passa da un’attività all'altra, si torna indietro. Dover spostare continuamente l'attenzione richiede molta energia, così necessaria ai più giovani, che devono ancora costruire e consolidare le loro competenze.
Gli esperti di apprendimento e di funzionamento cognitivo spiegano che trascorrere la maggior parte della giornata con un'attenzione intermittente e frammentata può influenzare permanentemente la capacità di mantenere la concentrazione, soprattutto nei giovani.
Per evitarlo, non poche persone evitano di essere presenti sui social media o disattivano le notifiche mentre lavorano su un progetto.
Molte ricerche descrivono l'impatto che i social media e le molteplici fonti di informazione hanno sulle nostre abitudini lavorative, sulla produttività e sulla capacità di concentrarsi. La premessa di queste analisi è che passare dall'email a Facebook a Instagram, sia al lavoro che a casa, compromette la capacità di fare ciò che dobbiamo fare in modo efficiente e influisce sulla nostra capacità complessiva di mantenere l'attenzione.
È un’insidia particolarmente forte per la formazione dei ragazzi, che sono nati e stanno crescendo in un mondo completamente digitalizzato.
Il passaggio da un compito lavorativo o di studio alla lettura di un'email viene definito come uno "spostamento di contesto".
Tali piccoli spostamenti sono molto nocivi. Se un giovane sta facendo un compito o studiando e si ferma per controllare un messaggio di testo o navigare su un social media, pagherà un costo per la sua produttività. Dovrà spendere molta energia mentale per passare da quel messaggio o da quei post al compito su cui era impegnato. E se fa questo più volte mentre porta a termine il suo lavoro, impiegherà più tempo e dovrà impegnarsi più duramente per finirlo.
Gli studiosi lo hanno dimostrato ripetutamente. Diversi neuroscienziati hanno spiegato che il cervello può produrre solo uno o due pensieri nella mente conscia alla volta. Si può essere molto concentrati solo su una cosa alla volta.
La nostra capacità cognitiva è molto limitata. Secondo gli esperti siamo caduti in una grande illusione. L'adolescente medio ora crede di poter seguire sei tipi di media contemporaneamente. Quando i neuroscienziati hanno studiato questo tipo di attività, hanno scoperto che quando le persone credono di fare più cose contemporaneamente, in realtà stanno solo giochicchiando.
Stanno andando avanti e indietro. Non notano il passaggio perché il loro cervello in qualche modo lo maschera per dare un'esperienza continua di coscienza, ma ciò che stanno realmente facendo è passare e riconfigurare il loro cervello di momento in momento, da un compito all'altro—e questo ha un costo.
Quando si passa da un compito all'altro, si deve ricordare cosa si stava facendo prima e cosa si pensava a riguardo. Quando ciò accade, è provato che la propria performance cala. Si è più lenti. E questo viene definito come "effetto e costo del cambiare".
Per evitare tale effetto negativo, il consiglio è di disattivare le notifiche mentre si legge o si lavora su un certo compito, e di fare una cosa alla volta.
Può essere considerato un consiglio non al passo dei tempi ma di sicuro consente di essere più efficienti e produttivi.
Cosa possono fare i genitori e gli adulti in generale di fronte a questa situazione?
Gli esperti affermano che, ovviamente, sarebbe un errore consigliare di provare a far spegnere ai propri figli le notifiche in modo permanente o pensare che si possa realmente farli smettere di guardare il telefono tutto il tempo. Non ascolteranno, discuteranno, si arrabbieranno—lo sanno bene tutti quelli che ci hanno provato.
Ma un paio di cose si possono comunque fare.
Anzitutto, un genitore può iniziare ad adottare alcune di queste abitudini su se stesso. E poi può dire di averlo fatto davanti ai figli. Può parlare del fatto se questo lo abbia aiutato o meno. O sottolinearne i numerosi benefici: il ragazzo, imitandolo, potrebbe effettivamente scoprire di essere più produttivo e sentirsi meno ansioso. Cercare di prestare attenzione a diverse fonti di comunicazione e informazioni tutto il giorno è infatti stressante e provoca ansia.
Poi, quando i ragazzi sono ancora piccoli, si può chiedere che mettano i loro cellulari (se li hanno) in un cestino mentre fanno i compiti e durante i pasti in famiglia—e gli adulti possono fare lo stesso. Stabilire questa regola fornisce un metodo su come gestire le tentazioni dei social media e delle notifiche del telefono—e può aiutare i giovani a interiorizzare gradualmente un po' di autodisciplina riguardo all'uso del cellulare e alle loro abitudini mediali.
Probabilmente si riuscirà a farlo fino alle scuole medie—o, se si è davvero bravi, anche fino alle superiori. Sarà difficile ma, se si insiste, i ragazzi potrebbero andare poi all’università con buone abitudini e capacità di lavoro, più produttive e meno stressanti di quanto non accadrebbe se non avessero seguito queste regole.
In definitiva, secondo gli esperti di queste materie, un genitore, un insegnante e in generale gli adulti, per proteggere anche se stessi, devono riuscire a analizzare e comprendere le strategie adottate dalle piattaforme dei social media per diffondere e rendere normale la frammentazione continua dell’attenzione e far sì che il loro utilizzo divenga pervasivo e prioritario. Parlandone con i ragazzi, per evitare loro di cadere nella trappola della distrazione prodotta oggi dalla tecnologia.