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Presentazione del volume "Senza paura, senza pietà. Valutazione e trattamento degli adolescenti antisociali". A cura di Alfio Maggiolini (Raffaello Cortina Editore).

Chi sono i ragazzi trasgressivi? Perché rubano, aggrediscono o spacciano?
Questo libro, documentato, aggiornatissimo e con numerose esemplificazioni di casi, è ricco di riflessioni teoriche e indicazioni operative per la valutazione e il trattamento psicologico degli adolescenti antisociali. Alfio Maggiolini coordina l'equipe di psicoterapeuti, che da più di venti anni, per l'Istituto Minotauro, lavora con ragazzi trasgressivi e antisociali, anche quelli sottoposti a procedimenti penali presso i Servizi della giustizia minorile della Lombardia (Istituto penale minorile, Ufficio di servizio sociale per i minorenni e Centro di prima accoglienza).

20140310 Maggiolini

I comportamenti antisociali degli adolescenti sono una grande fonte di preoccupazione per genitori, insegnanti, educatori, assistenti sociali e magistrati. La risposta degli adulti a questi comportamenti è spesso allarmata, a volte condizionata da pregiudizi e facilmente tentata da reazioni repressive: una soluzione che, tuttavia, non solo è inefficace, ma può essere controproducente. Le recenti ricerche sulla personalità antisociale e psicopatica, in particolare in ambito evolutivo e neuropsicologico, consentono invece oggi una nuova comprensione dei fattori di rischio, individuali, familiari e sociali, che sono alla base dei disturbi di comportamento. Sulla base di queste nuove conoscenze è possibile impostare un intervento efficace, in grado di sconfiggere il pessimismo degli scorsi decenni.

La valutazione è la base indispensabile di un efficace intervento. Una prospettiva psicologica e, più specificamente psicoanalitica, è fondamentale per interpretare e per riconoscere l’appello che il comportamento antisociale rivolge agli adulti. L’individuazione del senso soggettivo e comunicativo del comportamento è la premessa indispensabile per una risposta efficace. La prospettiva presentata nel volume ricerca il significato del comportamento, interpretandolo come un modo disfunzionale, per tentare di realizzare i compiti evolutivi.

 

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Gli adolescenti sono naturalmente trasgressivi e può essere particolarmente difficile distinguere le situazioni in cui la trasgressività e l’aggressività sono al servizio della crescita e dell’acquisizione di un’identità sociale e quelle in cui, all’opposto, sono l’espressione di una tendenza antisociale o l’inizio di una vera e propria carriera delinquenziale.

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Gli adolescenti sono naturalmente trasgressivi e può essere particolarmente difficile distinguere le situazioni in cui la trasgressività e l’aggressività sono al servizio della crescita e dell’acquisizione di un’identità sociale e quelle in cui, all’opposto, sono l’espressione di una tendenza antisociale o l’inizio di una vera e propria carriera delinquenziale. Il comportamento deviante minorile è il segnale di una nascita sociale bloccata ed è proprio la disfunzionalità di questa soluzione che condanna il ragazzo a un ulteriore arresto del proprio percorso di sviluppo. In una prospettiva evolutiva, infatti, è centrale l’attenzione agli obiettivi che una persona vuole raggiungere e al modo di perseguirli, tenendo conto non solo dell’individuo, ma anche della famiglia e dell’ambiente sociale e culturale. La patologia, infatti, non è necessariamente dentro l’individuo, ma nella relazione tra l’adolescente e il suo ambiente e nel rapporto tra scopi (per esempio l’autonomia) e mezzi disfunzionali per realizzarli (per esempio, lo spaccio).

Per capire un adolescente antisociale è dunque fondamentale, ogni volta che sia possibile, incontrare i suoi genitori. I colloqui con il padre e la madre non hanno solo la funzione di raccogliere informazioni, ma aiutano a dare senso al comportamento nel quadro della dinamica dei ruoli familiari eventi evolutivi che hanno caratterizzato il percorso di crescita del figlio. Spesso negli adolescenti antisociali il problema non è l’emancipazione da un genitore troppo presente, ma all’opposto la mancanza di una funzione di supporto per assenza del genitore o perché sono il padre stesso o la madre a chiedere al figlio un sostegno al proprio ruolo, pratico o emotivo.

La psicoterapia con questi adolescenti è un compito particolarmente difficile, tanto che fino a pochi decenni fa è prevalso il pessimismo sulla possibilità di intervenire in senso trasformativo. Oggi si distinguono tre paradigmi di trattamento, che si collocano a diversi livelli di elaborazione simbolica e di soggettivazione. Un primo livello è quello che può essere considerato una pura reazione al comportamento.

{xtypo_quote_left}La psicoterapia con questi adolescenti è un compito particolarmente difficile, tanto che fino a pochi decenni fa è prevalso il pessimismo sulla possibilità di intervenire in senso trasformativo. {/xtypo_quote_left}

Di fronte a ragazzi che non hanno paura, che non hanno controllo e che non hanno pietà né senso di colpa, l’intervento può essere immediatamente orientato a produrre paura, a controllare e a colpevolizzare. Il secondo livello di intervento non consiste in una reazione al comportamento, ma cerca di agire modificando i fattori di rischio che ne sono alla base. In particolare, un intervento psicoterapeutico o educativo potrà porsi l’obiettivo di modificare l’impulsività, la mancanza di considerazione per le conseguenze su di sé, la paura, e sugli altri, la colpa, considerando il comportamento a rischio come espressione di un modo di essere, una personalità. Un terzo livello, invece, non considera questi tratti come caratteristiche di base della persona, manifestazione di un difetto o deficit, ma come un effetto, l’espressione di intenzioni, consce o inconsce, e di strategie per rispondere a bisogni e per raggiungere obiettivi evolutivi.

In sintesi, il volume offre una panoramica dello stato dell’arte rispetto alla valutazione ed al trattamento di adolescenti con problematiche comportamentali, proponendo come particolarmente utile una prospettiva teorica di stampo psicoanalitico, che fornisce strumenti fondamentali per un’interpretazione del significato soggettivo del comportamento, a partire dal riconoscimento soggettivo del gesto, inteso come bisogno evolutivo profondo a cui dare risposta. Le esemplificazioni cliniche aiutano il lettore ad orientarsi anche rispetto alle indicazioni operative di intervento nei vari contesti di incontro con l’adolescente.

Il volume è rivolto innanzitutto ai professionisti (psicologi, ma anche educatori, assistenti sociali, altri professionisti) che lavorano nell’area penale minorile, nell’area della tutela (che sempre più spesso si ritrova in prima linea nella presa in carico di adolescenti sottoposti a procedimento penale) e più in generale che si trovano confrontati con le problematiche comportamentali o gli agiti trasgressivi degli adolescenti all’interno dei vari contesti di crescita (quali scuola, comunità, centri diurni, centri di aggregazione eccetera). Offre un modello di intervento anche allo psicologo che, all’interno di istituzioni o nel proprio studio, riceva richieste da parte di genitori in allarme per il mancato rispetto delle regole del figlio, i suoi comportamenti devianti, fino a situazioni di violenza agita. 

 La scheda del libro


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