Esce in formato e.book "Oblò (e il mondo guardo da...)" Meligrana Giuseppe Editore, euro 2,90, di Giuseppe Braga e per me è un buon motivo per leggere il mio primo e.book.
Per l'autore è il secondo romanzo, dopo l'esordio del 2006 col divertentissimo "Ma tu lo conosci Joyce?" (Ed. Sironi). In questo racconto l’autore sposa un preciso punto di vista, che è quello di Matteo, un ragazzino dislessico di prima media, e gli riesce con efficacia, si vede che il nostro ha amato i ragazzacci di Fante e il Paddy Clarke di Roddy Doyle, e fa piacere ascoltare una voce narrante così, in un periodo in cui, in molti libri di narratori italiani, nome e cognome del protagonista è lo stesso che trovi sulla copertina del libro. {xtypo_quote_left}Il piccolo Matteo deve trascorrere l'ultima notte prima di traslocare con la famiglia in una nuova casa
{/xtypo_quote_left}Il piccolo Matteo ha da trascorrere l'ultima notte prima di traslocare con la famiglia in una nuova casa, mentalmente ripercorre gli anni passati da quando il padre annunciò quello che doveva essere un imminente cambiamento fino alla vigilia dell'evento. La sua difficoltà a scrivere e a leggere è la stessa nel guardare con serenità al mondo che lo circonda, la strada, vista dal terrazzo di casa sua, sembra riempirsi di acqua, i mezzi che la percorrono diventano pesci, i fumi dei tubi di scappamento le loro scie, i semafori gli scogli, i camion le balene, le smart sono temibilissimi piranha, quindi per il nostro “quel fiume senz’acqua era roba pericolosa da oltrepassare.”
Non gli va meglio in casa, con le continue liti tra i genitori; una sorella maggiore che più cresce più gli sembra un mistero; le crisi depressive della madre; un padre, che si dibatte tra un lavoro noioso e velleità artistiche, a cui Matteo pone mille domande: che cos’è una concessione edilizia? Che cos’è il G8? Che cos’è un oblò? Si apre come i finestrini normali? Non proprio, ma soprattutto, lo avvisa il padre, attenzione a quando si apre, bisogna che l’aereo non sia in volo e che il sommergibile non sia sott’acqua.
{xtypo_quote_right}...alle volte, è meglio spalancarlo l'oblò, senza farsi troppi problemi.{/xtypo_quote_right}
Ma se l’oblò è un'apertura che ci permette di sfociare all'esterno, di aprirsi, se non la apriamo che diavolo ci sta a fare? Si chiede Matteo che, al termine del racconto, a questa domanda riuscirà a darsi lui stesso una risposta, ovvero che, alle volte, è meglio spalancarlo l'oblò, senza farsi troppi problemi. Tutto sembra ritrovare una giusta dimensione, i problemi restano tali ma si riesce a voler bene anche ai propri squinternati genitori.
Rompendo gli indugi va pure meglio con la scrittura e la lettura, sempre molto lontano dal diventare il primo della classe, per carità, del resto il suo eroe è Bart Simpson, un disadattato che non ha la benché minima remora nel mostrarsi tale (Stanno ridendo di me, non con me, scrive Bart sulla mitica lavagna all’inizio di una puntata vista dal nostro protagonista) e, soprattutto, nello spalancare oblò.