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Come si fa a far sì che un bambino, in particolare uno che ha fatto esperienza di gravi avversità, crescendo non diventi uno psicopatico? L’essere pronti e reattivi, il prendersi cura, l’essere empatici - soprattutto quando i bambini sono in difficoltà - aiuta a prevenire il fatto che i ragazzi divengano adolescenti insensibili, senza emozioni.

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Lo afferma una nuova ricerca della Tulane University, realizzata studiando i bambini cresciuti in affidamento.

La ricerca, che è stato pubblicata nel Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry, è la prima a dimostrare l’efficacia di un intervento precoce per prevenire lo sviluppo dei fattori alla base della psicopatia. La condizione distruttiva propria della psicopatia colpisce circa l'un per cento della popolazione; è caratterizzata da interazioni interpersonali volte all’insensibilità, la mancanza di sensi di colpa o empatia.

I ricercatori hanno misurato i livelli di comportamento insensibile-impassibile nei dodicenni del Bucharest Early Intervention Project, che accoglie un gruppo di bambini abbandonati negli orfanotrofi rumeni nei primi anni 2000 e seguiti da allora.

La metà di questi bambini sono stati collocati, già da molto piccoli, in situazioni di affidamento contraddistinte da alta qualità di cura, mentre gli altri sono cresciuti in un istituto. I ricercatori hanno confrontato i loro risultati con quelli relativi a bambini che non erano orfani. Lo studio è stato condotto dal dottor Charles H. Zeanah da Tulane, Nathan A. Fox presso l'Università del Maryland, e dal professor Charles A. Nelson della Harvard Medical School.

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Nel complesso, i bambini allevati all’interno degli orfanotrofi avevano livelli significativamente più elevati del tratto insensibile-impassibile rispetto ai bambini che non erano mai stati istituzionalizzati. I ragazzi in affidamento avevano livelli più bassi dei comportamenti insensibili o impassibili rispetto a coloro che non hanno avevano ricevuto cure e interventi analoghi.

Cosa spiega la differenza? I ricercatori hanno osservato i bambini con i loro genitori affidatari fin da piccoli, e hanno scoperto che quanto più gli assistenti e gli affidatari si sono dimostrati sensibili nei confronti del disagio dei bambini, tanto meno insensibili e più empatici sono risultati questi una volta ragazzi, nella fase dell’adolescenza.

L’autore principale Kathryn Humphreys, la quale ha condotto lo studio come borsista di post-dottorato in salute mentale infantile alla Tulane, sostiene che questi risultati possono aiutare i responsabili delle politiche di welfare a identificare e supportare adeguati comportamenti e cure quando cercano le famiglie cui affidare i bambini.

"Se siamo in grado di intervenire precocemente per aiutare i bambini nel loro sviluppo, questo non solo li aiuta, ma è di beneficio anche in senso più ampio alla società stessa" afferma. "Il modo migliore per farlo è far sì che i bambini vengano collocati in case e strutture con operatori sanitari e genitori adeguati, aiutando nel contempo gli adulti a imparare ad essere più sensibili alle esigenze dei bambini a loro affidati".

 

I materiali della ricerca sono disponibili sul sito della Tulane University.
Kathryn L. Humphreys, Lucy McGoron, Margaret A. Sheridan, Katie A. McLaughlin, Nathan A. Fox, Charles A. Nelson, Charles H. Zeanah.High-Quality Foster Care Mitigates Callous-Unemotional Traits Following Early Deprivation in Boys: A Randomized Controlled Trial. Journal of the American Academy of Child & Adolescent Psychiatry, 2015; 54 (12). 


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