Le adolescenti che sono state maltrattate da piccole hanno maggiori probabilità di coltivare pensieri suicidari, se la relazione con la madre è limitata e povera affettivamente e, man mano che una ragazza cresce, tra madre e figlia sorge una crescente conflittualità.
O ricercatori dell'Università di Rochester hanno riscontrato che la qualità della relazione madre-figlia e il loro livello di conflitto sono due fattori che fanno da punto di connessione tra il maltrattamento dei minori e i pensieri suicidari durante l'adolescenza.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Suicide and Life Threatening Behaviour, è stato svolto con un gruppo di 164 ragazze socialmente svantaggiate e depresse, adolescenti (con un’età media di 14 anni) e con le loro madri. Tra le adolescenti, il 66,3% erano afro-americane, il 21,3% bianche e il 14% di origine latina.
Il gruppo di ricerca, guidato dalla professoresse Elizabeth Handley, ha usato un modello matematico di analisi per testare tre distinte vie di mediazione e collegamento tra un precedente maltrattamento nell'infanzia e pensieri suicidari nelle ragazze adolescenti: la qualità del rapporto madre-figlia, il livello di conflitto madre-figlia e i sintomi depressivi nell’adolescenza.
"I nostri risultati suggeriscono che le interruzioni di una positiva relazione madre-adolescente, sono una delle ragioni per cui le giovani che da piccole hanno subito abusi o negligenza, sono a rischio di suicidio da adolescenti" spiega la professoressa Handley.
I risultati, a suo giudizio, evidenziano quanto siano importanti gli interventi di prevenzione e assistenza incentrati sulla relazione, per i giovani vulnerabili.
I ricercatori hanno valutato il maltrattamento sui minori e la qualità della relazione madre-figlia analizzando le risposte delle ragazze a una serie di domande. Il conflitto madre-figlia è stato misurato usando le risposte delle madri ad un altro, specifico questionario.
"Sappiamo da decenni di ricerche che un rapporto caloroso affettivamente, educativo e coerente tra madri e figli è fondamentale per molti aspetti di uno sviluppo sano, e questo elemento continua ad essere vero anche nel corso dell'adolescenza, quando i giovani passano più tempo con i loro amici e meno tempo a casa con la famiglia" continua la Handley.
quello che viene definito come maltrattamento include l'abuso emotivo, fisico e sessuale, la trascuratezza e l'abbandono emotivo e fisico. Tra i partecipanti allo studio, il 51,8% delle adolescenti ha raccontato una storia personale in cui si era verificato almeno una forma di maltrattamento.
Come previsto, i ricercatori hanno scoperto che le percentuali di pensieri suicidari, e pensieri ricorrenti di morte, erano più alte tra le adolescenti che avevano una storia di maltrattamento rispetto a quelle che non l’avevano: l'11,7% delle adolescenti depresse non maltrattate indicava di aver avuto pensieri suicidari, rispetto al 26,8% delle adolescenti depresse che erano state maltrattate da bambine.
Il maltrattamento sui minori è associato a una scarsa qualità della relazione madre-figlia e ad un aumento del conflitto tra madre e figlia, fattori entrambi collegati a livelli più elevati di pensieri suicidari tra le adolescenti.
Secondo il Centers for Disease Control and Prevention (CDC), il suicidio è la seconda causa di morte tra gli adolescenti di età compresa tra i 10 e i 24 anni negli Stati Uniti (la causa principale è la morte accidentale).
Le adolescenti, in particolare, hanno più probabilità rispetto ai loro pari maschi di avere pensieri suicidari.
Data l'evidenza scientifica che quanto più sono pesanti e pervasivi i pensieri di suicidio, maggiore è la probabilità di che il suicidio venga davvero tentato, la comprensione della causa all’origine dei pensieri suicidari è fondamentale per un'efficace prevenzione del suicidio dei giovani, e per la progettazione di attività di sostegno adeguate ed efficaci.
Secondo i ricercatori della Rochester, gli interventi che prendono in considerazione e agiscono sulle relazioni, sono un approccio promettente al trattamento della depressione per i giovani che hanno vissuto maltrattatamenti in tenera età, tanto quanto la psicoterapia interpersonale per le adolescenti, che si concentra sul contesto interpersonale della depressione.
La terapia familiare basata sull'attaccamento si è dimostrata anch’essa utile nel ridurre i pensieri suicidari tra le adolescenti, rafforzando la qualità di funzionamento della famiglia e quella del legame emotivo nella relazione tra genitori e adolescenti, conclude la studiosa.