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Gli adolescenti che riescono a descrivere le loro emozioni negative in modo preciso e sfaccettato, sono meglio protetti contro la depressione rispetto ai loro coetanei che non riescono a farlo.

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È la conclusione cui arriva un nuovo studio sulla differenziazione delle emozioni negative - la capacità di fare distinzioni “a grana fine” tra le diverse emozioni negative e applicare loro nomi precisi - pubblicato dalla rivista Emotion.

"Gli adolescenti che usano termini e definizioni più specifici come ‘mi sento infastidito’ o ‘mi sento frustrato’ o ‘mi vergogno’- invece di dire semplicemente ‘mi sento male’- sono di fatto più al riparo dallo sviluppo di sintomi depressivi peggiorati dall’aver vissuto un evento stressante" spiega l'autrice principale Lisa Starr, assistente professore di psicologia all'Università di Rochester.

Coloro che ottengono un punteggio basso nella differenziazione delle emozioni negative, tendono a descrivere il loro stato d’animo come “brutto” o “agitato”. Di conseguenza, sono meno in grado di trarre beneficio da possibili “lezioni” utili che potrebbero derivare dalla decodifica delle loro emozioni negative, inclusa la capacità di sviluppare strategie di coping, le quali potrebbero aiutare i giovani a regolare e a tenere sotto controllo i loro stati d’animo.

"Le emozioni contengono molte informazioni. Possono comunicare informazioni sullo stato motivazionale della persona, sul livello di agitazione, sulla valenza emotiva e sulla valutazione di quanto sia stata pericolosa l'esperienza fatta" afferma la dottoressa Starr.

Una persona deve integrare tutte queste informazioni per capire quello che sta vivendo - "Mi sento irritato?" o "Mi sento arrabbiato, imbarazzato oppure è un’emozione diversa quella che provo?”.

Una volta che una persona conosce queste informazioni, può usarle per determinare la migliore linea d'azione da tenere, spiega la Starr: "Quello che ho appreso mi aiuterà a prevedere come si svilupperà la mia esperienza emotiva e a comprendere come posso regolare nel modo giusto queste emozioni per sentirmi meglio".

Il team ha scoperto che un basso livello di differenziazione emotiva rafforza il legame tra eventi stressanti della vita e depressione, portando a un ridotto benessere psicologico.

Concentrandosi esclusivamente sull'adolescenza, che segna un momento di maggiore rischio per la depressione, lo studio si è focalizzato su una lacuna nella ricerca, fino ad oggi.

Le ricerche precedenti suggeriscono che durante l'adolescenza il livello di differenziazione emotiva di una persona scende fino al suo punto più basso, rispetto a quello dei bambini più piccoli o degli adulti. È esattamente durante questo periodo cruciale di sviluppo che i tassi di depressione aumentano costantemente.

Ricerche precedenti avevano dimostrato che la depressione e il basso livello di differenziazione emotiva sono correlati l'uno con l'altro, ma i progetti di ricerca di studi precedenti non hanno verificato se un basso livello di differenziazione precedesse temporalmente la depressione.

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Per i ricercatori, questo fenomeno è diventato la proverbiale questione gallina-uovo: i giovani che mostravano segni di sintomi depressivi significativi, avevano una capacità di differenziazione costitutivamente bassa, o il loro livello di differenziazione era basso come conseguenza diretta del loro stato depressivo?

Il team di ricerca ha lavorato con 233 adolescenti nell’area di Rochester, i ragazzi avevano un'età media di quasi 16 anni (il 54 per cento di loro era di sesso femminile) e hanno condotto interviste diagnostiche per valutare i partecipanti in riferimento alla depressione.

Successivamente, gli adolescenti hanno riferito le loro emozioni quattro volte al giorno nell'arco di sette giorni. Un anno e mezzo dopo, il team ha condotto interviste di follow-up con i partecipanti, per studiare i risultati longitudinali.

I ricercatori hanno scoperto che i giovani che sono limitati nel differenziare le loro emozioni negative, sono più suscettibili ai sintomi depressivi in ​​seguito a eventi stressanti della vita.

Viceversa, coloro che mostrano una capacità di differenziazione elevata, sono più adatti a gestire le conseguenze emotive e comportamentali dell'essere esposti allo stress, riducendo così la probabilità che le emozioni negative degenerino in una depressione clinicamente significativa nel tempo.

La depressione è tra i problemi di salute pubblica più impegnativi in tutto il mondo. Come tutti i disturbi mentali più diffusi, non è solo causa di ricorrenti e difficili stati di sofferenza per i malati, ma pesa anche molto sull'economia dei diversi paesi, ed è stata identificata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità come la causa principale di malessere nei paesi industrializzati.

In particolare, la depressione nelle ragazze adolescenti è una tematica importante da studiare, osservano i ricercatori, poiché questa età comporta un'impennata dei tassi di depressione, con una marcata disparità di genere che continua fino all'età adulta.

La depressione adolescenziale sconvolge lo sviluppo sociale ed emotivo di un ragazzo e può portare a una serie di esiti negativi, tra cui problemi interpersonali, ridotta capacità produttiva, scarsa salute fisica e abuso di sostanze.

Inoltre, le persone che soffrono di depressione durante l'adolescenza hanno maggiori probabilità di diventare ripetutamente depresse per tutta la loro durata di vita, afferma la dottoressa Starr. Per questo motivo, la mappatura delle dinamiche emotive associate alla depressione è la chiave per trovare trattamenti efficaci.

"Fondamentalmente una persona deve sapere come si sente, per cambiare il modo in cui si sente" spiega la dottoressa.

"Credo che la capacità di differenziazione emotiva possa essere modificabile, e penso che questo sia un obiettivo che potrebbe essere direttamente incluso nei protocolli di trattamento che hanno come riferimento la stessa differenziazione".

Le scoperte del team contribuiscono a un crescente corpo di ricerca che cerca di farsi strada nella lotta contro l'aumento dei tassi di depressione adolescenziale, pensieri suicidari e suicidio. Secondo i dati più recenti dello statunitense Centers for Disease Control circa il 17% degli studenti delle scuole superiori a livello nazionale afferma di aver pensato al suicidio, più del 13% ha dichiarato di aver effettivamente realizzato un piano di suicidio e il 7,4% lo ha davvero tentato, l'anno scorso.

"I nostri dati suggeriscono che, se si riesce a aumentare il livello di differenziazione emotiva delle persone, si potrebbe essere in grado di aumentare la loro resistenza alle esperienze stressanti e all'effetto depressivo delle esperienze negative" conclude la dottoressa Starr.


I materiali della ricerca sono disponibili sul sito della University of Rochester.

Riferimento bibliografico:
Lisa R. Starr, Rachel Hershenberg, Zoey A. Shaw, Y. Irina Li, Angela C. Santee.
The perils of murky emotions: Emotion differentiation moderates the prospective relationship
between naturalistic stress exposure and adolescent depression
.
Emotion, 2019.


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