La pubertà seguita dall'adolescenza è un processo condiviso da una serie perfino “imbarazzante” di animali. La pubertà riguarda i moscerini della frutta a nove giorni, i gatti a sei mesi, le lontre a nove mesi, le balene megattere a quattro anni, i coccodrilli a otto, gli elefanti a dieci anni e gli squali della Groenlandia a centrotrenta.
L'adolescenza è la differenza tra un individuo cresciuto fisicamente e un adulto maturo. È la fase di sviluppo dopo la pubertà ed è un periodo cruciale di apprendimento per tutti, dai polli alle gazzelle.
Chi la sta attraversando, condivide una serie di comportamenti: essere sia eccessivamente audace che eccessivamente prudente; impaccio sociale; sperimentazione nelle relazioni affettive e sessuali; e quello che gli esperti definiscono come "socializzazione esuberante".
"Sebbene accada in momenti che vanno da pochi giorni a molti anni dopo la loro nascita, tutti gli animali hanno un periodo "adolescenziale" scrivono due ricercatori nel loro nuovo libro Wildhood.
“I ragazzi e le ragazze non diventano uomini e donne dalla sera al mattino. E il passaggio da cucciolo a “animale adulto” è altrettanto definito e distinto per tutte le condizioni, altrettanto necessario e altrettanto straordinario".
Gli adolescenti non sono più bambini e non sono ancora adulti. Sono "pre-adulti", "adulti emergenti", "novellini", "sub-adulti", "principianti". Il nome più bello per definire questa fase è il giapponese "seinenki" (che sta per verde, alberello).
La professoressa di Harvard Barbara Natterson-Horowitz e la scrittrice scientifica Kathryn Bowers hanno trascorso cinque anni a indagare sullo stato che chiamano "wildhood": l'esperienza condivisa dell'adolescenza attraverso le specie. Il fatto che avessero bisogno di trovare una parola specifica e inedita dice qualcosa sulla freschezza e sull'originalità delle loro intuizioni principali: l'adolescenza umana non è, secondo loro, una nuova invenzione, creata culturalmente. È, invece, come scrivono, una ricerca condivisa da tanti esseri di specie differente per raggiungere la maturità attraverso l'esperienza.
"Affinché una specie produca adulti maturi, la fase di adolescenza è essenziale".
Entrambe le autrici sono delle madri loro stesse e hanno scritto un libro tanto poco paternalistico che un sedicenne potrebbe scagliarlo contro un muro. Un effetto che ci si potrebbe anche aspettare visto che lo si sta paragonando a una lontra.
“Crescere nel proprio status sociale fa sentire molto bene. Una flessione nello status, d'altra parte, riduce le possibilità di sopravvivenza di un animale. Quando gli animali decrescono nel loro status, vengono puniti fisiologicamente a livello chimico. Una discesa dello status fa stare male.
Le ricerche più recenti suggeriscono questa possibilità: i livelli di serotonina non controllano l'umore di un animale. La serotonina, insieme ad altri neurotrasmettitori, segnala un cambiamento nello status di un animale.
La connessione status-umore è una potente chiave di interpretazione del comportamento di adolescenti e giovani adulti, dei loro sbalzi d'umore, ansia e depressione".
Le esigenze della gerarchia sociale spiegano perché una giovane iena esperta trascorre del tempo all’interno della sua rete di relazioni - e perché un quindicenne esige di avere un paio di sneakers bianche come la neve, identiche a quelle di un compagno.
Gli autori sostengono che tutti gli animali condividono quattro sfide fondamentali dell'adolescente: 1) come rimanere al sicuro, 2) come muoversi all’interno delle gerarchie sociali, 3) come comunicare sessualmente e 4) come lasciare il “nido” e prendersi cura in autonomia di se stessi.
Imparare a stare al sicuro è una missione adolescenziale non solo per lupi e sardine, ma anche per una ragazza tredicenne, che non capisce perché non possa andare a un concerto con i suoi amici.
La Natterson-Horowitz è professoressa di biologia evoluzionistica umana e anche cardiologa e docente di medicina. La sua comprensione della zoologia, della salute umana e dei “capricci” della genitorialità hanno spinto il suo libro verso argomentazioni originali in particolare quando affronta le questioni dello status e dell'apprendimento delle regole del gruppo.
“Il dolore sociale è lancinante e non qualcosa da banalizzare. Pertanto, potrebbe non essere manifestazione non solo di insensibilità, ma forse anche di ignoranza, chiedere a un adolescente perché si preoccupi così tanto di ciò che gli altri pensano di lui... l'uso di droghe, alcol e tabacco può svolgere un ruolo preciso nel far sentire i consumatori adolescenti come se per questa via fossero riusciti a aumentare il loro status. Chiedere agli adolescenti se vengano apprezzati socialmente e come vadano le loro amicizie, può avere maggiori probabilità di fornire informazioni sul loro livello di dolore sociale rispetto alle domande dirette sul loro umore".
Il dolore e la rabbia che ancora molti adulti sentono dentro di sé per quello che erano e che hanno vissuto da giovani, dicono le ricerche degli autori, vengono esperite anche da altri animali. Mentre i polli non riescono a scrivere lettere per esprimere la loro angoscia al ricordo del loro isolamento sociale, il loro comportamento e persino tracce di elementi chimici del sangue rivelano la loro ansia e depressione.
Gli autori sottolineano come l’angoscia derivante della posizione nella gerarchia dello status siano condivise da tutti gli animali sociali.
Vi è, tuttavia, un modo in cui i giovani umani oggi vivono un tempo più duro di quasi qualsiasi altro animale.
“Dopo un'intera giornata di valutazioni derivanti da compagni, insegnanti, genitori, professori, capi e amici, gli studenti tornano a casa. La casa prima esisteva come una sorta di luogo protetto. Ma ora, attraverso computer e cellulari, un flusso continuo di giudizi e posizionamenti sociali si diffonde digitalmente nelle camere da letto, sui tavoli da pranzo e durante i viaggi di molti adolescenti, mentre studiano, guardano la TV, giocano, leggono o si riposano. Nella nostra epoca abbiamo una quantità ingestibile e malsana di valutazioni. Proponiamo un nuovo termine per l'ansia e la sofferenza causate a adolescenti saturi di valutazione quasi costante: "sovraccarico di esaminazione""
Compiti evolutivi particolarmente impegnativi sono quelli di sviluppare capacità di relazione con i pari, e con gli altri in generale, e quello di preparsi all’autonomia: a “lasciare il nido”.
Ma possiamo davvero confrontare un tardo adolescente umano che se ne va di casa, a un pinguino che si allontana nuotando dai suoi genitori "senza guardarsi indietro"?
Perché no? Saper affrontare e superare le sfide è la definizione di maturità, qualunque sia la tua specie, sottolineano gli autori. L'adolescenza umana è il risultato di milioni di anni di evoluzione, non è qualcosa di assimilabile alla guarigione da una malattia, come invece sembrano sottintendere molti esperti.
Frasi come "trovare posto nella piramide gerarchica " e "lasciare il nido", che sono anzitutto riferiti al mondo animale e che vengono comunemente utilizzate per definire fasi di passaggio nella crescita di un ragazzo, rivelano più di quanto pensiamo, concludono gli studiosi.