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Siamo tutti drammaticamente colpiti da questa emergenza sanitaria, dalle paure per la salute delle nostre famiglie e di noi stessi, dall'insicurezza economica, dalla condizione di isolamento a casa e altro ancora. Il modo in cui siamo colpiti da tutto questo e come possiamo farvi fronte varia in base a molti fattori: classe sociale, risorse finanziarie, situazioni di lavoro, età.

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Gli adolescenti stanno sperimentando stress particolari per la loro situazione, che vengono amplificati dalle caratteristiche proprie della loro fase di sviluppo.

Secondo teorie e ricerche recenti, dovremmo considerare l’adolescenza come una fase che può prolungarsi anche fino alla metà dei vent'anni. Si parla di "adolescenza allungata". Un allungamento dei tempi in cui viene raggiunta l'adultità, al quale fa però da contrappeso quello che si osserva, in termini di maturazione e consapevolezza, a livello mondiale, nei giovani di oggi, che hanno dato, ad esempio, segni di una crescente sensibilità nei confronti dell'aumento della disuguaglianza, dei cambiamenti climatici, delle questioni sociali più urgenti.

Quella che stiamo vivendo è una crisi diversa sotto molti aspetti e presenta fattori di stress con i quali si ha poca esperienza. La teoria dello sviluppo offre molti suggerimenti sui fattori di stress propri dell’adolescenza, sulle capacità di affrontarli, sulla resilienza.

I principali fattori che mitigano o attenuano lo stress e migliorano la capacità di recupero nell'adolescenza, secondo tali teorie, sono riferiti al grado di connessione sociale, al grado di consapevolezza e alle capacità di pianificazione e di prendersi cura del proprio corpo. Nella situazione odierna non è semplice adattare queste indicazioni agli attuali fattori di stress che vivono i ragazzi.

Le attuali restrizioni per contenere il contagio che prevedono il regime di isolamento fisico sono più difficili per gli adolescenti. Per loro l'impatto risulta più grande.

Il desiderio e la necessità di interazione tra pari sono più forti durante questo periodo di sviluppo che in qualsiasi altro momento della vita. È questa esigenza, insieme a capacità di controllo e di giudizio che sono ancora in corso di maturazione, che rendono più impegnativo per i ragazzi l’isolamento.

Gli adulti in questo momento devono saper gestire intervenire sugli specifici fattori di sofferenza dei giovani che sono costretti a casa, aiutandoli a trovare il modo di coltivare e promuovere la connessione sociale anche durante l'isolamento, trovando e supportando le modalità possibili di socializzazione.

Una delle caratteristiche degli adolescenti di oggi, il loro essere "nativi digitali", in questo caso gioca ovviamente a favore. Sono stati online praticamente da quando hanno potuto per la prima volta manipolare qualsiasi dispositivo di connessione, passando da una fruizione passiva di quando erano più piccoli, fino a un crescere delle interazioni con lo sviluppo, per arrivare a un utilizzo pressoché costante dei social media.

Da parte di molti ricercatori si è messo l’accento sui rischi dell’interazione virtuale, la quale promuoverebbe ansia, depressione, nei casi peggiori, anche pensieri suicidari. Tuttavia, approfondite ricerche a riguardo hanno dato risultati diversi, suggerendo che, in generale, i social media hanno pochi effetti negativi, e anche quelli non sono particolarmente pesanti.

In sostanza, sembra che finora ci sia stata una minore attenzione ai potenziali benefici. Una crescente letteratura indica che l’interazione virtuale può essere utile in alcuni contesti. 

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Invece di considerare anzitutto importante una restrizione del tempo trascorso online, bisognerebbe forse riflettere attentamente sulla fondamentale necessità dell'adolescente di connettersi socialmente. Caratterizzare i social media soprattutto come un rischio piuttosto che come un potenziale supporto, può essere fuorviante.

I “meeting” di gruppo possono essere un sostituto virtuale che contrasta l'isolamento sociale. Lo streaming congiunto di un film può quasi equivalere a una serata al cinema. Esistono ormai molte app che consentono la visualizzazione sincrona. Anche una moderata quantità di tempo passato da soli davanti allo schermo consente la distrazione e non comporta necessariamente rischi significativi.

Naturalmente, non tutte le connessioni sociali durante l'isolamento dovrebbero essere virtuali. Le cene familiari regolari, che hanno dimostrato di essere positivamente associate a molteplici esiti positivi dello sviluppo di un adolescente, sono ancora più importanti in questo momento, poiché le famiglie si trovano riunite insieme nella quarantena. La conversazione in famiglia potrebbe richiedere, certo, un po' più di iniziativa e di impegno da parte dei genitori, che non possono appoggiarsi alle solite domande che chiedono degli impegni esterni della giornata. Ma la semplice vicinanza, insieme a una buona dose di ascolto di come i ragazzi stanno affrontando lo stress, unitamente a una rassicurazione realistica, è uno strumento prezioso a portata di mano degli adulti.

Diversi decenni di studi sulla resilienza dicono che il contatto sociale svolge un ruolo centrale, e probabilmente il più potente, nel gestire lo stress, in termini conseguenze positive sullo sviluppo, producendo biologicamente delle controforze che si integrano nel contrasto dello stress in eccesso.

I rischi per il benessere e lo sviluppo degli adolescenti possono essere difficili da prevedere completamente, ma esiste una forte probabilità che tali rischi siano importanti, soprattutto se non gli adulti non trovano il modo di sostenere il loro bisogno di contatto sociale.

Mettendo insieme le migliori evidenze riguardo a stress, resilienza, social media e tempo online, occorre sostenere la socializzazione virtuale, anche se questo significa una deroga a quanto richiesto usualmente in famiglia riguardo all’utilizzo dei social media e di internet.


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