Ora più che mai, in questo periodo ancora difficile, esiste il bisogno di aiutare le persone, in particolare i giovani adulti, che stanno affrontando problemi di salute mentale. Questo richiederà maggiori risorse, esperti e una ridefinizione dei modi in cui scuole e luoghi di lavoro possono attutire lo stress delle persone anziché peggiorarlo.
Allo stesso modo, a livello sociale, sarà importante cambiare il modo in cui le persone parlano di malattie mentali e lavorare con loro per ridurre questo stigma.
Un modo per farlo è insegnare alle persone, in particolare ai ragazzi, a parlare delle loro esperienze di sofferenza mentale.
Un nuovo studio qualitativo, pubblicato sul Community Mental Health Journal, ha scoperto che i giovani adulti che condividono le loro storie di malattia mentale possono aumentare il loro benessere e sentirsi meno stigmatizzati.
Perché condividere la propria storia aiuta
Per esplorare i vantaggi della condivisione della propria storia, i ricercatori, hanno condotto interviste approfondite con persone che avevano un'età compresa tra i 18 e i 33 anni.
I ricercatori hanno identificato cinque temi chiave in queste interviste relativi a come la condivisione delle storie è risultata di aiuto.
I partecipanti hanno riferito che essere stati costretti a riflettere sulla loro esperienza e su come hanno superato le difficoltà, nel dialogo con esperti di salute mentale, ha permesso loro di identificare strategie che hanno aiutato a cambiare il modo in cui hanno visto la salute mentale.
Un filo conduttore era vedere il recupero dalla malattia mentale e la cura del benessere mentale come processi costanti, come curare un giardino.
Il dialogo porta a crescere verso l'accettazione di sé. I partecipanti hanno anche parlato di come la condivisione delle loro storie abbia cambiato il modo in cui pensavano a se stessi, aiutandoli ad acquisire l'accettazione di se stessi.
Per alcuni, condividere la loro storia ha aiutato a separare la loro identità dalla loro malattia mentale.
L'esperienza ha anche migliorato il senso di benessere e fiducia delle persone. La condivisione delle loro storie ha fatto sentire le persone responsabilizzate e ha dato loro un senso di scopo poiché stavano usando la loro esperienza per aiutare gli altri.
Parlando di salute mentale si rompe il muro, aiutando a combattere attivamente contro lo stigma pubblico associato alla malattia mentale. Qualsiasi stigma è solo una mancanza di comprensione, si spiega nello studio, e una mancanza di comprensione deriva da una mancanza di conoscenza.
Parlare porta a diventare più inclusivi ed empatici con amici e familiari.
E aumenta la connessione con gli altri, portando a sviluppare un senso di comunità, di scopo comune.
I partecipanti hanno osservato che da quando hanno condiviso la loro storia pubblicamente, sono diventati più disposti a cercare aiuto quando si trovavano a lottare con la loro salute mentale ed erano più propensi a incoraggiare gli altri a cercare supporto.
Gli esperti spiegano che la malattia mentale e la salute mentale operano ciascuna su un continuum separato, ma correlato. Ridurre la malattia mentale affrontando lo stigma e incoraggiando le persone a cercare aiuto, aumenta la salute mentale creando connessione sociale, un senso di scopo e crescita personale.
Altri programmi sperimentali aiutano i partecipanti a decidere se vogliono divulgare la loro storia e, in tal caso, a chi. Ad esempio, una persona può scegliere di raccontare la propria storia a un caro amico ma nascondere le informazioni ad altri conoscenti.
Questo evidenzia la complessità dell'auto-rivelazione. Rivelare una storia di malattia mentale non è esente da rischi, può portare a stigmatizzazione e discriminazioni, ma ci sono anche potenziali benefici, come ottenere più supporto e aiuto sociale, sentirsi autentici ed essere meno stressati nel mantenere il segreto.
Allo stesso modo, ci sono rischi e benefici per le persone che ascoltano le storie delle difficoltà di altre persone con la salute mentale. Se si è affetti da una malattia mentale, l'ascolto di tali narrazioni può occasionalmente peggiorare i propri sintomi (quali comportamenti di disturbo alimentare e autolesionismo), ma può anche essere uno strumento per il recupero e l’annullamento dello stigma.
Gli autori dello studio osservano che le persone con malattie mentali non devono essere lasciate sole nell'affrontare uno stigma di cui non sono responsabili. Solo una diminuzione dello stigma pubblico porterà a un ambiente sociale meno prevenuto che faciliterà la divulgazione, il contatto positivo e l'inclusione sociale.