“I disturbi alimentari sono malattie mentali gravi che spesso iniziano nell'adolescenza e abbiamo voluto esaminare i fattori di rischio per i disturbi alimentari durante questo periodo critico. È stato dimostrato che il pensiero negativo ricorrente, l'elaborazione incontrollabile e ripetitiva dei pensieri, aumenta ampiamente la psicopatologia dei disturbi alimentari".
È quanto afferma Valerie Wong della Drexel University, corresponding author di un nuovo studio secndo il quale le ragazze adolescenti che sviluppano alti livelli di pensieri negativi ripetitivi hanno maggiori probabilità di adottare abitudini alimentari disordinate, secondo una nuova ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Eating Behaviors.
I risultati forniscono evidenze preliminari che focalizzarsi sul pensiero negativo ripetitivo nell'adolescenza può ridurre il comportamento alimentare non equilibrato e tendente all’esagerazione.
“Tuttavia, continua la professoressa Whong, i comportamenti che evidenziano disturbo alimentare possono presentarsi in modo molto diverso (p. es., mangiare troppo poco o troppo cibo).
Eravamo interessati a come il pensiero negativo ripetitivo potesse relazionarsi in modo differenziale a questi comportamenti alimentari divergenti (cioè, alimentazione restrittiva vs. abbuffate) e interagire con altri fattori di rischio per i disturbi alimentari come il perfezionismo e l'ansia da aspetto sociale.
Capire come il pensiero negativo ripetitivo e altri fattori di rischio siano correlati allo sviluppo di comportamenti di disturbo alimentare nelle ragazze adolescenti è fondamentale per l'identificazione precoce e la prevenzione dei disturbi alimentari".
Nello studio, oltre trecento studentesse delle scuole superiori hanno completato la valutazione dei sintomi del disturbo alimentare, del pensiero ripetitivo, dell'ansia da aspetto sociale e del perfezionismo.
In linea con ricerche precedenti, la professoressa Wong e i suoi colleghi hanno scoperto che l'ansia da aspetto sociale e il perfezionismo erano correlati sia al digiuno che al “binge eating”. Dopo aver tenuto conto degli effetti di queste due variabili, i ricercatori hanno anche scoperto che il pensiero ripetitivo era associato in modo indipendente al binge eating, ma non al digiuno.
In altre parole, le studentesse che erano d'accordo con affermazioni come "Una volta che inizio a pensare a situazioni angoscianti, non riesco a smettere" e "Ho pensieri o immagini che è difficile dimenticare" erano più propense a indicare che avevano mangiato ciò che altre persone considererebbero una quantità insolitamente grande di cibo e avevano poi vomitato o avevano preso lassativi come mezzo per controllarne la forma o il peso.
"I nostri risultati suggeriscono che il pensiero negativo ripetitivo potrebbe essere più correlato al binge eating che al mangiare limitato. Inoltre, le persone con alti livelli di perfezionismo, ansia da aspetto sociale e pensieri negativi ripetitivi possono essere più a rischio di impegnarsi in una varietà di comportamenti di disturbo alimentare. Identificare e prendere di mira questi fattori di rischio può prevenire meglio l'insorgenza di disturbi alimentari".
Saranno necessarie future ricerche per comprendere le relazioni causali tra pensiero ripetitivo, ansia da aspetto sociale, perfezionismo e disturbi alimentari.
"Poiché le nostre analisi erano trasversali e osservative, non siamo stati in grado di fare inferenze causali", ha spiegato Wong. "Studi futuri dovrebbero testare queste relazioni con dati prospettici per determinare ulteriormente se il pensiero negativo ripetitivo porta allo sviluppo di disturbi alimentari".