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In un mondo già di per sé spaventoso, soprattutto in questa fase storica, non diminuisce l’impulso e il desiderio di molti ragazzi di provare ancora più paura attraverso giochi, fiction, simulazioni. Un immaginario che in questi giorni si colora anche dell’arancione delle zucche di Halloween.

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Non sono pochi gli adolescenti che inscenano per divertimento rappresentazioni del macabro e dell’orrore, così come amano vederlo al cinema o in streaming. L’elenco degli orrori veri in questa fase storica è molto lungo, dalle guerre alle violenze nei quartieri, a quelle nelle case e nelle famiglie. Una lista senza fine, che si incrementa quotidianamente.

Perché cercare dunque anche la paura artificiale per divertirsi quando il mondo offre, come un monito, terrore vero in così grandi quantità? Non sarebbe un motivo sufficiente per scegliere un’altra direzione di interessi e divertimento, come la commedia, il comico?

La psicologia dello sviluppo e la psicologia in generale hanno indagato il rapporto tra psiche e paura. Per spiegare cosa spinge molti giovani, e non solo giovani, a questa fascinazione per la paura, viene indicata la teoria secondo cui le emozioni si sono evolute come esperienza universale negli esseri umani in quanto ci aiutano a sopravvivere.

Creare spavento all’interno di vite altrimenti sicure può essere piacevole, ed è un modo per le persone di esercitarsi e prepararsi ai pericoli della vita reale.

Le esperienze di paura controllata, nelle quali si può cliccare sul telecomando, chiudere il libro o uscire dalla casa stregata quando si vuole, senza rischiare nulla, offrono l'euforia fisiologica innescata dalla paura, senza però alcun pericolo reale.

Quando ci si sente sotto minaccia, l'adrenalina aumenta nel corpo e si attiva la risposta evolutiva di lotta o di fuga. Il battito cardiaco aumenta, si respira più profondamente e più velocemente e la pressione sanguigna cresce. Il corpo si prepara a difendersi dal pericolo o a allontanarsi il più velocemente possibile.

Questa reazione fisica è fondamentale quando ci si trova di fronte a una minaccia reale. Quando si sperimenta una paura controllata, invece, come i colpi di scena in un film sugli zombie, si riesce a godere di questa sensazione energizzante, simile all'energia e al batticuore di chi scappa, ma senza alcun rischio. E poi, una volta affrontata la minaccia, il corpo rilascia il neurotrasmettitore dopamina, che fornisce sensazioni di piacere e sollievo.

In uno studio, i ricercatori hanno scoperto che le persone che hanno visitato una casa piena di pericoli e di “fantasmi”, un’esperienza ad alta intensità di paura controllata, hanno poi mostrato una minore attività cerebrale in risposta agli stimoli e meno ansia dopo l'esposizione al “pericolo”. Questa scoperta suggerisce che vedere film horror, ascoltare storie spaventose o usare videogiochi pieni di suspense può effettivamente calmare, in seguito. L'effetto potrebbe anche spiegare perché tante persone si rilassano guardando thriller e film horror dopo una intensa giornata di lavoro.

Uno dei fattori che motivano di più gli esseri umani, spiega la psicologia, è quello di provare un senso di appartenenza a un gruppo sociale. Secondo gli esperti, le persone che perdono questi contatti restano intrappolati in una condizione di solitudine che espone al rischio di problemi di salute mentale e fisica. Vivere con altri esperienze di paura intensa rafforza i legami tra con loro. Buoni esempi in questa direzione sono quelli che includono i veterani che hanno vissuto insieme episodi di combattimento, i sopravvissuti a calamità naturali, e le amicizie e le coppie che si sono formate a partire da gruppi di soccorritori.

Chi fa un lavoro pericoloso e adrenalinico come il pompiere, ad esempio, sperimenta il legame unico che si crea condividendo minacce intense, come entrare insieme in un edificio in fiamme, esperienza che genera profondi legami emotivi.

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Le esperienze di paura controllate creano artificialmente simili opportunità di legame e connessione tra i giovani. L'esposizione allo stress innesca non solo la risposta di lotta o fuga, ma in molte situazioni avvia anche quello che gli psicologi chiamano l’atteggiamento dell’essere propensi a fare amicizia. Una minaccia percepita spinge gli esseri umani a prendersi cura degli altri e a creare legami socio-emotivi per protezione e conforto. Questo sistema, spiegano gli studiosi, è ampiamente regolato dal cosiddetto "ormone dell'amore", l'ossitocina.

La reazione del tendere a diventare amici è particolarmente probabile quando si sperimenta stress in presenza di altre persone con cui si sono già instaurate delle relazioni sociali positive. Quando si incontrano fattori di stress all'interno della propria rete sociale, i livelli di ossitocina aumentano per avviare strategie di coping sociale. Di conseguenza, quando si affronta un'esperienza di paura ricreativa come l’esplorazione di una casa “stregata” con gli amici, si sta creando la situazione emotiva per sentirsi legati alle persone accanto a sé.

Guardare un film dell'orrore seduti al buio con gli amici o attraversare un labirinto con un partner fa bene alla salute, perché aiuta a rafforzare i legami sociali.

Le esperienze di paura controllata possono anche essere un modo per prepararsi al peggio. In alcuni paesi nei primi giorni della pandemia i film a tema contagio erano tra i più visti sulle piattaforme di streaming, proprio mentre le persone in tutto il mondo erano costrette a stare rinchiuse in casa. Osservando gli scenari di minaccia svolgersi in modi controllati attraverso i media, si possono conoscere le proprie paure e prepararsi emotivamente alle minacce future.

Ad esempio, i ricercatori dell'Università di Aarhus in Danimarca hanno dimostrato in uno studio che le persone che visionavano regolarmente media a tema horror erano psicologicamente più resilienti durante la pandemia rispetto ai non fan dell'horror. Gli studiosi suggeriscono che questa resilienza potrebbe essere il risultato di una sorta di “allenamento” a cui questi fan hanno dovuto sottoporsi: si erano esercitati a gestire la paura e l'ansia provocate dalla loro forma di intrattenimento preferita. Di conseguenza, erano meglio preparati a gestire la vera paura scatenata dalla pandemia.

La fiction per gli adolescenti può essere un modo per provare mentalmente come gestirebbero circostanze pericolose analoghe se mai si presentassero nella loro vita reale.

Nel caso di esperienze di paura controllate, spaventarsi è una tecnica fondamentale per aiutarsi a sopravvivere e a adattarsi in un mondo spaventoso e pieno di pericoli. Suscitando emozioni potenti e positive, rafforzando le reti sociali e preparandosi alle peggiori paure, si può diventare più in grado di affrontare la vita reale al meglio.

Scegliere un thriller piuttosto che una commedia, alimentando il proprio lato oscuro, dicono gli esperti, può anche far bene alla salute mentale e rendere, poi, più tranquilli.


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